Stormi lontani e nostalgia del clubbing: IOSONOUNCANE acieloaperto

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
30 August 2021
Festival, Gallery
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Portate quel cane in un club

e se questo fosse quel club staremmo tutti ballando, qualcuno anche sotto cassa.

 

Siamo a Villa Torlonia per uno degli ultimi appuntamenti di acieloaperto festival con “IRA tour” di IOSONOUNCANE

In apertura da segnalare Vieri Cervelli Montel (@vieridinome) con la loro versione di “Almeno tu nell’universo” totalmente distopica e delirante sul finale, apprezzatissimi. Non facciamo in tempo a prenderci una birra che silenzioso e nel buio totale compare sul palco Jacopo, seguito da Amedeo Perri e Bruno Germano e da qui tutto ciò che non ti aspetti da questo live succede.

Durante il lockdown IOSONOUNCANE ha lavorato a 15 ore di musica e bozze che ha curato in ogni suono per arrivare ad un nuovo concept album elettronico sperimentale. Circa 2h di live set in formazione triangolare, un bel trip. Le sonorità indie, il cantautorato e le chitarre ostinate lasciano spazio ad una ricerca e maturità del suono del tutto nuova, resta la schizofrenia nella composizione e alcune parole accennate che guidano l’immaginario su alcune tracce. Persistenti synth e bassi che compongono il tappeto sonoro, delay di vocalizzi accompagnano il tutto e ci riportano all’origine dell’artista. 

Giuseppe Tomasi al disegno luci alimenta la sensazione di essere nel contesto sbagliato per godersi a pieno questo concerto, che avremmo voluto ballare e presenziare senza le natiche attaccate alle sedute. Ci accontentiamo di tenere il ritmo con la testa, di battere i piedi a tempo e di farci venire un bel po’ di nostalgia per quella sensazione viscerale che ti prende davanti ad un pattern elettronico sorretto da una strobo che ti punta dritto in faccia. Sudiamo comunque.

L’interruzione è improvvisa, gli artisti si sono allontanati silenziosamente dalla scena uno ad uno, lasciando il loop di suoni ad accompagnarci verso il finale che arriva bruscamente spezzando tutti i suoni, le luci si spengono in coordinazione perfetta. 

Spontaneo chiedersi: e dov’è l’after? 

 

Testo e foto: Elsa Flatform

 

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