#Trip Diary# Lentamente si spegne chi non lascia entrare la musica nella propria vita.

domenico
Tempo di lettura: 2' min
3 April 2014
Trip Diary

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Lentamente si spegne chi non lascia entrare la musica nella propria vita.
Lentamente si lascia andare.
Lentamente rinuncia.
Lentamente perde. Non che la musica sia tutto, ma per me è tanto.
Lentamente, troppo lentamente, mi stavo accorgendo della sua assenza. Assenza di vortici, emozioni e sensazioni uniche. Quei momenti brevi e intensi che danno calore e colore a giornate cariche di quotidianità e carichi di lavoro.
Non sbaglia chi non fa. Ed in questo stavo sbagliando! Rimediare all’errore in questo baccano londinese è un attimo. Giusto l’attimo di volerlo, sapere che Pantha du Prince suonerà presto a Londra, prendere il biglietto e aspettare che lentamente quel giorno arrivi. Anche perché è da maggio 2010 quando in quella stanza di Lisbona iniziavo a scoprire i suoi suoni mistici e lentamente la mia mente andava…
Ci siamo. Sabato 29 marzo. Lentamente l’Oval Space inizia a riempirsi.
Era la mia prima volta in una delle location più interessanti di East London. Un immenso capannone dalle pareti bianche, circondato da balconi dove tra una sigaretta ed una birra ti ritrovi a chiacchierare con lo studente di Newcastle, o il banker della city o una squadra di medici.
Fuori il fascino di una terrazza avvolta da tante piccole luci natalizie, un’area relax dove nel più “assolute laid back mood” c’è chi lascia che le proprie lingue si incontrino.
Qualcuno vicino a me lo definisce un posto “Pettinato, dove bisogna sapersi fare con classe!”. Io respiro un’aria di festa che lentamente coinvolge anche me e la gente che mi sta intorno.
Lentamente inizia a suonare.
Lentamente si lascia scoprire. Il suono di Pantha du Prince lo riconosci dalla lentezza con cui parte e calore con cui poi ti scalda e ti avvolge. Sottile, delicato, dritto al posto giusto al momento giusto. Campane, violini, xilofoni, arpe, una piacevole “balck noise” nel locale dalle pareti bianche.
Sulle note di “Lay in a Shimmer” noto un piacevole senso di benessere.
Dentro si sta sempre meglio e vorrei che tutto finisse con una grande lentezza.
Che party!
Dopo quasi due ore di live decido di tornare lentamente verso casa pensando e ripensando al vortice di emozioni, all’intrecciarsi di quei suoni e a quel lento lasciarsi trasportare dalla musica.
Felicità.

 

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