La Poetessa Elettronica-Laurel Halo @ Locomotiv Club, Bologna ||24 gennaio 2014

cecilia
Tempo di lettura: 2' min
31 January 2014
Review 4 U

La Poetessa Elettronica

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Noi bolognesi e amanti della musica elettronica lo sappiamo, il roBOt Festival è un’occasione imperdibile, riunisce centinaia di persone provenienti da città lontane. Bologna diventa più grande, varia, si arricchisce di personaggi inediti ed interessanti. L’aria cambia e l’inverno non sembra più così freddo. Il Locomotiv Club apre le sue porte e accoglie la novità, rendendoci un po’ tutti più felici.

Ogni volta che ascoltiamo Laurel Halo sembra sia un’artista diversa, ogni volta che vediamo Laurel Halo è sempre la solita ragazza dai capelli lunghi e dall’aspetto ingenuo. Arriva sul palco silenziosa, leggera e si posiziona davanti alla consolle con estrema naturalezza. Sembra assente, introversa ma allo stesso tempo è già proiettata ad un’ora dopo dall’inizio dell’esibizione. C’è un lieve brusio tra gli spettatori, nessuno si aspetta che a pochi minuti ìdalla sua apparizione inizi una vera e propria evoluzione musicale. Le luci sono soffuse, il caldo inizia a colpire le prime file. Alcuni impazienti, alcuni già ubriachi d’euforia ed altri si perdono a salutare amici. Non si scompone mai, non attira l’attenzione, la magia avviene quando le sue esili mani afferrano le cuffie. Da quel momento il silenzio. Siamo tutti rapiti da come il suono riempia la stanza, colma il vuoto, le voci si fanno sempre più sottili. Assistiamo immobili, ondeggiamo sinuosamente nella stessa direzione ed io non riesco a staccarle gli occhi di dosso come avviene alla vista del primo amore. E’ un colpo di fulmine, una sintonia immediata, familiare e suggestiva. Così come la sua prima apparizione anche il suo primo brano è sottile, tenue. Laurel sembra non seguire una precisa scaletta, tutto è imprevedibile, tutto può succedere. Non importa se qualcuno apprezza, non importa se molti aspettano un attacco diretto, incisivo e deciso: lei suona quello che ha voglia di suonare. Non ci sono regole e non esiste nemmeno una ragione per seguirle. A volte esita, ha troppe idee per la testa, il ritmo cambia freneticamente. Se prima ascoltavamo una delicata voce jazz, adesso arrivano i bassi, balliamo, siamo tutti eccitati ,ma chi conosce con certezza cosa accadrà il minuto successivo? Ci muoveremo scatenati o fluttueremo confusi e affascinati? Laurel gioca, si muove in continuazione, non riesce a fermarsi. I capelli raccolti oscillano, seguono ogni frammento ed appare irrefrenabile. E’ capace di proiettarti attraverso una corsa folle, ti tiene per mano, ma è lei che comanda. Decide quando cambiare direzione, ti strattona ed è come se il suo palmo fosse incollato al tuo perché non puoi fare a meno di seguirla. Non c’è tempo per riprendere fiato, devi essere al passo, affiancarla per non perderti. Proprio per queste ragioni ha intitolato il suo ultimo album “Possibilità di pioggia” . E’ una giornata nuvolosa, fredda da cui non sai cosa aspettarti: uscirà il sole o inizierà il temporale?

 

FZ

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