A night with Leon #Interview#

polpetta
Tempo di lettura: 6' min
13 November 2012
Interviste

Venerdì notte abbiamo incontrato Leon, giovane punta di diamante della tech-house italiana e uno dei nostri Dj-produttori più quotati all’estero. Ormai sulla bocca di tutti, Leon ha portato la propria arte ovunque nel mondo dall’Europa, al Canada, dal Nord al Sud America. Eppure è stato meraviglioso scoprire che nonostante la sua popolarità sia una persona incredibilmente disponibile e umile, oltre che un tipo divertentissimo, doti che spesso vengono dimenticate ed è raro incontrare soprattutto in chi lavora nell’ambito della night-life. Inoltre nel corso della conversazione Leon ha espresso un pensiero sulla situazione odierna del clubbing italiano che ho trovato molto interessante, perciò vi invito a riflettere sulle sue parole e anche a esprimere la vostra opinione dato che riguarda anche noi clubbers.

Detto ciò Polpetta ringrazia Leon per averci concesso questa chiacchierata.

Diciamo che la tua scalata al successo è cominciata nel 2009 con le tue uscite su Cècille e i tuoi dischi Body Monster, Like This Like That che hanno apprezzato tutti i “big” se così possiamo dire; Loco Dice, Steve Lawler, Marco Carola, Nick Curly, Carl Cox, MANDY per citarne alcuni. Poi è uscito il tuo album su ViVA MUSiC “In My Factory”, che personalmente ho trovato geniale. Infine il recentissimo “New York EP” su Saved Records, etichetta di Nic Fanciulli. Ad oggi possiamo dire che sei riuscito a raggiungere il tuo traguardo? Oppure senti di poter dare ancora di più alla musica elettronica? 

Credo che questo sia solo l’inizio. Ho raggiunto un gran bel traguardo con “In My Factory”, che è andato molto bene, e soprattutto con le tracce indie ed electro ho avuto molto riscontro in classifica e non me lo aspettavo. Sono nato come Dj e lo sono da più di tredici anni ormai, sempre seguendo la cultura house e techno. Quindi per me è stata una grande soddisfazione osare e vedere che hanno avuto successo tracce più electro indie. Ma sono appena agli inizi e non smetterò mai di fare musica perchè è la mia vita… è come l’acqua e il pane per me.

Voglio dare ancora molto al pubblico e anche a me stesso, per me è sempre una nuova sfida; non potrò mai smettere.

Il tuo è uno dei mestieri più belli che possa esistere, visto che ti occupi del nostro divertimento. Ma tra i mille “pro” di questo lavoro esiste anche qualche “contro”? In sostanza c’è qualcosa che ti manca?

E’ uno stile di vita abbastanza diverso dal solito perchè si vive soprattutto di notte, e di giorno si sta a casa, in studio nel mio caso.

Ma è sicuramente bellissimo; tra i tanti pro ci sono i viaggi e la gente che ti vuole bene. Ma i contro ci sono e sono anche tanti, forse i più pesanti sono i ritardi, le attese nelle stazioni e negli aeroporti, gli hotel, le poche ore di sonno, la solitudine e l’ipocrisia che è un aspetto caratterizzante di questo ambiente!!

Che musica ascolti quando non suoni o produci?

Tutto. Da Jay Z a Sigur Ros, Depeche Mode, Radiohead… di tutto. Mi piace ascoltare programmi radio come Tropical Pizza, oppure “It is What it is” radioshow di Laurent Garnier. Anche se durante il giorno ascolto molta musica techno e house perchè sono tanti i promo che ricevo e cerco sempre di ascoltare e rispondere a tutti, mi sembra corretto.

Negli ultimi anni si sono animate sempre di più le accuse di chi sostiene che i veri Dj suonano solo con vinile o cd, quindi quelli che vanno contro la tecnologia e il digitale in pratica. Sostengono che chiunque possa fare il Dj con questi nuovi mezzi. Tu che ne pensi?

Bè innanzitutto nessuno può essere un bravo Dj senza avere un certo buon gusto musicale. Credo sia fondamentale, più delle attrezzature con cui suonare, sapere cosa piace… unire la musica che piace a te con quella che potrebbe piacere. Questo è il grande segreto e in fondo un bravo Dj è questo, saper suonare il disco giusto al momento giusto, nulla di più. Chi paga per ascoltare noi Djs vuole emozionarsi, ballare e sudare non importa in che modo il Dj riesca a fare questo. Ognuno fa musica come meglio crede, basta che sia bella e originale. Siamo nel 2013 ormai basta con queste cazzate e lamentele. L’importante è il risultato.

 

Quale Dj pensi ti abbia ispirato maggiormente? E chi è il migliore oggi secondo te? 

Sicuramente il Dj e la persona che mi ha più ispirato è senza dubbio Danny Tenaglia, senza il quale probabilmente non sarei a questo punto oggi.

Ma il migliore è senza dubbio Richie Hawtin.

E chi secondo te è il miglior produttore? 

Assolutamente Nicolas Jaar.

C’è qualche nome in particolare con cui ti è piaciuto lavorare in questi anni? E con chi ti piacerebbe collaborare prossimamente?

