Dopo il cocktail party di apertura partiamo per il secondo round del Pulse; il nostro obiettivo è il Sottotetto, stanotte i protagonisti sono Chinese Man.

L’apertura è stata zoppicante, a tratti indecente, nonostante la bravura del jazzista bolognese Guglielmo Pagnozzi, che con il suo sax ha salvato il live in parte compromesso dalla voce di Taiotoshi, fischiata più volte dal pubblico; ci guardiamo intorno attonite in cerca di conferme, tipo “senti anche tu quello che sento io?”, mentre alcuni tizi a fianco a noi incoraggiano la folla “forza ragazzi non demordiamo..peggio de così.. i prossimi saranno sicuramente meglio!!”.

Poi gli addetti smontano il palco si accende lo schermo retrostante e fanno il loro ingresso i tre Chinese, acclamati dall’intero Sottotetto ormai stracolmo.

Tra un urlo, una gomitata e un pestone ascoltiamo i migliori dischi del collettivo marsigliese, mentre i visual riproducevano i loro video originali. Hanno alternato hip-hop, trip-hop, jazz e drum’n’bass come fossero una cosa sola mentre ogni tanto faceva la sua comparsa  l’immenso Taiwan Mc. La sala ha preso colori e suoni etnici e ogni tanto spuntava qualcuno con il tipico cappello cinese fatto di bambù.

Alla fine del live ci siamo fiondati tutti fuori dal locale per prendere aria, mentre si preparava sul palco Kazuma, l’ex membro di Sangue Misto, che con il suo Dj set Disco/Funk ci ha fatto ballare senza sosta fino alla fine.

E come dicono i Chiese Man: “l’uomo cinese delle montagne Wu Tang decise di inviare sulla terra i propri discepoli con lo scopo di diffondere l’etica Zen con sample di musica antica e con il basso supersonico”.