roBOt paths e il genio di Kode9 || 23.11 – Locomotiv Club

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
28 November 2013
Review 4 U

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Il Locomotiv è un locale che dovremmo frequentare più spesso; accogliente, non troppo grande, sembra quasi un teatro, ma con un impianto potentissimo.  Sarebbe bello se fosse una delle mete notturne per il prossimo roBOt Festival, del quale per stanotte avremo solo un assaggio. E’ il club ideale per Kode9; lui che ha fatto della musica una filosofia, una scienza, un’arma non letale in grado di condizionare i comportamenti umani a seconda che sia violenza, dolore o piacere. Ha persino scritto un libro a proposito e, anche se fa un po’ paura detto così, non si può negare che se le guerre del futuro si combattessero a suon di vinili sarebbe un mondo migliore.

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Prende posto in consolle dietro all’installazione che porta il simbolo della sua Hyperdub e che cambia immagini e colori a regola d’arte, grazie all’abilità di Kado ai visual. Da qui in poi il suo lavoro è impeccabile. Come un mago butta nel suo calderone questo e quello, fonde house con bass music e soul con estrema facilità, come se un disco fosse la conseguenza logica dell’altro.

“E’ tutta una questione di ritmo”, come dice lui: “il ritmo è qualcosa di astratto che va oltre qualsiasi appartenenza ideologica, sociale, politica e ci unisce rendendoci tutti uguali mentre balliamo, ognuno in modo diverso ma seguendo lo stesso tempo.” Basta venire a contatto con un suo dj set per rendersi conto che il suo approccio è profondo e porta con sé un’infinita conoscenza della musica, che qui viene smontata e rielaborata fino a farne una cosa completamente nuova e originale.

E’ un futurista per eccellenza, sempre una spanna avanti rispetto agli altri grazie alla visione fantascientifica che ha della musica, come qualcosa di altro e superiore al mondo terreno. Non è un caso che proprio grazie a lui scoprii il concetto di afrofuturismo e i suoi esponenti maggiori: Sun Ra, George Clinton e Parliament-Funkadelic (che consiglio di andare ad ascoltare per chi ancora non li conoscesse).

Perciò anche se questo 2013 sarà ricordato per il ritorno dei ritmi “breakkati”, della jungle e della dubstep sarebbe riduttivo includere in questa corrente anche Kode9 che, a ragione, ha sempre odiato essere etichettato e rinchiuso in un unico genere musicale.

B

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