Unknown Landscapes Mix Vol. 3 Mixed and Selected by Exium.

polpetta
Tempo di lettura: 6' min
23 February 2016
In primo piano, Review 4 U

unnamed

PoleGroup035CD – Unknown Landscapes Mix Vol. 3

01. Edit Select- The Freezing Process
02. Vril – knokOKknok
03. Samuli Kemppi – Bioskop
04. Birth Of Frequency – Cold Spell
05. Refracted – Separate Action
06. Jeroen Search – The Method Differs
07. Echologist -1968
08. Francois X – Crisp
09. Eric Fetcher – Commender
10. Antigone – Printer’s Devil
11. Mental Resonance – Resonant Object
12. Reeko – Regnum Asturorum
13. Oscar Mulero – Ascension
14. Ribé – Deviation
15. Inigo Kennedy – The Shepard Tones
16. Christian Wünsch – Blazar
17. UVB – Fantastic P
18. Kwartz – Doctrine
19. Sleeparchive – Multicolored Works
20. Dino Sabatini – Enigmatica
21. Pulse One – Estrangements
22. Exium – Bextar
23. Allen – Altered Memory
24. Conrad Van Orton – Nathalie

0006274306_10

PoleGroup036 – Unknown Landscapes selected 3 – EP (vinyl)

A1. Antigone – Printer’s Devil
A2. Exium – Bextar
B1. Inigo Kennedy – The Shepard Tones
B2. Mental Resonance – Resonant Object

—————————————————————————————————————————————————

Gli Exium si sono dedicati a una stesura molto elaborata di svariate tracce con molte influenze stratificate e remote fra loro. Il CD si chiama Unknown Landscape Vol.3 ed è stato mixato come Dio comanda. Ho trattato la raccolta, in diversi punti, come un viaggio diviso in vari capitoli già scritti da qualche parte all’interno della nostra anima. Più lavori sono trattati uno dietro l’altro.

Edit Select – The Freezing Process è stata scelta per aprire il nostro piccolo incontro sonoro. Ambientale, adatta per creare un’atmosfera adeguata per immergersi completamente nelle sonorità che ci aspettano. Il tutto ben susseguito da Vril – knokOKknok regalandoci un piccolo assaggio delle ritmiche che ci accompagneranno nella nostra vicenda, quasi posta a incentivare l’attesa rendendoci sempre più curiosi di andare avanti nella storia. Possiamo associare queste due tracce come una sorte di prefazione, un’attesa. Una vera e propria miscela perfetta.

Samuli Kemppi – Bioskop da un preciso incipit per andare avanti, accelerando minuto dopo minuto, attivando un altro dei nostri sensi, ci fa smuovere letteralmente il corpo dando un forte impatto non solo al livello neuronale, come accaduto finora. Ci folgora circondando di calore la trama e obbligandoci ad andare sempre più veloce; il riscaldamento adeguato per il nostro futuro già scritto.

Birth Of Frequency – Cold Spell riprende il passo dettato finora ricordandoci che, il battito a quattro quarti, non è fatto solo per il corpo ma anche, e soprattutto, per stimolare i nostri pensieri. Stiamo entrando in un’atmosfera più cupa, di rassegnazione, calano i sipari e tutto piano piano si fa misteriosamente più chiaro, limpido, ci sposta gradualmente verso qualcosa di più pericoloso catapultandoci nella mente di Refracted con Separate Action. Il tutto diventa più ostile, non adatto quasi a una vita serena ed è proprio per questo che ci avventuriamo, sempre di più, per trovare una via d’uscita. La traccia è costituita da diverse evoluzioni sonore sottostanti, delle tessiture di ragnatela che si annodano perfettamente intorno a un ritmo determinato e dittatoriale.

Jeroen Search – The Method Differs è una piena cannonata nello stomaco, si fa subito riconoscere. Ci lasciamo oramai trasportare dal nostro destino, aumentiamo il passo, non possiamo smettere di pensare alla battuta successiva. Il suo kick più diretto e regolare con l’intromissione di un loop preoccupante, allarmante e estremamente ripetitivo, ci scuote vertiginosamente, nonostante siamo solamente a pochi minuti dall’inizio.

