#Trip Diary# Berghain über alles!

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
16 January 2014
Review 4 U

Andare a Berlino, per me è sempre un piccolo sogno, ma d’altra parte anche un grande dovere. I biglietti aerei costano sempre un bel soldo sotto le vacanze Natalizie, ma io e la mia fidanzata, anche questa volta non ci siamo scoraggiati. Così, nell’ardua ricerca, abbiamo trovato un volo WizzAir, da Bergamo, diretto a Poznan, piccola cittadina polacca e da lì due ore di treno InterCity fino alla capitale germanica. Quando approdo nella stazione Berlinese di Ostbahnhof, mi accorgo per l’ennesima volta della storia che circonda questa immensa città. Scorgo nelle vicinanze l’unico chilometro e mezzo di muro rimasto, nel quartiere più Underground d’Europa, il Friedrichshain. I colori, i profumi, gli odori, le chiacchiere della gente, di questo pezzo importante di storia, ci accompagnano in hotel, in Zona AlexanderPlatz. Il tempo di uscire, un giro rapido per i migliori Mercatini Di Natale D’Europa, (altro che da me in Trentino, come tutti ben ne parlano) ed un’ispezione al panorama dalla cima della Torre Della Televisione, che è subito ora di mangiare un piatto tipico a base di grossi e grassi Wurstel, Patate e Senape e di sdraiarmi in preparazione BERGHAIN.

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Decidiamo, anche se a nostro gran rischio, di entrarci fra la mezzanotte e mezzo e l’una; l’orario preferito dai berlinesi come tutti gli intenditori sanno è la Domenica mattina od ancor meglio il pomeriggio, ma vogliamo rischiare e vedere la vera Berlino di notte. Così, ben vestiti da ‘Uomo Nero’, ci avviamo verso quello che tutti chiamano ‘Il Miglior Club Del Mondo’. Dopo circa tre quarti d’ora di fila ed un freddo imparagonabile, giungiamo davanti alla porta del super club tedesco. Il Signor Sven Marquardt, figlio di panettieri si, ma vi assicuro che lui del panettiere non ha nulla, nonchè il selezionatore più famoso del mondo, ci squadra da capo a piedi. Scruta, bisbiglia coi colleghi vicino, poi fa un sicuro cenno con la testa e ci indica di entrare. Anche questa volta ce l’abbiamo fatta. La priorità del Panorama Bar|Berghain è quella di cercare persone fighe, open-minded, rilassate. Sia etero, sia gay. Vogliono gente che, una volta dentro, si senta a suo agio, non minacciata. Vogliono anche proteggere la loro clientela omosessuale da ogni tipo di look, parola o gesto sgradevole. Vestirsi cool e con un certo stile oscuro, ‘dark’, di certo aiuta, ma senza strafare, vogliono anche persone semplici, in jeans e t-shirt. Quando ci si trova alla porta bisogna dimostrare loro che non ti spaventerà e non ti darà fastidio per un cazzo, vedere magari due uomini in atteggiamenti intimi e spinti, quando sarai dentro. Bando ai particolari, quando sono alla cassa e finisco di pagare il ticket (13€+1.50€ di guardaroba, quasi come qui in Italia), salgo subito alla stazione Berghain e Janina, resident del Club De Visionaire, è gia ben scaldata ed i suoi dischi parlano da soli. Janina dopo quattro ore poderose, lascia il posto ad una ballerina e scatenata Nina Kraviz, dapprima nel dancefloor con noi a ballarsela assieme a Kenji Takimi, poi a mettere le sue bombe a mano in consolle.

Janina nina

Il Club è proprio un posto d’altri tempi, gente seria, composta, con i sorrisi giusti, gente cresciuta come si deve, capace di fare una fila seria per entrare e capace di atteggiarsi ed approcciarsi in maniera corretta, con la Musica. L’impianto Sound System (Funktion One, per la cronaca) fa paura, maestoso, disposto in maniera maniacale, in perfetta simbiosi con l’impianto luci. Un vero tempio della Musica Elettronica Underground, un vero posto dove poter passare una notte, che potrebbe essere la migliore della vostra vita. La Musica continua e lo fa alla grande, assieme ai dischi di Robert Hood, Oscar Mulero, Solomun. 13 ore in questo postaccio penso che ci possano bastare e così, stanchi, ma anche un po’ dispiaciuti, usciamo alla luce del giorno. Sven non c’è più, tanti berlinesi incominciano ad entrare, hanno appena finito di lavorare ed hanno tanta voglia di ballare e divertirsi come si deve, perdonateli. Lascio il Berghain alle spalle, il sole e il vento lo baciano, in maniera delicata; anche io e la mia ragazza esplodiamo in un romantico bacio che riaffiora già i ricordi di una notte incredibile. Allontanandomi penso che probabilmente l’amore non può dare l’idea della musica, ma forse la musica può dare l’idea dell’amore. Un abbraccio, Enrico.

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