Chi sei Gigi Masin?

polpetta
Tempo di lettura: 5' min
25 March 2017
In primo piano, Review 4 U

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È uno dei compositori italiani più importanti degli ultimi trent’anni, un nome di culto assoluto per appassionati e addetti ai lavori. Eppure Gigi Masin dice di aver iniziato la sua carriera quasi per gioco, provando a sperimentare su un sintetizzatore usato e dando alla luce “Wind”, il suo primo disco, di cui è stata da poco pubblicata la ristampa.  In questo articolo troverete pillole concentrate sulla sua carriera, dalle frequentazioni nelle radio libere degli anni ’70 alle storie di library music, dalla scelta di non emigrare a com’è scoprire i propri pezzi campionati, tra gli altri, da gente come Björk.
He was born il 24 October 1955 in Venice, Italy.
Ciò che risalta agli occhi spulciando tra le varie notizie su Gigi è soprattutto il suo essere multidisciplinare che marca interamente la sua carriera artistica: ha lavorato per la televisione, per il teatro e per la radio. Cominciò  proprio con quest’ultima, nella stagione delle radio libere degli anni ’70.
Nato come sogno del cassetto, la radio notturna diventa subito realtà. ma anche tarlo di voler diventare da grande uno speaker radiofonico.
Fatalità, nella metà degli anni ’70 in Italia sono nate le prime radio libere con tutto il movimento politico connesso e Masin coglie l’occasione al volo facendo programmi serali in cui poteva quindi mettere brani particolari ma come si può immaginare, reperire materiale nei negozi era un’impresa disperata al’epoca. “Alle volte toccava comperare a scatola chiusa nella speranza che ti andasse bene”, dice Gigi.
Un multi-strumentista e compositore di materiale lento, contemplativo, e per lo più tranquillo, nativo di Venezia e un DJ della radio di lunga data è stato forgiato lentamente, passando dai teatri ai documentari per arrivare alle registrazioni oscure come il Wind (1986), Les Nouvelles Musiques de Chambre, Vol. 2 (uno split album dal 1989, condiviso con il calore di Charles Hayward), e il Wind Collector (1991).
Dal 1978 stabilì una collaborazione con il poeta / scrittore Massimo Palladino, un’impresa che permise di effettuare moltissimi e wondereful pezzi per teatro, televisione, trasmissioni radiofoniche, dove la musica e la voce della poesia andavano di pari passo, artisti impegnativi e stimolanti per se stessi e per l’altro. Suoni, nastri, giradischi, live electronics sono il terreno in cui si muove la scena musicale di Masin.
Questa attività è andata avanti per un po’ di anni ma siccome il corso delle cose varia molto rapidamente e nel modo più disparato, già negli anni ’80 si è capito presto che trasmettere in radio non sarebbe mai stata più la sua professione, per cui iniziò un nuovo capitolo della sua vita, il Teatro.
Masin cominciò a dedicarsi alla composizione per spettacoli tetrali e poi pian piano anche per documentari,lavorando  anche per la Rai.
Sicuramente Gigi non ha una formazione musicale tradizionale, anzi, è completamente autodidatta, In un’ intervista su Rock IT dichiara :“Non riesco a stare seduto ad un tavolo e a studiare, sono un vagabondo nell’approcciarmi alle cose”.

 

IL PRIMO DISCO : WIND (1986)
Scrivere musica per altri aveva fatto crescere la voglia di scrivere un album tutto suo. Negli anni ’80 dedicarsi ad un album in proprio era davvero una sfida epocale, se pensiamo ai giorni nostri. Si è trattato davvero di una conquista ardua.

Regalatogli un piccolo sintetizzatore usato ma in ottime condizioni, iniziò a cimentarsi  nel suonarlo scoprendo un mondo molto personale, per cui “Wind” è il risultato di questi esperimenti. Un album più onesto che bello. Era motivo già di gran interesse all’epoca, più di 30 anni fa ormai, nonostante la prima edizione fosse libera, nel senso che Masin non ne ha venduto una sola copia : lo regalava agli amici e a chi lo chiedeva. Questa seconda edizione è stata proprio voluta perché visti i prezzi del disco usato Gigi li ha trovati personalmente indecenti, dice, quindi ecco pronto l’escamotage giusto: ripubblicarlo con un distributore che garantisse, senza esagerare, una distribuzione sufficientemente ampia in modo da riequilibrare le sorti del suo album di battaglia..

