Sònar 2015 // 18-19-20 Giugno 2015 • Barcellona

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
30 June 2015
Festival, Gallery, In primo piano

Ricordo come se fosse ieri la mia prima esperienza al Sònar Festival di Barcellona, la ricordo come la prima volta che vidi la neve in montagna, ne rimasi completamente rapito, varcai l’ingresso della Fira sulla Gran Via e rimasi fermo a guardarmi intorno attonito, ero un ragazzino che veniva da esperienze nostrane come Heineken Jammin’ Festival, Mtv Day & affini e non riuscivo a concepire l’idea di qualcosa di così grande, innovativo e futuristico che andasse oltre al solito programmino comprendente un palco gigantesco, line up in ordine di importanza e panze da birra sbandierate con orgoglio. Il Sònar portava avanti anni luce il concetto stesso di festival e si è trasformato negli anni in un’entità che vive con la città che lo ha visto nascere, in totale armonia con essa e trasformandola in una gigantesca fucina culturale. Ad esempio tra le innovazioni tecnologiche di quest’anno c’erano i braccialetti interattivi in sostituzione al sistema di pagamento tramite token all’interno delle strutture, dando persino la possibilità ai clienti di essere rimborsati nel caso non venissero esauriti i soldi caricati in esso, inoltre il fatto che il festival goda a pieno dell’appoggio delle istituzioni e che gli vengano date a disposizione aree centralissime ed importanti come i due più grandi complessi fieristici della città è già di per se una grande lezione di civiltà, e lo dico senza troppo nascondere allusioni alle recenti storie legate alla fine di molti festival italiani.

Diviso come sempre in due fasi, anche quest’anno al Sònar de Dia si sono alternati nomi di spessore e avanguardisti della scena musicale, come i veterani Autechre, il progetto artistico J.E.T.S. formato da Jimmy Edgar & Machinedrum, il gallese Squarepusher, Arthur Baker, Floating Points e il live degli Hot Chip. Ma se la fase diurna del festival è da sempre la più sofisticata, quella nottura rimane un sinonimo di garanzia totale, e in questa edizione a farla da padroni sono stati sicuramente A$AP Rocky, il live show di Tiga, Ròisìn Murphy, Paranoid London e Jamie XX nella serata di venerdì, mentre il sabato è stato letteralmente dominato dai pienoni senza precedenti di Chemical Brothers e in chiusura alle sette del mattino di Laurent Garnier, senza però dimenticare il live adrenalinico della combinazione di Siriusmodselektor, il live Hybrid di Dubfire, Special Request ed FKA Twigs. Menzione d’onore pure ai Duran Duran che, nonostante l’età, sono stati ancora in grado di stregare una platea non proprio consona al loro genere.

Da un paio d’anni il festival ospita anche il Sònar+D che, per citare dal sito, non è altro che una conferenza internazionale dove sono riunite una serie di attività, workshop, conferenze ed esposizioni aventi come comune denominatore il rapporto tra creatività e tecnologia, dando a tutti gli artisti e creativi che si sono distinti nel campo della musica, dei visuals e delle piattaforme multimediali, lo spazio e il supporto per far conoscere al grande pubblico quali saranno gli strumenti e le iniziative che daranno vita al futuro della tecnologia e cultura digitale.

In conclusione, anche quest’anno il Sònar Festival ci lascia con un messaggio, ossia che tecnologia, musica e cultura possono viaggiare su binari paralleli, e che l’ideale di una città in perfetta sintonia con un festival musicale di portata internazionale è davvero possibile.

Hasta pronto Barcellona, sarà impossibile non rivederci anche l’anno prossimo.

WORDS BY RICHARD GIORI

GALLERY BY CECILIA SECCHIERI & ROBERTO MAZZA ANTONOV

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