Mike Parker + Edit Select – Composites Ep

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
8 November 2016
In primo piano, Review 4 U

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Due differenti visuali sul mondo esteriore. Edit Select e Mike Parker, con le loro originali e soggettive interpretazioni della musica, si ritrovano insieme esaltando la caratteristica principale che li contraddistingue; la qualità sonora. Un connubio contemporaneo.

Tony Scott, in arte Edit Select, è un produttore. Nient’altro. Non è un’offesa ma una qualità riconosciuta all’interno del nostro ambiente, non da tutti. Il suo stile è molto espansivo. I suoi lavori sono l’unico modo con cui riesce sinceramente a esprimere indirettamente il proprio stato d’essere al di fuori dello studio di registrazione. La bellezza che caratterizza le sue produzioni è in forte contraddizione ai suoi modi di fare verso gli altri esseri umani.

L’americano Mike Parker è letteralmente un artista del suono, un magnate del sound design, il professore universitario prestato all’irrequieto mondo musicale. Porta bandiera fin dalla fine degli anni 90’ del suono moderno, partendo da quello acido, Mike Parker ha sviluppato un’interpretazione personale della techno, scolpendola in ogni sua forma, quasi ispirandosi ai propri insegnamenti delle tecniche scultoree e di pittura. La sua sensibilità verso la pulizia sonora l’ha reso uno dei produttori maggiormente influenti. Una figura di cui parleremo sempre di più in futuro, per molti (tra cui me medesimissimo) già lo rappresenta. E’ tutta una questione di ascolto prolungato quando parliamo di lui, non di facile comprensione ma letale se considerato in una condizione di alterazione del proprio essere personale.

All’interno dell’EP “Composites Ep” penetra immediatamente lo stile estetico di Mike Parker. Fin dalla prima battuta di entrambe le tracce è perfettamente riconoscibile. Il loop del professore ogni volta ci avvolge energicamente tramite l’uso di synth elaborati per essere squisitamente orecchiabili. In entrambe le tracce la simbiosi perfetta dei due stili si completano l’un con l’altro ottenendo composti ben amalgamati. La staticità incalzante di Mike Parker viene ostruita dalle lunghe note astratte di Edit Select componendo una sensazione di irrefrenabile corsa irrequieta, di moto regolare ma con una direzione crescente. In “Composite 0.1” i piatti intorno circa ai 36’’ costituiscono l’inizio dell’incessabile crescita della texture sottostante costruita da Edit Select. In “Composite 0.11” la presenza del produttore inglese è ben sottolineabile a partire da 1’40’’. Entrambe le tracce sono strutturate per dancefloor ampie con riscontri pienamente proporzionabili al significato espansivo dei lavori. Trovo “Composite 0.11” quella più adatta per essere testata come trionfante chiusura di un mixato.

Inutile fare altre osservazioni. E’ giusto descrivere questo prodotto con poche parole, è giusto essere minimali di un prodotto minimale (ma pieno).

Peace.

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