HeyEss e il piacere della condivisione musicale

domenico
Tempo di lettura: 4' min
9 December 2022
News
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Due chiacchiere con HeyEss, pseudonimo di Alessandro Sensini, producer e beatmaker attivo sulla scena bolognese con diversi alias da oltre quindici anni. 

Nonostante non ami associare la musica ad etichette di genere, quanto piuttosto cercare di comprenderne la funzione artistica e sociale, il sound che propone HeyEss nei suoi set spazia dall’hip-hop old school all’elettronica contemporanea. Gli artisti dai quali è maggiormente influenzato sono spesso molto distanti tra loro come DJ Shadow e Franco Battiato, ma è proprio questo che rende i suoi set imprevedibili. Se pensi di aver capito cosa ascolterai quando ti capiterà di incontrarlo, forse ti sbagli! Qualche giorno fa è uscita la prima raccolta di strumentali downbeat, e ci è sembrato giusto farci due chiacchiere.
Basi Vol.1 è il nuovo progetto di HeyEss  e come ai vecchi tempi ci siamo fatti raccontare dal protagonista la necessità, la voglia ed il messaggio di questo suo ultimo lavoro. Quando non ci si vede e sente da un po’ il miglior modo per salutarsi e per iniziare penso che sia un semplice:

Ciao Ale come stai?

Sempre di corsa ma benone, soprattutto quando si fa musica!

“Basi Vol.1” un progetto nuovo marcatamente Old-School Hip-Hop da cosa nasce questa esigenza e questa voglia?

Sono sempre stato fan della cultura hip-hop a 360 gradi, principalmente dell’east coast americana, da Kurtis Blow ai Beasty Boys. Andavo in skate, indossavo panta baggy Echo o Karl Keny, facevo graffiti, mettevo dischi e avevo una vecchia subaru justy 4×4 degli anni 80 di mia madre completamente ricoperta di adesivi che tutti conoscevano a Macerata! Insomma ero un B-boy (bei tempi!). Abbiamo anche organizzato un seminario con gli amici al liceo durante la settimana di “autogestione”.

L’hip-hop è anche il genere con cui ho iniziato a fare il DJ insieme alla drum&bass. Mi ricordo ancora la primissima serata che ho fatto eravamo in un baretto a Macerata, che probabilmente non esiste più, stretto e lungo in pieno centro, con il mio socio di sempre Carlo.

La produzione dei beat invece l’ho scoperta successivamente durante i primi anni di università a Bologna quando ho comprato il primo campionatore (Akai MPC1000) che ancora oggi utilizzo.

Negli anni ho accumulato tanto materiale pronto e ho deciso di pubblicarlo con un alias HeyEss dedicato e renderlo fruibile a tutti. Io credo fortemente che la musica nasca per essere condivisa.

Come nasce una produzione hip-hop rispetta ad una produzione elettronica?

Io uso molto la tecnica del campionamento, per cui registro spezzoni di dischi che mi sembrano interessanti (es.  colpi di batteria, riff di chitarra, voci, fraseggi, etc.) e poi inizio a costruire la traccia partendo normalmente dalla ritmica di base che mi da il tempo, poi sviluppo le parti melodiche e l’arrangiamento.

(continua sotto)

Un po’ tutta la storia dell’house-music ha delle forti influenze hip-hop. La scena americana insegna. Pensi che oggi troviamo ancora delle mescolanze o degli influssi tra i due generi?

Difficile dirlo, sicuramente sì per chi fa house alla vecchia maniera come la intendo e abbiamo tanti esempi importanti in Italia, ma per chi tende a generi più contemporanei, non vedo sinceramente questo legame. Poi oggi è tutto un mix di tutto (e credo sia anche normale), per cui è difficile identificare radici stilistiche precise ed è forse anche inutile. L’importante è che sia la tua musica, che racconti la tua storia e non quella degli altri.

Segui la scena hip-hop italiana e chi sono i tuoi artisti di riferimento?

Devo dire che non sono troppo contemporaneo, i miei riferimenti attuali in Italia sono quelli di dieci anni fa (!!). Sono cresciuto con Joe Cassano e Dj Lugi, Sangue Misto, Uomini di mare, Colle der Fomento, che ancora ascolto spesso. Per fortuna alcuni di questi sono ancora in pista!

Gli “pseudonimi” sono soltanto un po’ di sale e brio da aggiungere alla tua musica, ma chi ti conosce, sa che dietro c’è poliedricità, studio e tanta passione per quello che fai. Qual è il messaggio che vuoi che arrivi con “Basi”?

Hey Ess è uno dei tanti linguaggi che utilizzo per esprimermi, come lo sono gli altri progetti a cui mi dedico (Calma, Jaren, etc.). Fare musica è come parlare, è il riflesso del tuo stato d’animo, del contesto in cui ti trovi, dell’esperienza che vivi in un preciso momento. È un modo per dire: hey ci sono anche io, sono vivo! posso parlare anche questa lingua, se vuoi confrontiamoci!

Basi per me è l’ennesima occasione di mettermi alla prova e di dare spazio ad un mio lato creativo. Con questa raccolta ho cercato di combinare le mie influenze old school con le sonorità più vicine ai giorni d’oggi. Spero di avere creato qualcosa di assolutamente personale, che possa allietare il gusto e stimolare la sensibilità di chi ascolta.

E se domani dovesse arrivare una chiamata da qualche artista “mainstream”?

Sarebbe una grande soddisfazione, non disprezzo il mainstream…chi fa musica per professione mi capisce bene!

Visto che la pizza te l’ho già chiesta (e ne abbiamo mangiata anche qualcuna insieme), per la prima volta la chiudo così: il tuo gelato preferito?

Gelato alla crema e amarene Fabbri, perfettamente in stile bulgnais 🙂

Potete sentire HeyEss anche su SoundCloud.

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