Grazie allo strepitoso e diciamo pure insolito successo, Gigi comincia collaborazioni con etichette come la Sub Rosa di Bruxelles e con altri musicisti e così ha proseguita con la pubblicazione di altri lavori, anche però continuando a lavorare per documentari, televisione e teatro.

La LIBRARY MUSIC di Gigi Masin                                 
Prendete le musiche di servizio che trovate in documentari, notiziari, sceneggiati radio, film TV e via di questo passo; ecco quella è la library music, o all’italiana, musica per sonorizzazioni.
Per quello che riguarda la nostra nazione, dove questo genere di attività è stato spesso mal visto perché considerato poco serio, molti di questi musicisti sono stati riscoperti proprio grazie ai collezionisti, spesso ragazzi che comperavano raccolte contenenti musiche per film e che da lì cominciavano un percorso di studio e di riutilizzo di quelle composizioni.

Venezia, unico vero amore
Non riesce a separarsene. “Fare quello che faccio nel mio paese mi fa stare bene e non credo che emigrare sia necessario per essere considerato in quello che fai. Alle volte può essere una scusa, alle volte è vero. Non disprezzo l’Italia, nonostante ne abbia fatte passare tante anche a me”, dice Gigi Masin.

Le collaborazioni da horror (in senso buono, ovvio) 
Come non nominare i Tempelhof, perché sì, Paolo e Luciano, i componenti, “dovrebbero essere un orgoglio italiano. Sono dei grandissimi musicisti e collaborare con cui quel disco è nato in maniera molto spontanea e direi anche in poco tempo”, dice Gigi.
Altre importantissime collaborazioni come  Alessandro Pizzin e Alessandro Monti con i quali si realizzò l’album “The Wind Collector” nel 1991 e via dicendo.

Si parlava prima di music library e di come molto di quel repertorio sia stato saccheggiato per la creazione di altre musiche. Anche Masin finisce  nella lista dei musicisti campionati da altri:

il caso Bjork, che ha usato “Clouds” per “It’s In Our Hands”
Masin, che è stato  campionato in più di una occasione in realtà prova molta soddisfazione nel sapere che ci sono diversi ragazzi che hanno usato la sua musica per produzioni casalinghe poi postate su Soundcloud o su Youtube.
Trova, dice lui, “fantastico che persone giovani siano interessate a quello che ho fatto in passato”.
Diverso invece è il discorso relativo ai grandi nomi con i quali hai veramente la sensazione di stare al mercato della frutta, dove ogni cosa ha un valore economico e tocchi con mano il significato dell’espressione “industria discografica”.
Per carità, fa clamore, fa parlare di sé, e va benissimo, ma nel caso di Björk la cosa è andata così: alla fine degli anni ’90 un amico di Masin che vive a Londra, aveva scoperto che i tedeschi To Rococo Rot avevano campionato per ben 9 minuti una sua composizione. Gigi li contatta senza intenzioni minacciose ma solo per fargli notare la loro scorrettezza artistica, e soprattutto umana.
Dopo un anno viene  ricontattato da loro in maniera molto amichevole, cosa già piuttosto sospetta, perché desideravano che siglasse un accordo per il quale il campione che avevano usato era una loro creazione, e non di Masin.
Cercando di capire meglio le loro motivazioni è venuto fuori che erano stati contattati da un’artista di primo piano per fare un disco e una lunga serie di concerti. L’artista in questione era proprio Björk.
Non ci è voluto molto perché si accorgessero a chi effettivamente appartenesse la musica della quale i To Rococo Rot reclamavano la paternità.
Il risultato è stato che in tournée con Björk ci sono andati i Matmos. E la vendetta in quel caso è stata più che sufficiente.

Discografia dei più tosti:

Come non potervi dare questo capolavoro per stuzzicare il vostro appetito dei timpani (DA ASCOLTARE CON URGENZA):

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