James Ruskin – Shifted – Oniks @ Link #18.03.017#

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
21 March 2017
Gallery, In primo piano

È notte, dal palco il DJ riempie il club con i pezzi più decisi, facendo vibrare ogni mattone della struttura sfruttando al massimo l’impianto audio. L’ascoltatore, come ipnotizzato si muove in una penombra cangiante, deciso a salire in balconata per ammirare la pista gremita dall’alto. A metà scala si ferma: Illuminato dalle luci di scena, in un angolo fra i due piani si trova a fissare un’enorme testa scenica, simile ad una versione moai dell’isola di pasqua. Il tam tam elettronico lo riporta indietro, sull’onda dei ricordi, verso un’era che sta scomparendo ma che, sopravvive a tutti i costi negli angoli della nightlife.

Uno di questi angoli è il Link di Bologna, un locale nella zona industriale di Bologna impregnato di suggestioni postmoderne che non ha mai rinunciato alle sue origini per adattarsi ai trend che vogliono che il clubbing sia un’esperienza glamour esclusiva ai pochi.

Ad aprire la serata è salito in console ONIKS, resident del famoso DUDE di Milano, che, con uno stile decisamente vicino ad un concetto di techno pura, ha scaldato il dancefloor in un crescendo ipnotico che gradualmente attira il pubblico, sorprendentemente eterogeneo, a stiparsi sotto la console per lasciarsi trascinare nell’irrinunciabile delirio che è origine e linfa vitale della Techno montando una sequenza di notevole impatto verso un finale anticlimatico e di maggiore leggerezza. Il set di ONIKS si dimostra essere un warm-up eccellente per il momento in cui James Ruskin, vera e propria leggenda vivente del panorama Techno sale in console e, senza troppi mezzi termini sconvolge la scena.

Ruskin dimostra subito maestria nel comporre e scomporre la materia musicale reiterando sonorità familiari in un melange accattivante ed efficace, imponendo il suo concept musicale con tecnica, esperienza e furia incontenibile alla folla che non è più in grado di dimostrarsi indifferente, anche quando la leggenda britannica si avvia verso ritmi oltre il ballabile portando la folla verso il limite.

Dopo la chiusura di Ruskin è l’ora dell’ultimo slot. Il gran finale è affidato a Shift che smorza l’Old School di Ruskin in favore di un approccio più riflessivo e ragionato, indirizzato verso l’armonia sonora senza però deludere il pubblico sotto la console anzi, soddisfacendo chi era alla ricerca del buon sound avvicinandosi alle attuali avanguardie del panorama della musica elettronica raggiungendo vette concettuali notevoli in una degna coronazione di quello che è stato un evento che si può tranquillamente definire Old School For The New Generation, con una lineup nostalgica ma ragionata, in un setting informale ma positivamente impegnativo che riflette sugli antichi fasti di quando la Techno era IL fenomeno underground per eccellenza.

words by Markus Der Romero
pics by Janine Billy

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