Grazie a Echologist -1968 ritorniamo più concentrati alla traccia in se rispetto al complesso stimolato. Mantenendo sempre una certa determinazione ritmica ci stiamo evolvendo su una piattaforma sonora più ampia e intrinseca interrotta in alcuni istanti da segnali che marcano fortemente la traccia ma fondamentali per non stancarci e non farci ancora perdere nei meandri dell’immaginazione. Sensazione di curiosità e freschezza.

Francois X – Crisp ci fa perdere nelle proprie paranoie più profonde accompagnati in maniera adeguata attraverso un crescendo di un synth centrale molto incidente, stringendoci per mano e rassicurandoci durante il percorso. Ci distrae ma nello stesso tempo non perdiamo la strada principale, pur sostenendo un ritmo accesso e folgorante. Il tutto svanisce in maniera liscia e pulita in Commender di Eric Fetcher che, oltre a mantenersi sulla diretta via; sviluppandosi, da piccoli cenni di un cyberspazio futuristico e ancora ben lontano dalla presenza fisica di qualsiasi essere vivente. L’evoluzione sonora di tale spazio è più assidua e appassionante ma dalle retrovie si nasconde ancora dei piccoli assaggi terreni che ci rallentano e ci riallacciano a una visione pessimistica. Commender ha un inizio, un’elaborazione centrale e una fine molto ben udibile, viene delineato un grosso lavoro concettuale e di forma dietro.

Entra, scuotendoci, la scuola Francese di Antigone con Printer’s Devil. Rallentiamo cerebralmente, ci pieniamo in maniera più regolare d’impulsi sonori ben studiati ed elaborati in modo tale da creare una texture elaborata e portata avanti per tutta la durata della traccia, stimolante e frizzante. Ci tiene incollati dando alla trama una svolta avventurosa attivando sempre di più aree cerebrali finora nascoste ma pronte per poter assaporare, anche loro, tale bellezza. Adesso siamo pronti per affrontare Mental Resonance – Resonant Object dove abbiamo una vera e propria centrifuga di richiami acustici coinvolgendoci completamente. Si entra sempre di più all’interno dello scheletro del mix dando il via libera alla nostra immaginazione trattenuta finora, un libero sfogo neuronale. Printer’s Devil e Resonant Object sono stati perfettamente selezionati e allineati all’interno di questa vicenda.

Reeko – Regnum Asturorum ci infligge una distorsione sostenuta che rallenta il nostro piacere psichico portandoci in una sorta di prigione di sensazioni angoscianti e poco rassicuranti. La stereofonia sonora diventa un fattore fondamentale per l’impatto di sovra caricamento che vuole trasmettere. Dopo una lunga preparazione fisica e mentale è arrivata l’ora di presentare Ascension di Oscar Mulero, non uno a caso. Ci addentriamo in una timbrica senza fine. Il battito si fa più regolare in modo tale da poter inserire una testura sottostante incredibilmente ricca, portata avanti assiduamente, dando una sensazione di flusso sfarzoso ben scorrevole e senza fuoriuscite. Qui viene sfiorata quella linea sottile dove le parole sono completamente inutili per dire altro.

Con un bel sospiro, riprendiamo un tono più autoritario con Ribé – Deviation. Abbiamo una predominazione iniziale di un kick prepotente e in piena progressione con lo scorrere dei minuti. In maniera assidua sentiamo un’avvisaglia assillante che viene assorbita piano piano da segnali più tetri subordinati e del tutto indipendenti. Tutto diventa fondamentale. Neanche il tempo di riflettere su ciò che stiamo vivendo che entra Inigo Kennedy – The Shepard Tones. I toni si fanno sempre più maestrali e aulici innalzando gli umori e riuscendo a farci sorridere anche in un mare di rassegnazione. Abbiamo la sensazione di vedere una luce serena e pura in fondo a un tunnel che abbiamo appena attraversato con molta fatica, Inigo ci fa ancora una volta assaporare in pieno la vita con tutti i suoi colori accesi. L’emozione suscitata è in contrasto con il resto del mix, è essenziale dare questa sensazione di evocazione angelica per continuare il nostro percorso tempestoso. Adesso ci prepariamo per il rush finale (anche se vorremo rimanere incollati sulle note di Inigo).

