Trip Diary #issue #3 Krankbrothers party#

cecilia
Tempo di lettura: 3' min
30 July 2013
Review 4 U

issue #3 Krankbrothers e non sbagli party, Krankbrother e la gente è quella giusta, Krankbrothers e la cassa c’è!
A sto giro paura per il tempo non ce n’era and “to be honest” non ce n’è mai stata.
Qua a Londra splende un sole focoso da più di tre settimane e non c’è niente di più bello e genuino da fare che ringraziarlo con un “day & night party”.
Conoscevo già il club, ero stato ad un Secretsundaze qualche mese fa e non vedevo l’ora di tornarci.
Appena entrati sembra di essere in un club anni 70, grandi colonne delimitano la pista, il bar da un lato corre lungo la parete e luci psichedeliche sparate sul soffitto. Nulla a che fare con l’immenso dance-floor che ti sovrasta appena giri l’angolo. Coperto da una sorta di tenda plastificata trasparente che permette, comunque, alla luce di entrare e a chi danza di gioire delle espressioni più colorite di chi gli sta intorno. Qua con il sole sono tutti più felici e se poi ci metti la buona musica il gioco è fatto. Cerchiamo di arrivare presto, per goderci il sole e la musica a ciel sereno. Voci di corridoio dicono che sia sold-out, poco importa, il biglietto l’ho felicemente acquistato un mese addietro su RA (residentadvisor n.d.r., se non compri qua i party fighi te li puoi scordare!).
Non sembra esserci molta fila, quasi non sembra Londra. Pochi minuti e si entra. Solite perquisizioni di rito alla porta, neanche me ne accorgo che il tipo della security mi fa delle domande. La cassa c’è e si sente. Una volta dentro cerco di pilotare tutto il gruppo in una zona tranquilla ma vicino la consolle, bisogna delimitare il proprio territorio prima che la pista sia pienissima.
La line up in quel momento offre un “Crazy P” funkeggiante.
Ammetto che vagamente avevo sentito il suo nome e soprattutto che era la prima volta che lo sentivo suonare. Mi fa un ottima impressione, ci scalda tutti al punto giusto. La sua musica è in perfetta armonia con il sole. I “fratelli Krank” suonano dopo di lui, due ora di set belle piene, calorosi al punto giusto, duri quando serve, la pista apprezza. Il giusto riconoscimento a quanto di buono e bello hanno fatto, stanno facendo e spero continueranno a fare. In verità le mie orecchie non aspettavano che lei. Una donna in consolle ha sempre il suo fascino, poi se è anche brava vorresti darle anche un bel limone. Non ha bisogno di presentazioni: Margaret Dygas.
Mi lascio subito prendere dalla musica, ho una gran voglia di ascoltarla e godermela fino in fondo. E’ un crescendo continuo, euforia allo stato puro da ogni angolo della pista. Ma suddenly (in realtà dopo un paio d’ore di set!) succede quello che non ti aspetti e che non vorresti mai. La musica si spegne e le luci vanno giù. C’è qualcosa che non mi torna, sono solo le 12,30 e il party dovrebbe finire alle 4.00. Va benissimo che non mi metti l’ultimo disco, ma chiudere 3 ore e mezza prima mi sembra un pò eccessivo. Nello stupore generale noto la massa muoversi di blocco dentro. Quello che era il clubbettino anni 70 si è trasformato in caloroso dance floor. Sul soffitto fasci di luci rosse sfrecciano da tutti i lati, LED dietro la consolle e i fratelli Krank a riprendere in mano la pista. Ho realizzato: the party is going on! Ammetto però che qualcosa è cambiato, i feelings dell’outside non ci sono più anche se la musica e le luci rosse giocano la loro parte. Ascolto per un pò Dj W!ld, anche in maniera distratta e immaginando come fosse stato sotto quella tenda trasparente con le stelle a fargli luce (di nuvole neanche l’ombra!). Il resto della serata la trascorro tra il dentro e il fuori, scambiando chiacchiere ed opinioni con ragazzi conosciuti la e bevendo le mie solite birrette.
Il party volge verso il termine, non perchè la musica sta per finire, ma per il semplice fatto che mi sento appagato e soddisfatto della serata. Improvvisamente arriva una notizia che mi lascia senza fiato, quasi non ci credo, ma appena realizzo non aspetto neanche un istante a dire SI.
Ho un passaggio in macchina fino a casa, qualcuno mi porta a casa, e soprattutto qualcuno di fidato e di cui mi fido! A te Ali dedico questo breve racconto, a te che hai reso possibile che andassi a letto ancora felice della musica e della bella serata, a te che mi hai scarrozzato sotto casa raccontandomi, durante il tragitto, la tua voglia di diventare cardiologo. Anche perchè, con tutta sincerità, non avevo la più pallida idea di come tornare a casa! From London with love!

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