L’alienazione da lavoro e il progresso tecnologico vanno di pari passo fin dai tempi della prima rivoluzione industriale. Lavoro monotono, ripetitivo, incessante produce a lungo termine dei danni psicologici non indifferenti. Questa è la scintilla che ha dato alla luce Believe, videoclip del singolo tratto dall’album Push The Button (non fra i migliori) dei The Chemical Brothers.
Diretto dal duo Dom And Nic, il videoclip è ambientato nella ormai defunta fabbrica della MG Rover (fallita poco tempo dopo le riprese del video) di Longbridge, Inghilterra. Il video si apre su un programma televisivo di ginnastica tonificante ( istigatore di fantasie masturbatorie dell’era pre internet) e il protagonista, intento a fissare le giovani in spandex dalla vetrina di un negozio di elettrodomestici.
L’uomo è un operaio della fabbrica della MG. Quando una frattura alla mano lo costringe a rallentare il ritmo lavorativo, il nostro protagonista inizia a sviluppare un senso d’inquietudine per i colossi meccanici della fabbrica. Il senso di paranoia cresce quando inizia ad intravedere il macchinario della fabbrica prendere vita e perseguitarlo per le strade di Longbridge in maniera sempre più insistente tanto da portare il nostro sull’orlo della follia. Sul finale, l’operaio impazzisce dopo aver visto le strade di Longbridge affollate di macchine industriali identiche a quella che lo ha inseguito fino a poco tempo prima e, mentre sta seduto a terra, il mondo che egli percepisce si sgretola in forme geometriche.
Il video, la cui aggiunta del macchinario è dovuta ad un lavoro di post produzione non indifferente, trasmette in maniera intensa e penetrante il senso di paranoia e muto terrore che il protagonista inizia a provare fin dalle prime battute. È una discesa negli abissi dell’esaurimento nervoso, dello stress da lavoro e dell’alienazione.
Non è la macchina in CGI a rimanere impressa quanto il volto sconvolto del protagonista, i cui deliri forse sono dovuti all’abuso di antidolorifici, coadiuvati dalla simbiosi psicologica che l’uomo ha con la macchina industriale che non vuole ne intende dargli tempo libero. Lo perseguita in ogni momento e in ogni luogo, fino nei momenti più intimi trasmettendo bene quella sorta di complesso senso di colpa misto ad ossessione che si instaura quando il lavoro diventa unica ragione umana per vivere. Non sono tanto gli antidolorifici a causare il malessere dell’operaio quanto l’infortunio che lo allontana gradualmente dalla macchina trasformandola in un’ossessione infernale dalla quale più si allontana e con più violenza viene raggiunto e braccato.
Il pianto finale, mentre l’uomo vede la realtà stessa collassarem è un singhiozzare liberatorio e rassegnato in parallelo con il collasso definitivo della psiche dell’operaio, forse irrimediabilmente libero dal suo demone a prezzo della perdita della sua stessa coscienza. Non ci è dato sapere quali saranno le condizioni in cui sarà costretto a vivere d’ora in poi. Il fallimento dello stabilimento in cui il video è ambientato ( simbolo del collasso dell’industria automobilistica britannica ) poco tempo dopo la conclusione delle riprese dà al videoclip un’aura profetica devastante.
THE CHEMICAL BROTHERS Believe from D O M & N I C on Vimeo.
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