#Trip Diary# Halloween, la possibilità di mascherarsi o di essere finalmente se stessi.

domenico
Tempo di lettura: 3' min
7 November 2014
Review 4 U

Halloween!

Sono passati poco più di dieci anni da quando iniziai. Da quando la musica si prese gioco di me.

Da quando provai a far ballare qualcosa di diverso. Doveva essere una semplice festa tra amici. Fu un successo.

Da allora scoprii, e con il tempo capii e consolidai, il potere incontrastato che il suono può avere su di una folla che è la solo per quello.

Ballare, divertirsi, far divertire gli altri, sfogarsi, liberare la propria mente da qualsiasi pensiero, tutto concentrato in una pista, condiviso con chi ti sta accanto, esaltando chi sta suonando e tu la sorridendo. Il senso d’aggregazione, tutti insieme sotto lo stesso tetto, facendo quello che ci piace fare.

Halloween su halloween, feste su feste. Castrovillari, Bologna, Londra. Si è sempre ballato, abbiamo sempre festeggiato senza neanche sapere cosa.

La festa che tutti aspettano, la prima dopo l’estate, l’antipasto al calderone natalizio. La possibilità di mascherarsi o di essere finalmente se stessi.

Nessuna paura, nessuno ha paura, nessuno vuol fare paura a nessuno. Per una notte lasciateci fuggire dalle vere paure che viviamo quotidianamente, lasciate che i mostri si mostrino, lasciateci giovani. Forever Young. E libero sfogo all’immaginazione. D’altronde si sa “la notte è più bella e si vive meglio”.

Ben vengano i dolcetti e anche gli scherzetti.

Tutto in una notte e tutti in una notte.

In realtà uno mi basta e avanza. Uno che è centomila, perché nessuno è come lui. Le Roi. Un pezzo di storia della musica elettronica. Monsieur Laurent Garnier. Se ci associ il Fabric come location il connubio è letale. Mai combo fu così perfetta. Mai avuta così tanta voglia di tornare al fabric.

Storicamente e strutturalmente stiamo parlando di una delle pietre miliari del clubbing londinese. Quindici anni festeggiati quest’anno e un successo che sembra non conoscere fine.

Dentro è buio come sempre. Ogni volta che scendo quelle scale e mi accingo ad aprire quella porta la sensazione è sempre la stessa. Inizia a salire lentamente il sorriso, le gambe vanno sempre più veloci e il benessere ti invade: è musica. Non me ne vogliano tutti gli altri djs, non me ne voglia un grandissimo Guillame & The Coutu Dumonts che ho il piacere di ascoltare sul finire del suo live set, ma quella sera la scena è tutta sua.

Dall’inizio alla fine contaminazioni techno Detroit, funk e jazz, ritmi house, influenze elettroniche e richiami al rock. Musica a 360° ce n’è per tutti i gusti, lasciarsi trasportare e ballare è l’unico comandamento che questo paradiso musicale ammette. E lui, da buon condottiero, lascia che il suo popolo lo segua. Vederlo suonare è puro spettacolo, i suoi modi “chirurgici” su quel mixer sono la massima espressione di come e quanto viva la musica. Non mi fermo un attimo, non c’è possibilità di fermarsi davanti a suoni che ti fanno perdere il respiro. Le luci fanno la loro parte. I laser del Fabric. Quei fasci di luce che non ti illuminano mai ma ti ricordano sempre dove sei. Sono quattro ore di pura gioia, di piacere e sentimenti che solo la musica riesce a darmi. Quattro ore in cui mi passano per la testa tutti gli halloween da dieci anni a questa parte. Quattro ore che finiscono con un uomo con la faccia rossa.

Merci Laurent!

Esco.Fuori è giorno. Il sole non splende ma c’è tanta luce. Camminare per la città semivuota a quest’ora te ne rende suo padrone, la senti tua.

Quasi a non riconoscerla cammino e mi guardo intorno, tutto intorno ancora suona. Tutto l’intorno sarà un eterno ricordo di un altro halloween.

Dieci anni e non sentirli. Cento di questi Halloween!

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