Christian Wünsch – Blazar ci abbassa di nuovo negli inferi creando presenze abissali, dandoci però, di nuovo, quella strana sensazione di dover ricominciare a fluire liberi in un futuro incerto stimolando la curiosità e riaccendendo in noi la voglia di combattere fino all’ultima respiro dettato dal 4/4. Le presenze sopra citate si riversano del tutto mischiandosi con un bisbigliare profondo di UVB – Fantastic P. Diventiamo subito più MORDicchianti e taglienti, crescendo in maniera regolare dietro alle battute cattive e ferree conducendoci verso un giusto equilibrio tra durezza accentuata e mentalità.

Kwarz – Doctrine ci fa continuare il nostro viaggio nei bassi fondi corteggiandoci in maniera perfida ma irresistibile, iniziamo ad avere paura sulle sorti del nostro destino con una brusca accelerazione sia di sonorità assillanti e pungenti sia di un kick irresistibile, il tutto è ben miscelato con Sleeparchive – Multicolored Works introducendo un tono magnetico e accattivante dando una sensazione quasi di un’esagerazione acustica. Ci conduce inesorabilmente verso la fine accelerando in generale le ritmiche, siamo sempre più attratti e coinvolti, la sensazione si fa molto avvincente, il tutto è ben studiato; ci vogliono spiegare bene il finale dandoci quindi una strabiliante nozione del nostro trascorso.

Adesso è giunta l’ora di dare spazio al primo Italiano, Dino Sabatini con Enigmatica. Onestamente può sembrare un’aggiunta singhiozzante, ma in realtà ci percuote internamente tranquillizzando gli animi e riaccendendo quelle luci ancora spente finora. Stiamo vivendo un sogno metafisico. Non è semplice da analizzare, è riuscito a darci una novità all’interno di questa rilevante mappatura di percezioni diverse e a dare un tocco di originalità concettuale. Sentiamo una piccola distrazione in crescendo, prende piano piano il sopravvento ed è cosi che entra enigmaticamente Pulse One – Estrangements. Si dimostra una sciacquata di acqua fredda che ci tiene con il fiato sospeso e ci sobbalza come una scarica elettrica in pieno petto, ci sveglia bruscamente. Il colpo di grazia lo danno gli Exium con Bextar infettandoci di cattivo umore appena svegliati. Loro stessi si sono scelti in questa precisa collocazione dimostrando di non avere alcuna pietà, risultano quasi prepotenti, presentandosi in questa maniera burrascosa. Molto corrosi internamenti, gli Exium ci dimostrano sia in questa produzione sia nel mix generale che l’instabilità va a braccetto con la genialità.

Come uno scricchiolio di un fuoco che arde Allen – Altered Memory frizzando ci mette sugli attenti, più regale e doverosamente compressa nei suoi specifici doveri. Una pulsazione sottostante, ma quasi irrilevante nel complesso sonoro, rimbomba, dando la giusta importanza al forte studio della spazializzazione, attraendo completamente la nostra sfera sensitiva. A malincuore sono date le spiegazioni finali prima della conclusione. L’ultimo capitolo è dedicato a Conrad Van Orton – Nathalie. Come ci potevamo immaginare si chiude magnificamente, con un circondario adatto a un riposo non voluto, però soffice, lieve, gratificante ma forzato, come quando chiudendo gli occhi, la mente si avvolge di mille fotogrammi della nottata appena trascorsa, quella che, in un modo o in un altro, diventa il centro dei pensieri. In quel momento esiste solamente ciò che hai appena vissuto e nient’altro. Il dolce sonno è intrinseco, ma emerge, improvvisamente domina il silenzio. Conrad Van Orton è riuscito a darci la buonanotte perfetta.

words by Massimiliano Fortunati

Ehi, hai mai sentito parlare di Patreon?
Dal momento che sei qui, perché non contribuire?

Patreon è un sistema di micro-donanzioni ricorrenti con il quale supportare economicamente Polpetta e permetterci di continuare ad offrirti contenuti favolosi.

Diventare membro di Patreon è facilissimo!

Contribuisci ora

Partecipa alla conversazione!