LA DANZA DEL DIAVOLO DI CHANCHA VIA CIRCUITO

theverol
Tempo di lettura: 2' min
5 November 2018
Review 4 U
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Pedro Canale infiamma il MAT con il suo sound ossessivo e tribale

La stagione invernale targata MAT Laboratorio Urbano di Terlizzi, in Provincia di Bari, è ripartita.

Numerosi già i live che la location, ormai caposaldo culturale della zona, ha ospitato nell’ultimo mese: faccio riferimento, ad esempio, alle esibizioni di Daniel Blumberg, Joan Thiele e Go Dugong. E a questi si aggiunge la performance del 1 novembre di Chancha Via Circuito, nome d’arte dell’argentino Pedro Canale.

A sbeffeggiare il clima piovoso, che ha provato a rovinare il Ponte di Ognissanti, ci ha pensato il producer sudamericano con la sua cumbia colombiana contaminata dall’elettronica, ma non solo: difatti le sue produzioni strizzano prepotentemente l’occhio anche all’afro-dance, alla minimal dub music e alla downtempo. Ritmi ossessivi e atmosfere calde, un sound che sa di estate e che ci riporta, quantomeno con la mente, ai mesi in cui il sole tramontava ancora dopo le 20 e gli unici abiti utili erano un costume da bagno e un paio di infradito. Impossibile non ballare il ritmo tribale della digital-cumbia di Chancha Via Circuito: armonia latina con la commistione della cassa dritta, dalla cui unione nasce quell’electro-cumbia che, oggigiorno, sta spopolando e si sta affermando con sempre più prepotenza sulla scena del clubbing italiano.

Come per ogni evento che si rispetti, c’è stato anche un opening-act. Difatti a scaldare il pubblico ci ha pensato il pugliese Sup Nasa, con una performance in cui la vena della black music è marcatamente evidente: in effetti le sue radici da artista affondano nell’Hip Hop. Da lì è partito per poi toccare tutti gli altri generi musicali inerenti al ventaglio della “musica nera”, come, ad esempio, anche il jazz, contaminandoli con l’electro-pop: la sua un’evoluzione del tutto percepibile dal set proposto dal giovane artista in apertura all’headliner. Va specificato che questo è stato il suo primo live da solista. Lo sottolineo perché, onestamente, se non me lo avesse detto lui, non me ne sarei mai accorto!

Chiusura invece affidata al dj-set di Cloud Danko, fra i più noti selector baresi, che ha proposto una raffinata selezione in vinile funk, jazz e soul.

Dopo l’evento estivo del Chiù Festival, il MAT Laboratorio Urbano è ripartito. A mille, aggiungerei. E se il buongiorno si vede dal mattino, ci aspetta un inverno caldissimo in quel di Terlizzi.

 

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