Coma Cose live @ Biografilm – 05.06.18

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
7 June 2018
Festival, Gallery
Clicca qui per pulire l'area di disegno

Si chiama Coma Cose la ragione principale di tutte quelle giovani presenze munite di birrette e tesserino universitario al Biografilm nel parco del Cavaticcio

A quanto pare martedì sera tutta Bologna si trovava al Biografilm tenutosi nel parco del Cavaticcio, e per chi è alto uno e sessanta come la sottoscritta, è stata dura sgomitare per farsi largo fin sotto al palco e conquistare una visuale decente.
Ma chissenefrega del rischio di claustrofobia in questi casi, ero talmente contenta da non avere poi così tanto bisogno di respirare.

Si chiama Coma_cose la ragione principale di tutte quelle giovani presenze munite di birrette e tesserino universitario, duo milanese d’adozione invitato a suonare a Bologna in occasione del Biografilm Festival.

Coma fa riferimento a un periodo storico e sociale, il nostro, in cui “c’è bisogno di darsi una svegliata”. Nonché al caro e inevitabile hangover post-seratona. Cose accompagna Coma in assonanza, e in effetti ci sta bene.

Hanno soltanto nove pezzi all’attivo ma già tutti sono pieni d’amore e di adorazione per loro (compresa me, se non si fosse ancora percepito) e questo la dice lunga sulla loro bravura nel distinguersi e farsi valere a livello musicale e comunicativo, senza risultare mainstream o banali.

Ma capiamo meglio chi sono:

Lei si chiama Francesca, originaria di Pordenone. Si era già fatta conoscere nell’ambiente techno come Djcalifornia. Tratti del viso dolci e un look meravigliosamente androgino.

Lui è Fausto, bresciano, già musicista e produttore col nome d’arte Edipo.

Il loro è un progetto a quattro mani nato spontaneamente, tra una chiacchiera e l’altra mentre lavoravano come commessi in un negozio. Notati dall’etichetta indipendente Asian fake, cominciano a pubblicare canzoni su youtube, da Golgota a Deserto fino all’uscita dell’EP a ottobre chiamato Inverno Ticinese.

 

Dopo le nove tracce di rappresentanza, hanno intonato (sorpresa!) ‘Cani sciolti’ di Sangue Misto e fatto il bis di ‘Anima lattina’ e ‘Pakistan’

 

I generi musicali che si intrecciano e costituiscono la cifra stilistica dei Coma Cose sono tanti, partono dall’hiphop e dal rap, strizzano l’occhiolino all’elettronica e al pop per poi approdare al vecchio e caro cantautorato italiano. Si badi bene però, non si tratta della solita musica-minestrone che se ne va a zonzo sprovvista di identità e guinzaglio. Tutte le influenze e le commistioni del duo milanese sono graduate e inserite con cura e consapevolezza, plasmandosi in una costruzione dinamica e originale, sia nei suoni che nella metrica.

La musa preferita dei nostri artisti è geograficamente rintracciabile e si chiama Milano, l’Immaginario è quello metropolitano ma senza l’aspetto rude della periferia. Giostrandosi tra il ruolo di amante e nemica, la città diviene teatro di istantanee in versi, composti da associazioni libere e giochi di metriche in cui si alternano le voci dei due cantanti.

Tra visioni brevi e surreali dello spazio urbano, i ComaCose si fanno portavoce/voyeur di una quotidianità post-adolescenziale, quel decennio nebuloso dai venti ai trent’anni (ma fai anche trentacinque) che si esprime nei termini di fragilità e autoironia, in bilico tra presa bene e amarezza.

Ma torniamo a martedì:

A inizio serata tutti attendavamo pazienti l’arrivo della coppia. Talvolta qualcuno dal pubblico intonava un oooooh, probabilmente per prepararsi vocalmente alla serata. Altri facevano allungamenti col telefonino, in un mood generale di vivo entusiasmo e aspettativa.

I Comacose si sono presentati verso le dieci e mezza insieme a un batterista di accompagnamento, iniziando la scaletta con l’ormai iconica Anima lattina, omaggio all’Anima Latina di Battisti, per poi passare in rassegna: Deserto; Pakistan(la mia preferita); Post Concerto; Jugoslavia; la loro ultima Nudo Integrale; e così via, dimostrando grande capacità scenica ed empatia col pubblico.

 

Francesca dal palco urla “Ciao Bologna, siete bellissimi!” sì ok, ma tu di più eh

 

Tralasciando il mio sbalzo di ormoni lesbico-primaverili verso la cantante, c’è da sottolineare quanto l’intesa musicale col Fausto fosse visibilmente salda. Espressa in un continuo scambio di forze ed energie, senza contare il fatto che nonostante saltellassero da un lato all’altro del palco incitandoci a piroettare insieme a loro (che non ne avevamo bisogno ma è giusto così). Anche a livello canoro si sono rivelati degli eccellenti performers live, mantenendo l’armonia e i toni dell’album, sia nel rap che nei ritornelli.

Dopo le nove tracce di rappresentanza, hanno intonato (sorpresa!) Cani sciolti di Sangue Misto e fatto il bis di Anima lattina e Pakistan, congedandosi poi con la promessa di Fausto: “Ci rivedremo tra un po’, magari con altri pezzi, li stiamo scrivendo!”.

Insomma, è anche inutile spendere parole in più per sottolineare lo stesso, basico concetto. Fichissimi. E a mio avviso, si sono ulteriormente confermati una delle band emergenti più interessanti nel panorama italiano attuale, grazie a un’estetica e un’identità solida, raffinata e inedita.

E allora organizziamolo sto rave alle colonne.

 

words by V/M
pics by Gloria Soverini

Ehi, hai mai sentito parlare di Patreon?
Dal momento che sei qui, perché non contribuire?

Patreon è un sistema di micro-donanzioni ricorrenti con il quale supportare economicamente Polpetta e permetterci di continuare ad offrirti contenuti favolosi.

Diventare membro di Patreon è facilissimo!

Contribuisci ora

Partecipa alla conversazione!