10 ore di musica non stop. Eleva #6, Day 1

elena-bertelli
Tempo di lettura: 4' min
11 September 2018
Festival, Gallery

Per questa edizione, Eleva si sposta nella banlieue reggiana

Uno spazio ampio, un po’ nascosto al limitare degli stand fieristici, reso accogliente da un allestimento home made e, soprattutto, dai grandi sorrisi dello staff più bello di sempre. Arriviamo che il sole sta per tramontare e ci ritroviamo quasi subito a scattare foto e a ballare sull’asfalto, praticamente senza sosta. A parte piccoli attimi di relax che ci concediamo sui pouf fuxia e blu elettrico nell’area food.

A rompere il ghiaccio LAMPO! AKA Alessandro Gazzotti al synth, basso, e voci e Gualtiero Venturelli alla chitarra, drumpad, e voci, da Reggio Emilia con candore. Il duo ci accompagna dolcemente dentro la serata che sta per iniziare. Sarà perché gran parte della gente deve ancora arrivare o per via della luce speciale del tardo pomeriggio di settembre. Ma le sonorità noise ci avvolgono in un’atmosfera di intimità e ci mettiamo un po’ ad abituarci al cambio palco, quando arriva il momento di switchare e fare largo a una giovane promesse del rap italiano.

Il palco è improvvisamente tutto di Masamasa, poco più che ventenne ma con un background già denso di esperienze e ascolti che spaziano dal funky passando per Debussy ad arrivare, ovviamente, a tutto ciò che è rap americano. Che è giovane lo si capisce soprattutto dai testi, piovuti insieme a tempeste ormonali. Che è già uomo di mondo lo intuiamo da come si muove sul palco e da come, sotto il palco, le ragazze agitano ogni ben di dio (ma anche dalle date di tutto rispetto del suo tour estivo).

Il sole va giù ma la luce sul palco la porta Santii, il duo in total white che ci inonda di sensualità verso l’ultimo live di questa prima parte di giornata. Ve li ricordate gli M+A? Bene, dimenticateli e no rimpiangeteli troppo. Michele e Alessandro con Santii sono rinati dalle loro ceneri e hanno ben altro da dire. Un live che ci sorprende, per stile e atmosfera vellutata e sognante ma soffre, ovviamente, della mancanza fisica delle featuring, che rendono unico il nuovo progetto ma penalizzano l’ascolto dal vivo.

(continua sotto)

Eleva 2018

(foto di Cecilia Secchieri)

 

È quasi ora di cambio d’abito per l’inizio della notte elettro di questo primo giorno di Eleva #6. Finiamo però di sudare per bene questi panni con Quentin40 che è un fulmine a ciel sereno, vuoi perché spacca tutto con il suo beat e il suo adorabile accento de Roma, vuoi perché lo fa troppo velocemente, lasciandoci dopo poche canzoni, con la voglia di scuoterci ancora.

Non c’è tempo per i rimpianti, perché lo stage è subito allestito per i dj set che seguiranno e tocca a Nathan Fake creare l’atmosfera giusta per coinvolgerci, noi che sotto il palco siamo diventati ormai tantissimi. Nathan ci riesce benissimo: arriva fresco della pubblicazione di Sunder, un EP registrato in immediatezza, con l’intento di raccogliere suoni grezzi e mixarli per vedere l’effetto che fa. Il suo è un live da ascoltare attentamente per cogliere ogni sfumatura, cosa non facile, perché, allo stesso tempo trascina in un crescendo di battiti che non si può non assecondare con ogni muscolo.

Chi apprezza la cura del dettaglio e la raffinata ricerca in campo sonoro ma, allo stesso tempo adora farsi trasportare completamente dalla musica, non può restare deluso da un live di Space Dimension Controller. Arrivato il suo momento – il live che più attendevamo di questa edizione – siamo letteralmente catapultati in una dimensione parallela, narrativa, fatta di tante influenze tra cui non mancano certo le soundtrack cinematografiche degli anni ’80 e ’90. Lui ha 28 anni, ha iniziato a produrre a Belfast ed è reduce dall’ultimo Dekmantel e sì, non finiremo mai di ringraziare la direzione artistica di Eleva per questo regalo.

(continua sotto)

Eleva 2018

(foto di Antonio Iurlaro)

 

Ma non finisce qui. La chiusura (solo formale) di questa prima giornata di Eleva è affidata alla sapiente (ma anche a tratti bella pesante) mano di Radio Slave. Vietato dormire. D’un tratto i volumi diventano davvero importanti, non si scampa dalla techno di uno dei resident del Panorama Bar, che è facile incontrare in un weekend qualsiasi al Fabric, al Rex Club così come allo Womb di Tokyo. Matt Edwards ci colpisce subito al cuore, sorridendo al nostro obiettivo fotografico mentre lo riprendiamo sul palco.

Stanchi ma mai sazi ci prepariamo per l’after party che comincia in uno dei padiglioni del prefabbricato fieristico con Ivision. L’atmosfera si fa più intima e cupa, spariscono i visual ultra colorati che hanno accompagnato i live delle ore precedenti, il palco è piccolo e siamo tutti più vicini. Tutto rimbomba un po’ e i ragazzi di Sassuolo ci vanno già pesanti, per non farci rimpiangere Radio Slave e accompagnarci nella notte reggiana.

Li succede il duo italianissimo nato in Marocco e reduce dalla registrazione dell’ultimo progetto “The Myth of Sysisphus” a Berlino. La stilosissima ricercatezza di Evil Twin carica di atmosfere tra mito e sogno, dove non mancano influenze techno e post rock, lascia spazio alla spensierata funky disco di Lowheads, il cambio di rotta che serve a farci spendere le ultimissime riserve di energie (che fino al momento in cui il duo di italo-Gahanese ha attaccato, non pensavamo di avere) prima di congedarci finalmente pienamente soddisfatti, stremati e felici da questo primo giorno di Eleva.

 

Testo: Elena Bertelli
Foto: Richard Giori

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