There’s nothing you can’t do. It is up to you in New York!

domenico
Tempo di lettura: 2' min
12 September 2016
In primo piano, Review 4 U

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Ti ho scritto che ti avrei raccontato New York City. I sapori di New York. Gli odori di New York. Le culture di New York.
Queste differenze che la rendono unica. Il mescolarsi, il rincorrersi, un continuo camminare tra palazzi. La città dei palazzi. Palazzi in largo e palazzi in lungo. Tocchi il cielo con un dito.
Gli angoli di New York. L’afa incondizionata sotto terra. L’aria condizionata ovunque.
La 5th, la 9th, la 34th. West, East, Upper, Down. Manhattan!
Poca storia e tante diversità. Omogenea e dinamica. Sempre viva. Sempre sveglia. Sempre in musica. Musica per le strade. Musica nei Teatri. L’Apollo Theater e i musical. Musica nelle chiese. Le messe gospel ad Harlem. Che nessuno osi dividere ciò che la musica unisce. Il mistico della musica. Musica negli hotel. Hotel abbandonati. “Solo experience” in maschera, dove il Macbeth di Shakespeare ambientato negli anni ’20 ti lascia perdere in quella che è un’esperienza che se non vivi non potrai mai capire.
Sleep no more. Ti ho scritto dei party di New York. Le terrazze di New York. House music a New York. La musica di casa a casa loro. Dove tutto ebbe inizio e dove tutto continua ancora a fluire. Terrazze di giorno e terrazze di notte. Output & Strictly Rhythm party. Ultra Nate che canta “Free”. Il senso di libertà che ti da la musica, che gli da la musica.
Kenny Dope Gonzales. Quel essere “Master at work” in qualsiasi momento. Quella capacità di mescolare passato e futuro. Da lassù la musica ha tutto un altro sapore. Da lassù mentre tu balli la città si illumina.
Terrazze tutti i giorni della settimana. Le bain. Joe Claussel. Il Lunedì. The black community. Il senso della musica per la comunità.
Sessantenni in abito che ballano mentre ventenni fanno il bagno in piscina.
Ultimo tango a New York. Ti saluto New York. Ti saluto dal Cielo. Quel Cielo che ho quasi toccato con un dito. Quel Cielo dove ho ballato.
Francois K. Deep Space. Per una notte. Sembrava quasi di tornare indietro. Quando l’house music nacque. Quando ci si trovava dopo lavoro. Quando facevi file interminabili per entrare ai party più esclusivi. Quando non c’ero ma ci sarei voluto essere. Mi è bastato vedere. Vedere per raccontare. Raccontare e descrivere emozioni. Emozioni che mi faranno tornare.
There’s nothing you can’t do. It is up to you in New York!

k-dope

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