Motta arriva allo Sherwood, ed è subito come sentirsi a casa

cecilia
Tempo di lettura: 2' min
1 July 2019
Gallery, Review 4 U
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Polpetta Mag ri-sbarca allo Sherwood, stavolta per seguire il concerto di Motta

Una serata che stava creando un certo hype nei giorni prima. In apertura di Motta gli I Hate My Village, attesissimi anche loro, cominciano già a farci battere il piede a ritmo. Noi li abbiamo sentiti ancor prima al Locomotiv , e si sono confermati un’altra volta, bravissimi. 

Dopo qualche birra e paninozzo, cominciano a sentirsi le prime urla. Le luci si accendono, e cominciano ad illuminare una marea di gente, che se ne stava fregando dei 40° alle dieci di sera. L’attesissimo Motta, entra per primo in scena e parte con un’infinità di ringraziamenti. Non mi sarei mai aspettato Francesco così. 

Dietro quella faccia così seria si cela un amico di tutti. Dopo i mille ringraziamenti ai suoi fan, è stato forse l’unico artista a riconoscere il lavoro enorme dietro le quinte dello Sherwood, potrebbe sembrare scontato, eppure tutto ciò ha confermato una persona che sa da dove arriva, e non lo dimentica mai.

Insieme alla sua grande umiltà, apre il concerto con “La fine dei vent’anni”. Ed ecco un coro che parte in quinta con lui. Nessuna canzone, nessuna parola, nessun secondo della serata, è stato lasciato al caso. Ed appunto questo ci ha fatto sentire a casa, tanto, lui compreso. Si, perché sembrava di essere lì con un amico a cantare delle belle canzoni. Ce le raccontava una ad una, del perché sono nate, come, e ho cominciato sempre di più a guardare Motta con occhi nuovi.

(continua sotto)

Vedendolo per la prima volta live, mi sentivo veramente come se stessi chiacchierando con un amico. Continua il concerto, e dopo qualche canzone e qualche chiacchiera, ricomincia di nuovo con i ringraziamenti, ma stavolta con i suoi musicisti, che anche loro ci hanno regalato uno show della Madonna.

Ma vi ricordate dei Criminal Jokers?! Esatto, proprio loro, Motta che ce li ha riportati, accompagnandoci ai suoi 18 anni. Dove la voglia di studiare non c’era e ci si teneva compagnia così, con una chitarra e una passione per la musica che va oltre le righe. Da lì parte il nostro artista, e da lì non se ne è mai andato. moltissimi suoni, intenzioni, canzoni, ricordavano tanto quel suo “vecchio stile”, che poi è sempre stata un’evoluzione e mai un cambiamento. Insomma Motta, ha così tanto da dirci ancora, così tanto da condividere che  spero vivamente di rivederlo il più presto in Live.

Piccola chicca? Fate come me: se state per andare a vedere Motta in concerto (e dovete farlo), ascoltatevi per bene entrambi i suoi album. In concerto rimarrete a bocca aperta, uno dei pochi artisti che suona meglio del disco. 

Bene, ragazzi, con questo è tutto, obiettivo dell’estate beccarvi Motta in concerto. Poi se vi becca bene toglietevi le scarpe e mettetevi a ballare anche voi.

 

TESTO DI THOMAS  CHEVAL // FOTO DI CECILIA SECCHIERI

 

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