La notte dei morti viventi: al Link di Bologna arriva la techno di IVision, Mattia Trani e Speedy J. Per chi non ha paura del buio.
La musica è molto più che un passatempo: stanotte nello specifico è stato quasi un esorcismo dalle paure.
Ci pensa la techno a spaventare spiriti maligni e anime tormentate, a far ballare tutti con ritmi ossessivi e BPM serrati per ore; qualche sfumatura a distendere la tensione per qualche secondo, e poi ecco che tutto riparte come un rito ancestrale.
IVision accoglie i primi arrivati a 4 mani; la calma nei gesti di questo duo si infrange sui muri del Link con dei bassi assordanti prima di passare il testimone a Mattia Trani, fondatore della Pushmaster Discs.
A stargli vicino in consolle vibra tutto, sembra di stare su una barca che galleggia nel mare in tempesta e invece siamo ancora tutti qui a guardarlo muoversi piano. Ogni tanto alza un braccio e lo agita ad incitare il pubblico. È pura estasi nelle transizioni tra un pezzo e l’altro.
Arriva la tempesta proprio mentre inizi a sentirti quasi al sicuro: è lui, Jochem Paap AKA Speedy J. Inesorabile, compassato, sembra di essere in suo potere quando alza lo sguardo a controllare le reazioni della gente, poi torna chino sui suoi strumenti ad incantare e scuotere spiriti e persone (pare di stare ad un concerto drone, per chi segue altri generi oltre l’elettronica sa di cosa sto parlando).
Ho visto ragazzi iniziare a ballare senza smettere mai, qualcuno in maschera, qualcuno senza. Ognuno ha il suo modo di esorcizzare le proprie paure: ballare è uno dei migliori che io conosca.
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