roBOt 07 || BY NIGHT || @ BOLOGNAFIERE – BOLOGNA

janine
Tempo di lettura: 4' min
10 October 2014
Festival, In primo piano

La maggior parte dei ricordi, perlomeno i miei, sono legati alla musica, che è come l’aria e l’acqua, indispensabile. I ricordi sono fatti di attimi di perfezione belli o brutti che siano. In questi giorni ne abbiamo vissuti diversi, tutti molto belli. Sarà uno di quei weekend che fra qualche anno ricorderemo con piacere, nostalgia e un sorriso.

E’ il venerdì il giorno in cui si aprono le danze notturne di questo roBOt07, la parte più attesa, quella in cui avremo la possibilità di ascoltare astri nascenti e mostri sacri del panorama musicale. Come nel caso di Villalobos, il nome più atteso del venerdì da alcuni, quello che per altri invece suona già sentito, commerciale. Così accade che di fronte a nomi più ricercati come Logowelt o il giovane Vaghe Stelle, diventa facile scegliere a chi spetti la precedenza. Il vero vincitore del venerdì è Matthew Johnson con un nuovo live che ha fatto impazzire il grande pubblico, carico e ci lancia una vecchia perla come Marionette che lascia tutti senza fiato. Ma in Fiera non c’è solo musica: le installazioni interattive, la parete su cui ognuno può lasciare la propria firma, si può persino sfruttare uno spazio per “giocare” con Ableton live. I palchi sono sistemati a specchio uno di spalle all’altro, sulla destra una lunga vetrata con del verde tra un padiglione e l’altro, la attraversi e arrivi nella zona relax, cibo e autoscontro a ritmo di musica da giostra, scelta che ricalca il dehor del Sònar Festival di Barcellona. La presenza delle autoscontro ha permesso ai soliti haters di praticare il loro sport preferito e trovare qualcosa di cui lamentarsi. “Ah! ma è uguale al Sonar…. “, bè prendere da esempio il miglior festival d’Europa (e quindi del mondo) non penso sia uno sbaglio, anzi. E’ il presupposto per creare qualcosa di ancora migliore nel tempo.

Il sabato, data la grande affluenza prevista e un sold out coi fiocchi, è il giorno della prova del nove. Noi arriviamo a mezzanotte spaccata per Gold Panda, ormai un habitué del roBOt, ma un po’ spento e robboso in questa edizione; lo alterniamo con la house cantata e allegrissima di Moodymann, in attesa del grande show di Moderat. Nel frattempo la sala principale si riempie a dismisura, ma nonostante la folla sembra tutto in ordine, tutto fila liscio come l’olio. Poi finalmente ecco i tre attesissimi Moderat, invitano la folla a non usare flash o cellulari molesti per lasciare spazio al loro visual dark. E poi attaccano con New Error, e il sogno diventa realtà. Seamonkey e poi, devo ammetterlo, a un certo punto della storia, stava suonando Rusty Nails, l’emozione rasenta la commozione. Quel mare di gente, la musica, Bologna. Andiamo a sentirci gli ultimi minuti di Lone nel Red Bull Stage che senza esclusione di colpi conclude il suo live con qualche chicca che ci riempie di energia e voglia di ballare ancora e ancora. Poi Jon Hopkins altro pregiatissimo nome di questo sabato che vorremmo non finisse mai. Martyn e Falty DL e la chiusura con il dj set di Apparat, altre due ore di estasi indimenticabile.

Insomma questo roBOt ci ha rapito, emozionato, confuso, ingarbugliato e rispedito al mittente. In questo lunedì di pioggia, con tutti i dovuti acciacchi del giorno dopo, non possiamo fare a meno di pensare alle gag del weekend, tipo i tizi che ascoltano musica con il Mac fuori dalla fiera (la versione 2.0 del Boombox anni’80), o la mamma che porta una squadra di quattro bimbi saltellanti come molle alla Sala del Capitano, mentre Populous suona. Davvero dire che andato tutto liscio come l’olio è riduttivo, è stata una gran bella storia. Emozionante vedere come Bologna si sia trasformata in centro di attrazione per migliaia di clubbers per un weekend, sintomo che lavorare tanto e bene paga sempre. Anche noi Polpette che, dopo due anni dall’inizio della nostra avventura, ci troviamo da pochi giorni a riempire le pagine bianche di un sito nuovo di zecca, nel nostro piccolo capiamo cosa significa credere in un progetto, fare dei sacrifici, arrabbiarsi, ma divertirsi allo stesso tempo nel vederlo crescere. Sono soddisfazioni. Quindi complimenti all’organizzazione Shape per la magnifica riuscita di questo evento senza precedenti che ha fatto di Bologna la sede di quello che senza dubbio è attualmente il miglior festival d’Italia e che ha ancora tanto potenziale da esprimere. Leggendo la critica entusiasta della stampa tradizionale, si può ben sperare che questo segno positivo sia colto dai piani alti per lavorare per una cultura musicale migliore, che da decenni viene rispettata nel resto d’Europa, ma che qui a volte fatica ancora, perché ancora troppa è la paura per il “nuovo” e il diverso, che porta a rifiutare ciò che non si capisce, quando invece basterebbe lasciarsi andare.

E grazie ancora per aver formato in noi quello che resterà il ricordo di un weekend perfetto, che come tutte le cose belle, è finito troppo in fretta.   

Words by B

DAY 1

Gallery by Janine Billy e Simone Cappelletti

 DAY 2

Gallery by Janine Billy e Simone Cappelletti

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