A proposito di Volcov. #Interview

polpetta
Tempo di lettura: 4' min
20 February 2014
Interviste

E’ una persona discreta. Da sempre ha preferito dedicare maggiori energie alla musica piuttosto che puntare sulla notorietà del proprio personaggio, ISoul8 o Volcov che sia, moniker coi quali si è affermato come uno dei migliori Dj house che la storia del nostro Bel Paese vanta. Porta con sé un baule di esperienze musicali importanti, delle quali non ama vantarsi, ma che fanno di lui un vero intenditore di musica house, soul e jazz. Musica nera primitiva simbolo di una cultura immortale, che Enrico (questo il suo vero nome) celebra giorno per giorno tramite numerosi progetti musicali, a dimostrazione della sua grande creatività. Ha cominciato a collezionare vinili alla fine degli anni ’80 e da allora non si è più fermato. Nel corso della sua carriera ha stretto amicizie influenti nel mondo musicale, prima fra tutte quella con Theo Parrish, con il quale suonerà proprio qui a Bologna, sabato 1 marzo in occasione del Pulse.

Volcov è uno di quegli artisti con cui vale la pena passare ore a parlare di musica e imparare, ma per adesso accontentiamoci di questa breve intervista.

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Quando hai cominciato a collezionare musica? Raccontaci della tua evoluzione artistica, da allora ad oggi. 

Ho iniziato comprando i primi dischi a fine anni 80, mi sono presto orientato verso artisti come Larry Heard e Lil Louis [specie le cose più raffinate e melodiche] che ancora adesso rimangono i miei favoriti. Nei primissimi anni 90 ho iniziato con scarsa fortuna a suonare nei club della zona (ora si direbbe che suonavo troppo deep) e solo a metà anni 90 a Milano ho avuto più spazio, ma sempre nel circuito più alternativo. Essere stato per molti anni resident alla PERGOLA a Milano, le prime produzioni e l’esperienza a Londra sono stati momenti importanti. Ho sempre dedicato molta energia alla ricerca, e in tempi in cui internet e Discogs non esistevano scrivevo lettere a negozi di dischi di Londra come Fat Cat, chiedendo cosa stava uscendo di questo o di quell’artista. Questo tipo di percorso credo mi abbia portato ad un approccio abbastanza personale alla musica.

Chi sono stati i tuoi “maestri”?

Non ho avuto dei veri e propri maestri all’inizio, però ascoltare Andrea Gemolotto suonare nel 90/91… lo considero uno dei momenti più formativi per scelta, programmazione e tecnica.

Invece quando e come è nata l’amicizia e collaborazione con Theo Parrish?

Trovai un numero di telefono di Detroit su uno dei suoi primi dischi e lo chiamai. Era il 1998. Volevo che facesse un singolo per ARCHIVE che in quel momento muoveva i primi passi. Poi nel 1999 mentre ero per alcuni giorni a New York lo chiamai per salutarlo e mi invitò ad andare trovarlo e così andai due giorni a Detroit. Da quel viaggio nacque il suo singolo ‘HOW I FEEL’ e l’amicizia.  Il suo mix ‘Live in Detroit’ uscito in quell’anno su cassetta è stato una grandissima influenza: la prima volta che sentivo mixare continuamente house e disco (prima ero abituato a suonare house e poi a fine serata un pò di disco e rare groove).

E come mai hai sentito la necessità di dividere il tuo lavoro tra Neroli e Archive?

Mentre ARCHIVE era nata come etichetta più sperimentale e concettuale e con il desiderio che i suoi dischi venissero collezionati [proprio come io facevo con Transmat, A.R.T., Retroactive, B12, etc], NEROLI invece doveva avere un taglio più house e per i dj. Negli anni poi è diventata un po’ più sofisticata e con suoni più organici. Credo che le uscite degli ultimi due anni siano tra le più belle del catalogo, quindi sono molto soddisfatto.

Artisti che hai avuto il piacere di pubblicare? E che vorresti pubblicare in futuro?

Tra le due etichette DEGO, Theo, Phil Asher,DOMU, Chateau Flight, vari membri dei Bugz in the Attic, Ricardo Miranda, Alex Attias, Kirk de Giorgio, STASIS, NU Era, Trinidadian Deep, Skymark e molti altri…

un artista che vorrei in ‘catalogo’ è Peven Everett.

Come è nata l’idea dell’etichetta Reincarnation con Slam Jam, hai qualche interesse particolare per la moda o sono loro che hanno cercato te?

Luca Benini di Slam Jam mi contattò credo nel 2001 per avere informazioni proprio su Theo Parrish. Da allora è nata un amicizia e diversi progetti discografici (nyc, Sjnrl, Reincarnation) oltre che il supporto di Slam Jam e Stussy agli album RIMA e ISoul8 con merchandise e varie collaborazioni.

Che differenza c’è tra Isoul8 e Volcov?   

ISoul8 è lo pseudonimo che ho usato per i progetti più house come l’album BALANCE. Ormai direi che non c’è più molta differenza.

In passato vanti collaborazioni importanti con Paul Randolph, Pirahnahead, Gerald Mitchell, Jazzanova… hai altro che bolle in pentola per il futuro?

Di sicuro una compilation per i 15 anni di ARCHIVE e poi vorrei finalmente finire l’album che ho iniziato con Gerald. Poi vorrei fare poche cose ma fatte sempre meglio.

Noi ti aspettiamo al Pulse il 1 Marzo insieme al tuo amico e collega Theo Parrish. Hai già suonato a Bologna?

Si ho già suonato sia al vecchio LINK (ricordo una serata con I Cube) che nella nuova struttura sempre con artisti di detroit (Omar S e Kdj).

Grazie Enrico a presto!

B

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