•La MUSICA è Dio, che sorride all’uomo?!
Quando entro al Qloom, questa domanda me la faccio spesso.
Sabato 11 Gennaio 2014, esco indisturbato dall’autostrada, sempre Mantova Nord, ormai è anni che ci esco, ogni giorno sempre più entusiasta; questa volta lo sono ancora di più, non vedo nebbia, non piove ed in consolle ci sarà l’italianissimo Marco Faraone.

Attraversare il Ponte Dei Due Laghi, con di fronte Castello San Giorgio, è sempre una bella emozione, così mi dirigo verso il centro dove è previsto il ritrovo con la Famiglia Blaq Ship Collective. Dopo un aperitivo veloce al Libenter, nello splendido centro medioevale cittadino, a fianco alla Rotonda Di San Lorenzo, ci accomodiamo per la cena, in un raffinato ristorante in zona, assieme a Marco Faraone che è appena arrivato. Marco si dimostra una persona molto disponibile, interessato alla musica, non solo a quella che fa, ma anche a ciò che ascolta. Giovane, frizzante, intelligente, tre caratteristiche eccezionali per essere un dj di questi tempi. Quando entro all’Icon Club, sento che c’è aria di anno nuovo, di gente nuova, di sorrisi ed emozioni nuove. L’ambiente è lo stesso, spoglio, minimale, concreto, il terrazzo, elegante, si presta sul parcheggio del locale, dove sono poste le numerose macchine della gente accorsa questa notte. Le danze vengono aperte da un B2B degno di nota, che vede protagonisti da una parte Andrea Garosi e dall’altra Aldo S ‘Happiness’. L’ottimo impianto Sound System del Club, comunica che la serata è iniziata alla grande e gli effetti variopinti delle luci, invitano ad abusare del dancefloor. Volano dischi del calibro di Mano Le Tough, Kolsch, ritmiche spezzate, una techno melodica e visionaria, che si incontra con le braccia al cielo della gente. I due dj, sono in gamba, mostrano personalità, modo di coinvolgere, insomma, un’apertura che vorresti, prima di un set di Marco Faraone, che tra il resto se la balla anche lui in consolle. Il tempo di ascoltare il basso dell’ultimo disco, che tutt’attorno diventa scuro, cupo ed è lì, che Marco entra a far parte della scena. I primi dischi sono davvero incredibili, duri, potenti. La gente nel dancefloor è davvero scatenata, i sorrisi riempiono il locale, gli abbracci lo riscaldano, gli applausi qui e là toccano l’anima.
La MUSICA è il solo ed unico passaggio che unisce l’astratto al concreto, il miglior mezzo per sopportare il tempo, un soffio al cuore perduto. Ogni disco di Faraone racconta una storia, che noi la vogliamo sapere oppure no, poco importa, racconta pagine d’amore, di vita, di fatica, di sacrifici. Marco è un professionista in quello che fa, nonostante abbia solo 24 anni, ha una tecnica sopraffina, non sbaglia un cambio, il suo set è fluido, fila liscio, ha carisma, fascino. L’energia che dimostra in consolle, è la stessa che dimostra un clubber che se la balla spensierato. QLOOM, lo segue a ruota, fra fiumi di cocktail e gente ovunque. Un Sogno Oscuro degno di nota e di inchiostro su carta quindi, una situazione al Nord, chè è difficile da vedere in altri posti in qui in Italia. La passione per la MUSICA ed una clientela composta, che sappia cosa vuol dire divertirsi, prima di tutto. Il motivo di QLOOM, è di rendere ogni party unico e magico, ponendo occhi e cuore al futuro, andando sempre a scovare artisti giovani, emergenti, polivisionari ed evolutivi. D’altronde, visto che la musica non è questione di numeri, ma di emozioni vissute, un’altra serata sfuma verso la fine, con un po’ di rammarico. Quando scendo alla macchina, l’enorme scia di stelle mi riaccompagna diritto verso casa, in direzione Rovereto, pensando bene o male alla stessa cosa: là, dove al giorno d’oggi sta fallendo il mondo, parla la musica.
Al prossimo Sogno Oscuro QLOOM, un bacio,

ENRICO.