roBOt 07 || By Day || @ Palazzo Re Enzo – Bologna

cecilia
Tempo di lettura: 3' min
6 October 2014
Festival, In primo piano

La maggior parte dei ricordi, perlomeno i miei, sono legati alla musica, che è come l’aria e l’acqua, indispensabile. I ricordi sono fatti di attimi di perfezione belli o brutti che siano. In questi giorni ne abbiamo vissuti diversi, tutti molto belli. Sarà uno di quei weekend che fra qualche anno ricorderemo con piacere, nostalgia e un sorriso.

Ogni edizione del Festival non è mai uguale all’altra e quest’anno, oltre all’annuncio del cambio location che faceva ben sperare per una vera svolta di questo settimo anno con roBOt, non sapevamo cosa aspettarci.

Abbiamo cominciato il mercoledì nel meraviglioso scenario di Palazzo Re Enzo, tappa fissa della parte diurna del Festival, ma che riesce comunque a stupirci ogni volta di più per tutta la sua bellezza. E’ il luogo che raduna gli amanti della musica “colta” in cerca di novità, gli amanti dell’arte avanguardista e anche coloro che non vogliono perdere l’occasione di una location così chic per sfoderare il proprio outfit migliore lasciando il resto come semplice contorno. Ce n’è per tutti i gusti.

Tra uno spritz e l’altro abbiamo passeggiato nelle sale del Re Enzo accompagnati da due idoli dell’elettronica intelligente, jazz e a tratti tribale, come Burnt Friedman & Jaki Liebezeit e sua cupità Roly Porter, roboante, sperimentale e imprevedibile come non mai. Il giorno dopo scaldiamo i motori con un Nick Anthony Simoncino in super forma, ormai di casa qui a Bolo, fa saltare la Sala del Capitano gremita di gente. Un vinile dietro l’altro di anni ’90 più pura, per veri intenditori. La scoperta di questa giornata è Fort Romeau, giovanissimo londinese che non solo ha partecipato come tastierista in progetti musicali insieme a Matthew Dear e La Roux (tanto per dire, due a caso), ma è anche un ottimo produttore solista e ci fa ballare con gusto. Segue una vecchia (ma sempreverde) gloria della scena house bolognese Memoryman aka Uovo e un altro membro della vecchia scuola TLR.

Arriva venerdì e Palazzo si anima del clima euforico di quelli che non vedono l’ora di sbirciare dentro le porte della Fiera per vedere la grande novità. Prima l’italiano Rawmance, poi K-Conjog creano un’atmosfera eterea per chiudere con Valentin Stip, il francesino pupillo di Nicolas Jaar, e la sua techno espressiva. Poi si corre in fiera. Purtroppo un festival con tanti bei nomi prevede per forza qualche concomitanza, vorremmo chiudere in bellezza il nostro venerdì a Re Enzo, ma Craig Richards chiama. Torniamo il sabato, ultimo giorno, dopo una lunga nottata in Fiera, puntuali alle 19 per il dj Set di Populous il talento italiano che ci è piaciuto forse più di tutti. Proprio perché i ricordi sono attimi di perfezione accadono nel modo più inaspettato e la sua musica allegra e potente, con la sala già piena all’ora dello spritz e vedere dalla finestra un fiume di gente in Via Degli Orefici… è stato surreale, il vero clima da festival estero che tanto sogniamo e che finalmente diventa realtà. Altri italiani degni di nota senza dubbio Godblesscomputers e il suo dj set, ancora una volta conferma di meritare il titolo di rivelazione dell’anno, e altra bella scoperta tutta italiana Go Dugong e il suo live electro etnico molto particolare, con tanto di incenso e gatti cinesi portafortuna.

Cena veloce e ci spostiamo in Fiera per il gran finale.

Words by B

DAY 1

Gallery by Cecilia Secchieri

DAY2

Gallery by Janine Billy

DAY3

Gallery by Cecilia Secchieri in collaborazione con Janine Billy

DAY4

Gallery by Cecilia Secchieri

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