Dude Design Festival w/ Rødhåd + Derlory Edwards + Maurice Fulton || 17 Aprile 2015

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
22 April 2015
In primo piano, Review 4 U

VENERDì 17 APRILE.

TEATRO FRANCO PARENTI
 : Kate Tempest + Kindness + Portico + Kiasmos.

DuDe Club : Rødhåd + Derlory Edwards + Maurice Fulton.

Partiamo intorno alle ore 20 verso il Teatro Franco Parenti di Milano dove ci attendono alcuni live. Arriviamo sul finire del live di Kindness, che avevamo già avuto il piacere di ascoltare al Sonar di Stoccolma, e alle 23.45 iniziano i Kiasmos.

I due islandesi iniziano con una piccola presentazione in cui dicono che è la prima volta che suonano in Italia: sono carichi e i loro volti sono un sorriso perenne.

Si dividono i compiti: uno alle ritmiche e l’altro alle armonie. Lo spettacolo dura poco più di un’ora in cui il duo esegue tutto il loro omonimo album Kiasmos uscito nel 2014. Il live vola tra melodie e casse dritte e in men che non si dica è già finito. Janus Rasmussen e Ólafur Arnalds hanno una presenza scenica davvero dirompente che spesso si vede in artisti di altri generi, spesso commerciali, e che per noi contrasta un po’ con la musica che propongono; il pubblico in ogni caso apprezza questa energia. Arriva davvero la fine e non ci resta che fare i complimenti al duo: ci rivedremo presto.

Usciti da teatro ci dirigiamo vero il Dude Club per una delle tre date del Dude Design Festival. Questa notte al Dude ci attendono 3 grandi artisti: Rødhåd + Derlory Edwards + Maurice Fulton.
Entriamo prima nell’Osservatorio Astronomico dove ai dischi troviamo il maestro dell’house music più pura Maurice Fulton: qualità è la parola d’ordine. Dopo un paio di cocktails andiamo nella main room del Dude e in consolle troviamo Derlory Edwards che propone una techno/acid cattiva e ruvida che il dancefloor fatica un po’ a seguire; noi apprezziamo ma dopo mezz’oretta è già il momento di Rødhåd (Dystopian, Phantasy Sound, Token, Monkeytown Records).

Rødhåd è la techno tedesca contemporanea per eccellenza: veloce, ruvida, senza fronzoli o mezze misure.
Al Dude Rødhåd è venuto varie volte e ormai sembra essere di casa.
Quando parte il suo remix di “Signs” degli Howling il dancefloor si infiamma, noi anche.
Diamo un’occhiata all’orologio e purtroppo son già le 5, a malincuore ci dirigiamo verso la macchina e ripartiamo verso Bologna.

Anche questa notte al Dude Club qualità e professionalità sono state le parole d’ordine ed il flow della serata appena trascorsa sarà davvero difficile da riuscire a ritrovare in altri club.

See you soon Dude club.

WORDS BY JOE ALPACA

 

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