Polpetta goes to Paris # 23 – 24 -25 Novembre #

polpetta
Tempo di lettura: 6' min
27 November 2012
Review 4 U

E’ lunedì (fanculo!) e come ogni lunedì Polpetta scrive un resoconto del weekend. Stavolta è un racconto speciale, un intenso e romantico weekend a Parigi.

Venerdì 23, sveglia alle 7.00 taxi, aereo, bus, metro e alle 13.00 siamo a Parigi. Si posano le valigie nell’hotel, quartiere Montmartre. Pranzo in un bar vicino con una immensa crêpe salata e birra Leffe. Piove purtroppo, ma non sarà certo questo a impedirci una sexy visita al vicino quartiere Pigalle, e ai negozi vintage di Montmatre. E’ la periferia, a nord della Senna, un po’ trascurata e poco turistica. Ma ci piace, è multietnica e vivace. Un paio di acquisti e torniamo in hotel. Il Télèrama Festival comincia alle 19.00 è ora prepararsi alla lunga nottata.

18.30, prendiamo la metro Anvers, fermata Riquet per poi cercare il Centequatre. Fortunatamente troviamo una ragazza francese che viene con noi e facciamo la strada insieme. Arriviamo all’entrata, una parete gigante di vetro piena di insegne luminose sparse con la scritta “aperto” in tutte le lingue. Da fuori sembra un comune capannone industriale, ma una volta entrati ci troviamo in quella che sembra una stazione dei treni; un lungo magazzino ordinato, pulito, pieno di luci. Bar a sinistra, scale a destra.

Il perimetro del Centequatre è fatto di negozi, quasi tutte librerie. Ma da dove siamo noi si vedono solo le vetrine e le persone dentro leggono, bevono vino e chiacchierano. Sembrano acquari.

Vicino ai bar ci sono degli sdraio e molta gente è ancora seduta, mentre sul palco suonano i Filewile. C’è gente di tutte le età, persino bambini; ci avviciniamo al palco, l’impianto è potentissimo e la musica di più. Non li avevo mai sentiti dal vivo, ma il loro live è divino. Tipo dub raggae con qualche passaggio techno. Hanno suonato anche un remix raggae di Space Oddity di David Bowie. Una bomba!

Comincia Adrian Sherwood, dub-step all’ennesima potenza, anche se probabilmente non è in forma, ci aspettavamo di più. Nel frattempo il Centequatre si è riempito e la folla è carica.

Ore 22.45 scende un velo nero, si svuota il palco, gli addetti ai lavori cominciano a preparare una batteria, delle percussioni e una consolle. L’attesa è lunga, ma fremiamo per l’arrivo dei Gorillaz SS. Poi ecco la loro entrata plateale; il batterista con un copricapo indiano, il percussionista e il Dj; la gente salta urla e finalmente il concerto comincia. Ho realizzato il desiderio di una vita, vedere i Gorillaz dal vivo; non poteva esserci inizio migliore di Clint Eastwood, con qualche stacco drum’n’bass (adoro); Empire Ants, Feel Good Inc., 19/2000, Stylo, Kids with Guns. I visual sempre più incredibili, tutti 3D, riprendono i video delle canzoni con qualche particolare in più. Poi vola un pallone gigante tra la folla, salta di mano in mano, e Dirty Harry chiude lo spettacolo mentre i Gorillaz 3D ballano sul palco; amo quei cartoons. Dispiace lasciare il Centequatre, avrei voluto altre 6 ore di Gorillaz. Ma è così, i concerti non durano mai abbastanza.

Ore 12.30 Télèrama finito, prendiamo i cappotti al volo e ci lanciamo in metro. Arriviamo dall’altra parte della città, fermata Invalides nel centrissimo di Parigi, sontuoso e mozzafiato.

Ore 1.00 destinazione Showcase, per la Freude am Tanzen night. Non ero informata su ciò che mi avrebbe aspettato. L’indirizzo era giusto, ma non avevo capito che lo Showcase Club si trovasse esattamente sotto il ponte di Alexandre III. Scendiamo le scale e ci troviamo in un piccolo porto della Senna. La fila per entrare è lunga ma scorrevole, una volta entrati.. meraviglia!! E’ proprio un sotto-ponte tutto in pietra con le navate che dividono la pista dalla zona bar. Attraverso la pista buttando un occhio alla consolle, era il momento di Douglas Greed. Salgo le scale e passo un tunnel con il soffitto fatto di luci rosse a nido d’ape. Raggiungo la zona fumatori; altra chicca inaspettata… è un cortile a bordo Senna con vista Tour Eiffel!!! Estasiata e con gli occhi che brillano. Torniamo all’interno, balliamo tutto il set di Douglas Greed, allegro e con un groove potente, sorseggiando vodka lemon (Ah! Curiosità bere nei club a Parigi costa un casino). Non sapevo che i francesi ballassero così male. Ho guadagnato un paio di gomitate nella schiena, un dito nell’occhio e mille pestoni. Ma è impossibile arrabbiarsi Marek Hemman sta spaccando! Incontro Mathias Kaden lo fermo e gli dico che Polpetta lo aspetta a Bologna il 30 novembre al Kindergarten. Lui sorride mi guarda con aria stupita. “Ma sarai anche li?” “Certamente!”, ricambio il sorriso. Forse pensa che lo sto pedinando….

Ore 4.00 esco dallo Showcase a pezzi, siamo svegli da più di venti ore e con un lungo viaggio sulle spalle.

