EVOLUTION: Giorgio Moroder vs Ilario Alicante

Stadium Rimini 05.01.2018

tms
Tempo di lettura: 4' min
9 January 2019
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EVOLUTION – Il passato, il presente e il futuro della musica elettronica

A tanti di noi, si sa, piacerebbe viaggiare avanti e indietro nel tempo per poter toccare con mano cio che è stato, e ciò che sarà. Ecco sabato scorso per Evolution a me è successa la stessa cosa, ma a farmi da macchina del tempo è stata la musica.

Da quando ho visto l’uscita dell’ evento un’unico pensiero mi ha invaso la mente: “devo andarci”.
Sicuramente questa voglia impellente nasce anche dalla stima che ho per le due super star della serata, Giorgio Moroder e Ilario Alicante, ma soprattutto per la curiosità di vedere cosa sarebbe successo. Perché poi non è così scontanto che mettere insieme due nomi del genere possa sempre dare l’effetto sperato.

Il risultato della serata? Un crescendo continuo di musica ed emozioni. Vi giuro sono tornato a casa sconvolto, ma procediamo con ordine.

La serata si è aperta alle 20:00, e noi di Polpetta Mag avevamo già solcato la soglia in modo da non perderci i djset di apertura che davvero hanno fatto scintille. Devo dire che, contrariamente alla “cattiva abitudine” di arrivare tardi, il pubblico ha iniziato a riempire un RDS Stadium tirato a lucido sin dai primi minuti dell’evento.

Il primo artista ad esibirsi è stato Benny Blanco che avevo già avuto modo di apprezzare in passato e devo dire che non avrebbe potuto aprire in maniera migliore la serata. Sonorità nu-disco, suono morbido ed avvolgente, per trascinare il pubblico sotto il palco, per mandare un messaggio chiaro: questa sera si balla finchè non vi si staccano le gambe.

A completare “l’umbria connection” ci hanno pensato prima Marco Fimp, e poi Ricky L, due dj che rappresentano il futuro e il passato del clubbing umbro: entrambi cresciuti artisticamente insieme(seppur in tempi diversi) a Dj Ralf. Hanno avuto il piacere di animare le serate del Red Zone, uno dei club storici italiani per l’house music.

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Ma torniamo a noi. Questa tripletta umbra ha davvero fatto crescere l’atmosfera a tal punto che alle 22,sembrava di essere in piena serata, ma il meglio doveva ancora venire.

Prima di cedere la scena a Moroder si è esibito Pakkio Sans. Giovane ma super talentuoso DJ locale che ha letteralmente fatto impazzire un palazzetto strapieno di gente, con suoni tech mixati a vocals incredibili. Ed è stato bellissimo.

Riuscire a caricare così tanto il pubblico sin dai primi momenti è il risultato di una competenza musicale e una scelta artistica accurata veramente incredibile ed è bellissimo, soprattutto in un periodo come questo dove spesso e volentieri gli interessi economici e/o le mode del momento, prevalgono sulla qualità della serata.

E poi? E poi è arrivato un signore (e lo è per davvero, in tutti i sensi!) di anni 78, che all’anagrafe fa: Giovanni Giorgio Moroder (“but everybody calls me Giorgio”). Ci ha fatto salire su una De Lorean formato festival, e il viaggio nel tempo è cominciato. Credetemi, neanche Doc Brown di Ritorno al Futuro, sarebbe stato capace di tenergli testa.

Ammetto di aver accusato il colpo, e un paio di lacrimoni di gioia sono scesi, mentre Moroder, ripercorreva la sua intera carriera di successi, facendo impazzire il pubblico: da “take my breath away”, a “The neverending stories”, per un ora e mezza, sono state suonate solo hit, di un passato non troppo remoto, e di un presente, segnato in maniera indelebile dal talento italiano, che nonostante l’età continua a mietere successi.

Va beh dai, ma le hit fanno ballare tutti! No, non è vero, la musica fatta con il cuore muove le gambe di tutti, anche quelle di Ilario Alicante, che si è lasciato trascinare da Moroder, ballando prima del suo set nel retro consolle.

Non so onestamente, come definire quello che ho vissuto, un dj set, un’esibizione, un concerto…è stato fantastico.

L’unica cosa che posso dire è: grazie di questo viaggio signor Moroder. Spero di rivederla presto (tornerà in tour in Italia il 17,18, e 19 maggio, rispettivamente a Milano, Firenze e Roma).

Cosa volere di più da una serata che aveva già fatto il pieno di gente ed emozioni?

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Due parole: Ilario Alicante. Il ragazzo di Livorno ha letteralmente spaccato, semplice no?

Ho avuto modo di sentire molti set di Alicante da Ibiza a Berlino (la sua attuale dimora), questo dj ha sempre e dico sempre avuto un denominatore comune: pestare, spingere e tirare bombe a mano. Il mio modesto e personalissimo giudizio è che nel mondo tech lui sia il numero 1. Per capacità tecniche, per sonorità, ma soprattutto per l’empatia che riesce a trasmettere a chi lo ascolta, e così è stato sabato: un dj set capace di trascinare un pubblico, che era già stato “provato” dai precedenti artisti.

Esiste un limite al divertimento? Si probabilmente esiste, si chiama “ultimo disco”, invocato a gran voce alle tre di mattina da un palazzetto strapieno.

Concludo con un pensiero critico, perché credo che a livello di club culture, a livello di organizzazione di eventi, sia necessaria una doverosa riflessione.

Per riportare la gente dentro le discoteche, i nomi servono fino a un certo punto. E non sempre le capacità organizzative generano cose buone (la tragedia di Corinaldo ne è un esempio), quello che serve è un accurato studio e selezione degli artisti chiamati ad esibirsi, e della loro capacità di trascinare ed emozionare gli spettatori. Evolution è stato questo, un connubio perfetto di artisti capaci e talentuosi.

Ci vediamo alla prossima review.

TMS

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