Il penultimo appuntamento con Acieloaperto, per quest’anno, è con i Marlene Kuntz. E con la storia.
Sul main stage accanto alla Rocca Malatestiana di Cesena, in un venerdì sera di questo torrido agosto abbiamo il piacere e l’onore di festeggiare insieme ai loro autori e ai musicisti che si sono uniti alla band negli anni, i 30 anni di un disco che sembra non invecchiare mai: Catartica.
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Catartica è un disco autoprodotto, composto da 14 brani, pubblicato nel 1994, lo stesso anno in cui uscivano, tra gli altri, alcuni dischi divenuti pietre miliari della storia della musica, dal trip hop al noise, passando per il rock: Dummy dei Portishead, Grace di Jeff Buckley, Experimental Jet Set… dei Sonic Youth – la band più citata quando si parla delle influenze sui Marlene Kuntz – e il fondamentale Let Love In di Nick Cave, artista per cui Cristiano Godano non ha mai nascosto la forte fascinazione.
Ma, il 1994, è anche l’anno dell’uscita del primo disco dei C.S.I.Ko De Mondo. Il gruppo, nato dalle ceneri dei CCCP, è formato tra gli altri, da Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo, che da subito si rivelano tra i primi fan e sostenitori dei Marlene Kuntz, tanto da omaggiarli, a pochissimi mesi dall’uscita di Catartica, con una cover del brano Lieve, la cui esecuzione entra nel disco In quiete, pubblicato dai C.S.I. sempre nel 1994, a pochi mesi di distanza.
Oggi, nell’estate del 2024, i Marlene Kuntz sono in tour per l’Italia, per riportare Catartica sui palchi, nella formazione composta dai due fondatori Cristiano Godano alla voce e chitarra, Riccardo Tesio alla chitarra e da Luca “Lagash” Saporiti al basso, Davide Arneodo alle tastiere, violino e synth e Sergio Carnevale, subentrato alla batteria nel 2021, al compianto Luca Bergia [fondatore e batterista dei MK, venuto a mancare in quell’anno].
Proprio a Luca Bergia, Cristiano Godano dedica la già citata Lieve, omaggio a cui si unisce con un fragoroso ed emozionato applauso tutto il pubblico di acielaperto.
Durante la serata, spiega Cristiano Godano in una rapida pausa tra i primi brani, dovuta a un mal funzionamento rapidamente risolto del suo amplificatore, verranno eseguiti quasi tutti i brani di Catartica, ma anche di Il Vile e Ho ucciso paranoia, i due album successivi che, sempre secondo l’autore, rappresentano un capitolo unico, fondativo per i MK ma anche solidissima base del rock alternativo italiano più influenzato dal noise d’oltreoceano.
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Catartica è un disco capace da subito di far arrivare i Marlene Kuntz sui canali della Radio e della Tv nazionale, nonostante quella allora semi sconosciuta impronta noise, le chitarre sporche, le parole a tratti gridate e le scene di ruvidità ed eccesso che caratterizzano l’immaginario di molti dei testi scritti da Godano. Attaccando con “Complimenti per la festa, la festa del cazzo” nel ’94 il gruppo esordisce su Radio Rai sulla trasmissione Planet Rock (appena un anno dopo sarà il turno degli Afterhours).
Due anni più tardi i Marlene Kuntz arrivano su Rai Due a suonare dal vivo Il vile, posizionandosi oltre la nicchia di pubblico che già nei primi due anni di vita della band andava consolidandosi.
(Queste e altre chicche in questa puntata di Italia 90 su Rai Play Sound).
Il tour dei 30 anni che fa tappa a Cesena, non è solo la riconferma di una band che nel corso dei decenni sembra aver acquistato smalto e luminosità oltre che solidità ma è, soprattutto, la consacrazione definitiva di Catartica come punto fermo della storia del rock alternativo italiano e solido riferimento nel panorama musicale di oggi.
Giovanni Lindo Ferretti trovò che fosse la sensualità l’elemento che costituisce l’essenza dei Marlene Kuntz e della loro musica, affermando che, se i CCCP lottavano contro l’immagine politica che il mondo dava di sé, la lotta dei MK era rivolta alla pornografia, verso la quale sfoderava una sensualità benefica.
Una sensualità che pervade ancora oggi le movenze dei MK anche quando sul palco ricreano il muro di suoni più rude di pezzi come M.K.
Una sensualità che tocca gli apici nel momento in cui Godano presenta al pubblico la canzone con cui ha cercato di cristallizzare la tenerezza, in un preciso momento della sua vita, e attacca con voce delicata e appassionata Infinità.
Un brano dopo l’altro, durante il concerto, mi accorgo che i testi sono ancora tutti nella mia testa, anche loro cristallizzati nella memoria eppure, mentre mi escono dalla bocca, formano frasi di senso nuovo che la me quindicenne non aveva colto nell’emozionante primo, secondo, venticinquesimo ascolto.
Catartica è un disco che nasce già adulto, stratificato, maturo e allo stesso tempo scanzonato e senza paura di mostrare le storture dell’essere umano, dei giovani artisti che avevano già chiaro il posto che volevano nel mondo. Sarà forse per questo che, seppur invecchiando, continuiamo a riconoscerci nelle sue canzoni che restano vive con dignità e coraggio in un mondo che si trasforma, proprio come Grace di Jeff Buckley e Dummy dei Portishead.
Ma, torniamo dal live di Acieloaperto con la consapevolezza che senza la forza, la rabbia, la passione e la dolcezza che i MK mettono sul palco durante i concerti ancora dopo 30 anni dalla sua uscita, Catartica non sarebbe altrettanto vivo e la sua esecuzione ancora in grado di toccare certe corde.
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La scaletta:
Trasudamerica
Canzone di domani
Gioia (che mi do)
Fuoco su di te
L’agguato
Lamento dello sbronzo
Mala mela
1° 2° 3°
Infinità
Ineluttabile
Lieve
Festa mesta
Sonica
Nuotando nell’aria (encore)
Come stavamo ieri
Ape regina
M.K.
In apertura del concerto, al lunar stage, Sleap-e e Animaux formidables.
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