 

Sabato 24, apro gli occhi e sono ancora a pezzi, ma presto mi rendo conto di essere a Parigi e le energie tornano. Doccia rapida e si parte. Prima destinazione Belleville. Vi chiederete che cavolo di posto è Belleville. E’ un quartiere periferico di Parigi occupato quasi totalmente da immigrati, la maggior parte nordafricani. Daniel Pennac docet, chi sa sa.

Mega piatto di cous cous alla marocchina e si va verso la Citè. Partendo da Notre Dame, lungo tutta la Senna, passando per il Louvre, tappa per un vin brulè sotto la ruota panoramica.

Cerchiamo di attraversare gli affollatissimi Champs Elisées, già addobbati per Natale. Facciamo visita a un paio di negozi, riprendiamo la camminata passando per la rue delle boutique vicino alla fermata Franklin Roosvelt per poi arrivare alla magica, gigante Tour Eiffel. E’ bella, bellissima illuminata non smetterei mai di guardarla. Qualche foto di rito, poi risaliamo per il Trocadèro e dopo chilometri e chilometri di camminata decidiamo di tornare ad Anvers per cena.

Wok take away e Rum Cola per riscaldare i motori ascoltando Butane.

Dopo diversi rum e cola, è ora di andare la metro chiude alle 2.00. Scendiamo in fretta per paura di non beccare la coincidenza. Riusciamo a prendere la prima linea verso l’Arc de Trionphe. In metro conosciamo un ragazzo sudamericano che da 5 mesi vive a Parigi e non ha mai visto la Tour Eiffel. Ci racconta un po’ la sua storia, dice che a breve si trasferirà a Madrid. Parlando di Madrid arrivano i controllori della metro e ci dicono che è chiusa. Merda..NO! Saliamo le scale di corsa, ubriachi, insieme a Cèsar e ci troviamo proprio di fronte a l’Arc de Trionf e dietro c’è illuminata la Tour Eiffel. Cèsar si perde nel guardare l’imponenza e la bellezza che ha davanti. Era la prima volta che vedeva la Tour Eiffel e aveva la faccia meravigliata come fosse un bambino.

E’ stato bello assistere alla sua prima volta di fronte alle meraviglie di Parigi. Mi ha colpito e me lo ricorderò.

Lo salutiamo, ci avviamo a piedi lungo gli Champs Elysées e troviamo la via del Cirque du Paradis. La fila è lunga e da quel che capisco la selezione è durissima. Fa niente ci mettiamo in fila; arriviamo all’entrata e dopo un’ampia squadrata, analisi attenta alle scarpe e un paio di domande decidono di farci entrare!

Ore 3.00 Dentro al Cirque du Paradis, scale per scendere in pista. Il locale è pieno e fa caldissimo. Ovunque andiamo è tutto privè e tavoli (odio). Fatichiamo a trovare la consolle. Ma finalmente eccola al centro della pista, c’è più gente ai tavoli che in pista.. (ma non avete capito bene bene come funziona).. meglio così. Sta suonando Guti live, intravedo Dj Tennis; non era prevista la sua presenza, ma pare fosse ospite a sorpresa. Purtroppo ha suonato presto, non abbiamo fatto in tempo a sentirlo. Dj W!ld si sta preparando per iniziare; dietro la consolle c’è un enorme testa di tigre dorata con una palla da discoteca in bocca. E’ un po’ kitsch ma fa molto circo. Conosciamo dei ragazzi super simpatici uno cinese, l’altra francese saltavano come i matti mentre Guti stava chiudendo. Suona con una tastiera Arturia e fa tech house lenta ed elegante. Poi comincia W!ld. Viene molestato da una tipa, abbassa la musica e la tipa viene accompagnata fuori (non ci credo). Vi ricordate le regole del clubbing scritte dal Guardian? I francesi a ballare sono l’opposto del galateo dei clubbers!! Fortunatamente alle 4.30 il locale si svuota, probabilmente hanno tutti bevuto troppo. Comincia il meglio della serata, c’è abbastanza spazio per ballare e Dj W!ld comincia a fare sul serio. House dark fluida con voci scure e un basso secco e potente. Un misto tra New York anni ’90 e la terrazza del Dc10. Arriva Guti e si mette a ballare a fianco a noi. Chiacchieriamo, un drink e continuiamo a ballare. Ormai in pista siamo rimasti in una ventina, ma W!ld non si ferma; un vinile dopo l’altro, noi lo seguiamo fino alla fine. Alle 7.30 lo obbligano a chiudere, purtroppo, e così è la fine. Luci accese, salutiamo i compagni di festa e tutti a casa, stanchi ma felici perchè la nottata è stata davvero indimenticabile. Che musica.. voglio risentire Guti e W!ld al più presto.

E’ l’alba a Parigi, ed è romanticissima. E’ ancora buio, ma si intravedono le prime luci.

Il giorno dopo siamo stanchi stanchissimi, ma ci concediamo un ultimo giro per la città. Mancano poche ore al ritorno. Andiamo al Centre Pompidou nella speranza di poter fare una breve visita, c’è la mostra di Dalì. Ma è domenica, la fila è interminabile, allora andiamo verso place Vandome. Torniamo nel nostro quartiere nel pomeriggio per mangiare nel nostro bar, ormai, di fiducia. E alle 18.00 di nuovo metro, bus, aereo, taxi. All’ 01.00 di notte siamo di nuovo a casa.

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