La miglior collaborazione degli ultimi tempi è sicuramente quella con Marco Carola, perché è un grandissimo Dj e lo sarà sempre di più in futuro, se lo merita. Invece mi piacerebbe lavorare con la voce di Lana Del Rey oppure Adele… ma qui potrei fare anche altri nomi, come Tom Yorke, Depeche Mode, Jay Z… tanti tanti altri!

Hai mai provato tensione prima di suonare in un locale?

Anche in questo momento. Sono sempre molto nervoso, parlo poco, ascolto poco; prima di suonare cerco di stare per i fatti miei e non essere disturbato. Mi accompagna sempre un portafortuna da anni ormai.

Cosa ti piace bere mentre suoni?

Un paio di vodka secca prima di iniziare…. e anche durante la serata. [ride]

Qual’é il tuo club preferito? E secondo te qual’é il pubblico più esigente?

Il mio club preferito è lo STEREO a Montreal.. il pubblico più esigente non esiste! Dico solo che il pubblico che segue troppo le mode non mi fa impazzire, preferisco sempre suonare per un pubblico più aperto alle idee musicali e più eclettico.

A settembre hai fatto un tour in Nord America, raccontaci com’è andata. So che adori New York, ed è comprensibile. Com’è la club culture newyorkese?

Sono anni che vado in America per Tour e almeno tre volte durante l’anno a suonare a New York. Ho molti amici li da otto anni ormai, amo la città, un giorno spero sarà la mia casa. Adesso la club culture sta tornando a grandi livelli, nel 2013 apriranno altri club importanti come il Sankeys e lo Space! La città tornerà ad essere quella di dieci anni fa, quando c’erano club incredibili come il Twilo, il Tunnel e il Sound Factory.

Nonostante tu sia un grande viaggiatore ti piace ancora vivere in Italia?

Mi piace questo paese, è una condanna forse perchè adesso viverci è un casino. Troppa corruzione nella politica, nell’economia e negli altri settori è sparita la meritocrazia. Siamo alla frutta ormai, però mi piace… a questo punto non so neanche io il perchè. [ride]

Ora convivo con la mia ragazza, sto bene; ho i miei amici, pochi ma buoni, ho i miei spazi fissi, la mia famiglia e mio fratello… ho tutto qui vicino e sto bene. Ripeto magari un giorno me ne andrò, magari a New York!

E cosa ne pensi dei club oggi in Italia? Di chi organizza e di chi sta dietro le quinte diciamo?

Quello che non riesco a capire è perchè noi Dj- Producer non siamo supportati dal nostro paese. Faccio un esmpio; in Uk tutti i più importanti club come Fabric, Sankeys, Warehouse Project, Circus, Ministry of Sound ed altri ospitano quasi ogni week-end Dj inglesi. Li supportano, li fanno suonare, fanno interviste nei loro siti, pubblicano podcast ecc.

Mentre in Italia i migliori club cosa fanno? Pagano fior di quattrini dj che vengono da terre lontane per due ore di set trascurando talenti nostrani che sono più considerati e rispettati all’estero che nel proprio paese. E’ semplicemente assurdo.

Potrei dire lo stesso della Germania; a Berlino club come Watergate o Weekend o Berghain fanno ospiti internazionali chiaro, ma danno tantissimo spazio e importanza ai loro Dj tedeschi, della scena techno del loro paese, di chi vive a Berlino Francoforte e dintorni.

Questa cosa mi rende depresso quasi. Noi abbiamo club fortissimi e importanti in Italia, invidiabili quasi, ma che funzionano solo se vanno a suonare super nomi stranieri da classifica o da copertine, mentre ripeto che siamo pieni di artisti talentuosi che lavorano per label importanti, le migliori, le più grandi…Poi ci dicono che siamo stupidi perchè non siamo capaci di fare unione tra noi artisti, che c’è troppa competizione tra noi. Ma il problema è alla base, è il nostro stesso paese che non ci supporta. Dateci la possibilità di suonare nei vostri dannati club, insieme, di fare famiglia, di essere protagonisti nei vostri web, con interviste, podcast, pensieri e idee!

Volete che vi faccio una lista di italiani che stanno spaccando in giro per il mondo, che tutti ci invidiano, mentre in Italia non hanno gli stessi riconoscimenti? Siamo in tanti!!

Bè non hai tutti i torti, condivido pienamente. D’altra parte non è un caso che si parla spesso della cosiddetta “fuga di cervelli”. A quanto pare è un problema da risolvere in tutti i campi. 

Qualche nuovo progetto che bolle in pentola? Prossime date importanti?

Sto aprendo una label insieme a Pirupa e Nice7, si chiamerà DFloor Rec. Uscirà presto un mio remix su Strictly Rhythm, uno su Moan e uno su Quartz Rec.

Date importanti invece… ogni weekend!!! Ma sicuramente il tour che andrò a fare in Giappone dopo natale sarà molto molto importante.

Faresti un grande in bocca in lupo al nostro neonato Polpetta Mag? [sorriso] 

Certo, vi auguro che vada tutto alla grande. Il vostro Mag è molto semplice e le cose semplici funzionano sempre!

Grazie Leon, alla prossima! 

Leon Contacts

Facebook: facebook.com/leonofficial

Twitter: twitter.com/leonmusic

Discogs: discogs.com/artist/leon

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