PVP – The Clash: Rock the Casbah

md-romero
Tempo di lettura: 3' min
26 April 2018
POLPETTA VIDEO PASSION
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Quello che era vero nel 1982 è vero anche nel 2018, soprattutto per quanto riguarda la politica estera.

Ne sanno qualcosa i The Clash che con il singolo Rock The Casbah hanno dato la soluzione ad un conflitto che dura dal dopoguerra ad oggi.

Nel 1982 il problema era l’Ayatollah Khomeini che proibì la musica rock in tutto l’Iran, primo passo verso una graduale perdita della libertà individuale in uno stato altrimenti moderno. All’ordine del giorno abbiamo la statua di Epaminonda coperta sulle parti basse da un drappo rosso per non offendere un gruppo di musulmani in visita.

Non è un fatto nuovo. Ci fu nel 2016 una copertura di parti basse di statue durante la visita di una delegazione iraniana in Campidoglio. Prima ancora i sempre progressisti Americani criticarono spesso i gioielli di famiglia dei capolavori italiani dell’arte considerandoli pornografici. L’ipocrisia americana sulla censura ispirò a inizio anni 90 un fantastico episodio della serie I Simpson.

In effetti  è dall’avvento del cattolicesimo che i peni più celebri dell’arte danno scandalo e provocano sterili dibattiti che mettono sempre a confronto la tesi “Rispetto per le altre culture” contro il “A roma comportati come i romani”.

Si va a tralasciare il punto fondamentale che è “l’arte è arte, non deve essere censurata”. Questo dimostra come l’arte, in tutto questo non centri molto. Non è una questione di sensibilità nei confronti dell’uomo di pietra nudo, del bacio gay o di Marlon Brando che inchiappetta Maria Schneider. Basta fare uno zapping sulle TV provenienti dalla penisola araba per vedere produzioni non proprio caste e pure al pari delle nostre.

Ciò che è polemica è mosso dalla politica, ciò che è mosso dalla politica ha necessità militari ed economiche. Si tratta di palesare che il volere della persona e di conseguenza della nazione che rappresenta è superiore al volere dell’altra. Attraverso la censura mediatica, ideologica ed artistica si compie un aggressione nei confronti di un popolo o una nazione o un gruppo etnico o religioso.

La politica xenofoba e supremazista dello stato Israeliano e dei suoi sostenitori, la subdola macchiavellica influenza degli esponenti del cattolicesimo e la retorica medioevale e violenta dei musulmani radicali, per non parlare di quel pasticcio culturale e religioso che è stata la deriva protestante negli Stati Uniti, con il suo proselitismo filomillenarista stanno bloccando nel fango i progressi tecnologici, politici e culturali della razza umana. Salteremo a piè pari le varie questioni per concentrarci sul messaggio distensivo e salvifico del punk rock che potrebbe funzionare meglio di trenta Henry Kissinger sotto MDMA.

I The Clash a tutto questo dicono: ROCK THE CASBAH!

Girato ad Austin con un budget risicatissimo, il videoclip presenta un arabo (l’attore austiniano Titos Menchaca), e un ebreo chassidico (quelli vestiti di nero con le trecce per intenderci), interpretato da Dennis Razze, regista locale, mentre intraprendono una stretta amicizia l’uno con l’altro. I due praticano dello skank (ballo punk rock per quelli nati dopo il 2000) per le strade che portano al Palmer Auditorium, luogo dove si tiene un concerto dei The Clash. Le scene dei due, spesso in compagnia di un armadillo, sono spesso intervallate da scene della band, che si esibisce di fronte a un pozzo di petrolio.

Il tono umoristico del video, può essere inteso come un messaggio per migliorare le relazioni tra arabi e israeliani.

La canzone dei The Clash è una critica alla questione sopra citata del Khomeini ma in tono scanzonato e positivo.

Non c’è motivo per cui la totalità delle nostre culture possa convivere senza problemi.

Purtroppo quello che era bizzarro nel 1982 (un ebreo e un arabo in botta dura a ritmo dei The Clash) oggi è fantascienza.

Le dichiarazioni dei leader ideologici e di partito, con la complicità dei (social) media, vengono sostenute da persone qualunque. Queste portano avanti una battaglia su questioni di cui non provavano nemmeno interesse portando avanti le divisioni nella razza umana.

Ma quando è il vertice che dice all’individuo per cosa si deve scandalizzare e odiare si crea un clima di diffidenza ed isteria collettiva. Il rock diventa amorale, il nudo diventa pornografia e il credente di un altra fede diventa il nemico.

La soluzione? Rock The Casbah. Diamoci tutti alla baldoria, magari prima mettendo in muto i vertici. I The Clash ci hanno mostrato la via.

 

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