Il live dei Kula Shaker al teatro Comunale di Ferrara chiude Ferrara Sotto Le Stelle

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
6 October 2023
Festival, Gallery, Review 4 U
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Arrivederci Ferrara Sotto Le Stelle, benvenuto festival di Internazionale. Il live dei Kula Shaker al teatro Comunale di Ferrara

Un odore di incenso pervade il teatro, si spengono le luci, una voce femminile intona un canto di musica indostana. Viene proiettato un grande cerchio decorato come un rosone cangiante che conferisce una certa sacralità al momento. Questo accenno di Dhrupad accompagna l’ingresso dei Kula Shaker al teatro Comunale di Ferrara, per questo evento ambivalente: chiusura di Ferrara sotto le stelle ma anche apertura del festival di Internazionale, che si svolgerà nella città nei giorni successivi.

Il visual del rosone inizia a muoversi e si rivela caleidoscopio, mostra immagini astratte che mutano mentre la band crea un’introduzione strumentale con una sospensione crescente, in pieno stile raga rock. È tornata la formazione classica della band al completo: dopo la parentesi da tastierista negli Oasis, Jay Darlington con i suoi capelli lunghi alla Gandalf-il-grigio torna nei Kula Shaker, che proprio in questo giorno annunciano il nuovo album “Natural Magick” che uscirà ad inizio 2024.

Il live che portano alterna pezzi di britpop e rock classico ad altri momenti di psichedelia. Le vibrazioni del Rickenbacker di Alonza Bevan sono super fat, corpose e si mescolano bene con i suoni del Korg Nautilus di Darlington, che si alza in piedi per suonare gli assoli in una euforica calma zen.

(continua sotto)

kula shaker

Crispian Mills usa wah, delay, chorus e tutto il resto dei pedali con precisione, si scusa per qualche problema alla voce ma il concerto è carico e godibile; poi confessa che non si sarebbe aspettato il gran calore che sta ricevendo dal pubblico in sala, scherza con il pubblico.

Il roadie che cura gli strumenti è uno stacanovista: concentratissimo nel backstage che accorda la Telecaster e tiene d’occhio la scaletta, entra sul palco per mettere a posto un cavo jack che ha preso una piega strana, la sua presenza conferisce al concerto quel nonsoché di anni 70, sembra il più nostalgico di tutti. Il live dei Kula Shaker è infatti nostalgia che porta una maschera a forma di allegria. Saranno le influenze raga, i suoni del rock, i richiami ai Doors, la mitologia induista o semplicemente le spruzzate di new age che si respirano nell’aria, lo spettacolo è un’immersione in un tempo passato. Vecchi successi ma anche pezzi nuovi, si salta da un decennio all’altro, per concludere infine con momenti di misticismo alla Govinda, che racchiudono un po’ il senso dell’esibizione stessa: rock classico ben fatto, esotismo e fascinazione new age.

Testo di Fabrizio Bordi
Foto di Camilla Caselli

 

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