Sesso Droga e Lavorare
Siamo tutti un po’ Arturo
Lo sapete cos’è un Live Writing? No?
Allora iniziamo col dirvi che gli altri fanno le presentazioni dei libri, i Regaz de Lo Stato Sociale no, loro fanno di più.
Ieri eravamo all’Oratorio San Filippo Neri, per il Live Writing di “Sesso, Droga e Lavorare”, il libro, appena uscito, a firma del collettivo LSS.
Una serata divertente e non convenzionale.
Qualche brano estrapolato dal libro, un paio di canzoni e poi grande interazione con il pubblico, numerosissimo per questa prima serata di Live, in casa loro, a Bologna.
Il pubblico, sollecitato da Albi, racconta aneddoti ed esperienze dal palco, Bebo prende nota sul pc e rielabora. E poi si edita tutto e Lodo legge, con il sottofondo suonato da Carota e Checco.
(continua sotto)
Insomma, alla fine, abbiamo scritto tutti insieme. Di sesso, droga e lavorare.
Ma anche di futuro.
Sono questi, i temi che fanno da sfondo al romanzo di formazione in cui Arturo, il protagonista, vi conquisterà sin dai primi capitoli.
Perché il romanzo non è autobiografico, ma c’è molto dei regaz e di ognuno di noi, in questo libro.
Perché siamo stati e siamo tutti un po’ Arturo.
Adolescenti impacciati che faticano a capire qual è il loro posto nel mondo, un po’ cazzari e un po’ a disagio, spesso demotivati dal fatto che “a un grande sbattimento corrisponde un 5+”.
E poi, adulti fragili e mai completamente preparati davanti alle cose della vita, ai sentimenti, alle nostre debolezze.
Un po’ antieroi ma un po’ anche supereroi, sempre un po’ precari, nel lavoro come nei rapporti umani, sempre un po’ al posto giusto nel momento sbagliato, o nel momento giusto ma nel posto sbagliato.
Sempre tutti da un colloquio all’altro.
Ed è per questo che cresceremo tutti insieme ad Arturo, che sa imparare dai suoi errori e farne tesoro, migliorare, maturare.
Leggetelo, in cartaceo o in formato ebook, o ascoltate l’audiolibro su Audible.
Non so se questo futuro immaginato dai Regaz vi piacerà, se vi ci ritroverete, ma vi assicuro che, quando arriverete all’ultima pagina, avrete molto su cui riflettere.
E so per certo, che, come è successo a me, vi sentirete tutti un po’ Arturo.
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