Ogni cosa è apparentemente uguale ma tutto appare nuovo, sorprendente, eccitante.
E’ così che, ritornare al Summer Jamboree non è molto diverso dall’andarci per la prima volta. Se da un lato dobbiamo rinunciare a quell’espressione d’infante al luna park, dall’altro la sensazione di vivere un viaggio spazio temporale è la stessa di sempre.
Complice il sole, il mare e l’incanto della Senigallia più antica, che dalla fortezza si svela in tutta la sua bellezza, tra il foro annonario, l’antico mercato coperto del pesce, ponti e canali, l’umano spettacolo del Jamboree splende di una luce abbagliante.
Il giorno inizia pieno di sonno ancora e si spende tra i bagni del lungomare Alighieri. Al Mascalzone i dj si fronteggiano a colpi di 45 giri fin dal primo pomeriggio. E’ lì che si respira la straordinaria leggerezza del festival, pura gioia.
Agghindatissimi, i più radicali arrivano già determinati a non lasciare nulla al caso: Lui, Linetti a fiumi per scolpire il ciuffo, pettine che spunta dal taschino della camicia hawaiana, occhiale d’osso scuro, lei frangia minimale e foulard per raccogliere i capelli, abito sensualmente castigato a pois, tacco e borsetta. E come loro, altri mille, attorno, che si abbandonano a un lindy hop, a un boogie-woogie.
La notte cala presto sulla cittadina ribollente.
Dal main stage del Foro agli altri palchi allestiti echeggia l’incanto furioso e spensierato degli anni ’50, mentre ci si dà la buonanotte alla Rotonda a Mare, con ancora, negli occhi, un carico quasi insostenibile di bellezza…
pics by Janine Billy
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