Nel nostro viaggio nel mondo della musica abbiamo toccato spesso grandi locations in grandi città, grandi eventi contestualizzati a grandi organizzazioni con importanti pregressi e importanti doti di media-relationship che facilitano il lavoro di pubblicità e diffusione.

Eppure c’è chi crede in un valore della musica più intimo, più creativo e più reale. Senza l’ausilio di importanti forme promozionali né arzigogolati sotterfugi per ottenere quanto più plebiscito possibile.

Come? Con la creazione di un party grazie all’ utilizzo delle conoscenze, delle amicizie, mediante l’uso delle parole, non scritte, bensì dette, pronunciate, andando completamente controcorrente rispetto alle forme di comunicazioni attuali e del tutto anticonvenzionale rispetto ai manuali non scritti del periodo attuale del “how to make a party”.

Questa realtà ha un nome: Grapevibe.

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Un’idea nata da due ragazzi del Bolognese che volendo dare forma ai loro sogni fatti di musica hanno creato questa serie di feste dall’ inizio del 2016, alla domenica dalle 18 a mezzanotte e con cadenza mensile in una location straordinariamente bella e totalmente segreta.

La festa è riservata a sole 100 persone per non “ghepardizzare” l’equilibrio e l’ammirevole vibe che si crea all’interno.

Non esiste un vero e proprio vademecum su come entrare alle feste Grapevibe, basta avere voglia di far festa e avere consapevolezza del proprio divertimento senza arrecare danno agli altri, rispettando inoltre le vibrazioni e le onde magiche emesse dai dj inseriti in un ambiente magico, quasi dai contorni clericali.

La scelta artistica è di primissimo ordine; nella stagione invernale 2016/2017 i dj che si sono esibiti fanno parte del più importante panorama mondiale della musica underground attuale: Nudge, Deep88 e questa Domenica i Bassa Clan, accompagnati a rotazione da residents dj locali e non.

Cosa rende Grapevibe così straordinariamente diverso?

La gente.

La selezione “naturale” dei presenti per un evento così poco sbandierato sui social network e la ricerca così importante di “rising artists” nel panorama house attuale screma notevolmente i partecipanti focalizzandosi su coloro che prediligono il sound inserito in un contesto diverso dalle solite 4 mura di un club, circondati da persone con la stessa passione.

Questo clima di amicizia e relazione sincera con la musica crea un ecosistema all’interno fantastico, nel quale si respira a pieni polmoni la voglia e l’amore della gente verso il mondo autentico della musica: il ballo e l’ascolto.

Basti pensare a un piccolo dettaglio ma che dice tutto: non ci sono addetti alla sicurezza per lo svolgimento della festa. Non trascurabile pensando a quanto di trasversale esiste nei club di oggi.

Vi lascio con un piccolo podcast dei due senatori di Grapevibe appositamente creato per Polpetta Mag e il suo Giovedi di Vith.

Ci vediamo in pista!