Tra trap e urban, tra lineamenti affilati e spregiudicatezza adolescenziale, Madame è un’artista polimorfa dal baricentro indecifrabile.
Classe 2002, di Vicenza, Madame compare sulle scene già a 16 anni, con il primo singolo “Anna” prodotto da Eiemgei. L’hype inizia a montare però con “Sciccherie” (disco d’oro lo scorso aprile), pezzo che la fa conoscere al grande pubblico e che conta ormai oltre 20 milioni di stream sulle piattaforme digitali.
Fast forward a oggi: Madame è in Sugar Music – l’etichetta di Caterina Caselli per intenderci – ed è seguita da Paola Zukar e Fabio Rinaldi. Ha un disco in lavorazione e da un paio di anni sforna singoli e collaborazioni di livello, tra cui “Baby” e “Sentimi” (produzione Bias e Crookers), usciti durante il lock-down.
Il cantato di Madame ha lo swing, un’innata capacità di entrare e uscire dalla ritmica, un po’ come faceva Francesco Paura, con il suo flow dinoccolato. Ha la musicalità del cantato di Rkomi e Tedua, le provocazioni di Fibra e l’introspezione acerba di Ernia. Ma ha in più un’intensità inedita, perfetta per sonorità urban e più ricercate.
Non c’è qui lo slang fatto di neologismi improbabili mutuati dall’inglese, niente fareshi o dondurè grazie a Dio. C’è però una lingua che all’occorrenza si scompone in bit, battute e accenti, e si ricompone in significanti multiformi. Una scrittura performativa aspra e sfacciata, i cui temi spaziano dal frivolo al relatable, dall’intimità all’autoaffermazione, sempre con una marcata vena creativa.
Non avendo ancora un disco compiuto a cui fare riferimento, approcciarsi a Madame significa ascoltare pezzi sparsi, tra cui i tanti featuring che la giovane artista sta lasciando in giro per i dischi e progetti altrui. Penso ad esempio a “MIRA” con Ensi in Clash Again, in cui Madame riesce a dare una sferzata alle atmosfere di un disco piuttosto centrato. Ma penso soprattutto a “MADAME“ con Marracash in Persona, in cui Madame interpreta alla perfezione traccia e concept del disco.
Mi tocca infine consigliare “DEFUERA”, pezzo estivo dal target radiofonico, ok, ma con produzione eclettica di Dardust e impreziosito proprio da Madame, con quel suo vago disagio esibito nel video. E forse è proprio a quel disagio che bisogna guardare per provare a cogliere quel baricentro nascosto, cifra imponderabile che rende il suo stile autentico.
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