CLUB TO CLUB FESTIVAL – Teatro del Carignano w/ Floating Points.

janine
Tempo di lettura: 2' min
10 November 2015
Festival, Gallery, Review 4 U

Giovedì, a Torino, era una bella giornata. Faceva caldo e per essere a novembre, stranamente, c’era il sole. Giovedì è stata una giornata calda, in tutti i sensi. Ufficialmente è il secondo giorno di Club to Club e gli eventi iniziano già nel tardo pomeriggio all’Absolut Symposium di Lingotto.
Il main event però inizia tardi, alle 23:59. La cornice questa volta è quella dello splendido Teatro del Carignano, nel centro della città, alle spalle di Piazza Castello. La location è pregiatissima, con poltroncine in velluto rosso e stucchi dorati. Il palco ospita un debutto nazionale, quello del neuroscienziato Floating Points e della sua band: batteria, chitarra, due violini, una viola, un violoncello, un trombone, un clarinetto, un sax tenore ed un flauto traverso.
Un ensemble davvero molto eterogeneo al quale vanno aggiunti piano elettronico, synth e drum machine. Pochi secondi dopo l’ingresso dei musicisti le luci si spengono e si comincia. Il concerto inizia tranquillo, lasciando la parola agli archi. Larghi e maestosi, come in un sogno. Non passano però molti minuti prima che la musica cambi, letteralmente. La batteria inizia a tirare un ritmo indiavolato, il rullante è caldissimo. In un batter d’occhio sembra di essere ad un concerto jazz, c’è tutto: tempi sincopati e note veloci e stridule che si sovrappongono. Poi nuovamente la calma e con lei il suono delicato e melodico del synth, che si sovrappone ai violini, come a volerli accompagnare nello spazio più buio.
Mi è davvero difficile spendere una parola per ogni brano che è stato suonato.
Ero molto preso dalla musica e facendo un report meccanico di quello che ho sentito mi sembrerebbe di fare un torto alla performance in generale.
È stato un live molto complesso, dal quale trasudavano moltissime influenze: jazz, swing, classica, rock, elettronica, dance. Moltissimi e bellissimi sono stati i contrasti tra tempi e ritmi, prima lenti e melodici poi veloci e sincopati. Mi è piaciuto molto il risalto che è stato dati ai musicisti attraverso gli assolo (quello del sax il migliore), e mi sono piaciuti ancora di più i momenti di tranquillità, quasi snervante, in cui il synth ti coccolava nel buio della sala, accompagnandoti fino a farti diventare un tutt’uno con le visual in sfondo.
Le luci della sala si riaccendono improvvisamente. Un’ovazione scrosciante mi riporta alla realtà, sulla mia poltroncina di velluto rosso. Il concerto è finito. Gli applausi continuano incessanti per un paio di minuti, ma Floating Point è come Paganini, non ripete.

WORDS BY PAUL
PICS BY LA COSTIERA

 

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