#Trip Diary# Visioni e confessione di un clubber di un’altra galassia.

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
8 November 2013
Review 4 U

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Quando sono a Roma, sto sempre bene con me stesso.

Sarà per il magnifico Centro Storico, sarà per il meraviglioso fascino della Fontana di Trevi all’imbrunire, sarà per la raffinata gastronomia, sarà per il Goa Club, il miglior locale, a parer mio, della capitale.

Il venerdì, dopo una lunga passeggiata in zona Ponte Milvio ed un po’ di shopping in Via del Corso, io e la mia ragazza, decidiamo di mangiare una buona carbonara ed avviarci subito verso il Club. Il venerdì il Goa è targato dalle serate ‘Anarchy In The Club’, serate che rappresentano sicuramente la ricerca e la sperimentazione musicale, con artisti di gran livello, prezzi politicamente corretti, nessuna lista, nessun cazzuto privè, con un’organizzazione sopraffina, convinta che i veri party siano fatti dalla buona musica e dalle persone che vi partecipano. Quando entro al Goa, Silvie Loto ai piatti non sbaglia un colpo, anzi, la sento molto più in forma rispetto all’Amnesia, lo scorso agosto, quando apriva i set all’intramontabile Marco Carola. Silvie è fresca, potente, pulita, molto abile e scalda la pista come si deve, fra ballate techno ipnotizzanti e ritmiche spezzate. L’ospite di questa sera è Mathew Jonson, [Wagon Repair•CrossTown Rebels•M_nus], che si esibirà nella ‘Zona Teatro’ del locale, quella utilizzata dal Club per i Live. Jonson, ragazzo prodigio, che faceva scoppiare i locali più Underground di Vancouver in Canada, completa un live preciso, misurato in ogni dettaglio, indugiando con grinta su una techno minimale e perfetta, fra grovigli di pianole ed una grossa consolle, guidando il pubblico in un vero e proprio ‘trip’ polivisionario. La gente è composta, così come la performance dell’artista, gran sorrisi, braccia al cielo, ballate spensierate; tutto quello che vorresti sempre vedere in un Club, con la ‘C’ maiuscola.

Il sabato – invece – il Goa cambia faccia ed è firmato dalle serate di ‘Goa Nozoo’. Ogni sabato si presenta su ‘un’ambientazione diversa fatta di giungla e animali particolari’, con un’ottima selezione all’entrata e di un genere musicale sempre ricercato e contemporaneo. Questa volta in consolle ci sono i due direttori d’orchestra, i due dj resident-organizzatori dei vari eventi ‘Goa Nozoo’, Mr. Der & Mr. Fabrizio Sala. E’ una serata diversa rispetto al giorno precedente, ma mi sono divertito alla stessa maniera. Un B2B di cinque ore abbondanti obbliga un elegantissimo pubblico a muovere fianchi e caviglie fino alla fine. Volano dischi del calibro di ‘Primative People’ di un certo Mano Le Tough, ‘Rej’ di Âme, ‘Opa’ di Kolsch e molti altri ancora. I ragazzi sono davvero in gamba, ‘sanno fare’, coinvolgere, creare. Il set è un racconto magico di emozioni, di vibrazioni importanti, di visioni contemporanee e futuristiche.

Rimango del fatto che il GOA, come detto l’anno scorso, è un Sogno, una situazione che parla chiaro ed è Maestra per il Clubbing Italiano. Si scrive Goa, si legge Musica. Il Goa, è uno di quei pensieri, nati e coltivati con sacrificio negli anni, per condividere un certo tipo di musica, per un pubblico che difende e crede nelle proprie passioni. Io vi ringrazio per quello che vedo quando metto piede qui dentro e spero che le cose non cambino, nè per me, nè per Voi.

Un bacio dal Trentino, ENRICO.

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