Un’altalena di emozioni, mood e suoni nel corso di un’unica serata.
Questo è quello che Solaris ha racchiuso nel suo ultimo appuntamento invernale tenutosi venerdì scorso.
Diversi gli artisti ospiti che si sono esibiti ed accompagnato il pubblico attraverso un percorso musicale di primo livello.
Dopo un giusto warm up che ha chiarito a tutti quale sarebbe stato il livello musicale della serata sono partiti i Tempelhof, duo italiano sperimentale fondato nel 2007, catapultando tutti in una specie di trance grazie ai loro suoni eterei e visual onirici; un vero e proprio rito dionisiaco per i sensi. Il pubblico era estasiati, quasi in contemplazione, inconsapevolmente una sorta d’iniziazione a cio che sarebbe avvenuto in seguito.
Il secondo gruppo ad esibirsi, coincidenza, ha un nome esotico ma in realtà anche loro sono italianissimi, proprio come i Tempelhof. Con i Ninos Du Brasil l’energia era tangibile, ritmi calcati e bombe di coriandoli, esplosioni di colori e danze frenetiche. Ho visto con i miei occhi ragazze lanciarsi verso il palco con l’intento di attirare l’attenzione del duo. E qua il rito si trasforma in una vera e proprio orgia musicale.
Un mix di musica tribale ed electro che congiunge i due poli del mondo, il caldo dei carnevali brasiliani con la freddezza di certi club nordici.
A questo punto non si sarebbe potuto chiedere molto di più, ma c’è Rebolledo dietro le quinte a smentire tutti. L’irrequieto componente dei Pachanga Boys porta al culmine e conclude questa esperienza dai retrogusti mistici con i suoi pezzi influenzati dal folklore messicano, suo paese d’origine, canti vagamente liturgici e suoni dark intrisi di seduzione.
A fine serata si lascia la pista in una sorta di processione, stanchi nel corpo ma rigenerati nell’anima. Pregando perchè ci sia un continuo.

PICS & WORDS BY SAMUEL ALEXANDER ACEVEDO