Ci sono serate che aspetti.Serate che vuoi. Quelle che non vedi l’ora che arrivino e che comunque vada saranno un successo.
Serate che senti tue, che senti arrivare insieme all’adrenalina del momento.
Serate che da undici anni a questa parte ti fanno ballare. Che da undici anni a questa parte non puoi che vivere, rivivere e condividere.
Ci sono serate dove la musica sai che è l’unica cosa che conta, che accomuna, che unisce. Ci sono serate…
C’è Halloween. Gli Halloween del Secretsundaze. Halloween allo Shapes con un immenso “Noir” all’ingresso pronto ad accoglierti. Musica e arte che convergono, che si uniscono.
Halloween ad Hackney, in quella Londra orientale, diversa, avanguardista, che si evolve e ti sconvolge.
Cambiano gli orari, cambiano le licenze ma quello che conta è che la musica vince sempre.
Halloween gialli. Gialli come Vale, vincenti come Vale, che vale sempre la pena di vivere. Caldi dentro e nebbiosi fuori. Musica intensa e la condensa. Corpi caldi, proiezioni tridimensionali e nonostante il floor sia più appiccicoso di una “big bubble” piedi, gambe e corpo non conoscono alcuna resistenza.
Halloween in maschera, senza maschera o con mezza maschera ma pur sempre Halloween dove nessuno si nasconde dietro a nessuno.
Halloween dove tutti si fanno avanti, dove tutti vogliono stare davanti a quella consolle da dove la musica parte. Halloween con James e con Gill, con chi ne ha visti e vissuti tanti di questi Halloween e di questi “Carnival du freak“.
Halloween in musica, con la musica di Trus’me, con chi ha il compito di accoglierti, di scaldarti e metterti a tuo agio.
La mia prima volta con lui, con le sue sonorità, con la sua melodia. Lui che apre le mie danze e che con Adveture (Eleanor Academia) si congeda.
Il live ad Halloween. Kassem Mosse ad Halloween. Le macchine e quei suoni espressione di se stessi e del proprio mondo. Una sorta di apertura del più profondo intimo, delle personali visioni musicali. Lui dal suono pulito, lui dal suono di mezzo.
Halloween dove la musica è donna, il potere di una donna dietro una consolle. Lei come un uragano. Lei che canta, ride, suona, suda, balla, si diverte.
Quel suono americano: musiche, voci, melodie, richiami al passato da Larry Levan a Metro Area. Madonna is black, The Black Madonna. Lei è la festa e tutto intorno a lei è festa dal primo all’ultimo disco, dal buio alle luci, quelle luci che si accendono per dirti che è finita. Così finisce un’altra festa, così. Un altro Halloween. Un’altra di quelle serate che aspettavi, che sentivi tua, che hai fatto tua. Dove hai ballato, hai fatto ballare, hai sudato, hai ascoltato e dove nessuna maschera ti ha impedito di essere te stesso.
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