PVP – Red Hot Chili Peppers: Californication.

md-romero
Tempo di lettura: 3' min
1 February 2017
POLPETTA VIDEO PASSION

des37

Il 1999 è stato uno degli anni che ha cambiato il modo di percepire e di conseguenza definire la realtà principalmente a causa della rivoluzione informatica che stava iniziando a trasportarci tutti, volenti o nolenti, nell’era del digitale.

La storica band californiana, i Red Hot Chili Peppers, con il loro album Californication ha segnato una delle pietre miliari della storia del rock che senza troppe riflessioni può essere definito senza dubbio il loro album migliore. In un periodo dove il Cyberpunk muoveva le sue ultime mosse nella finzione e le sue prime nella realtà i registi Jonathan Dayton e Valerie Faris confezionano per la title track (e quarto singolo dell’album) un videoclip surreale, vertiginoso e, in retrospettiva, nostalgico.

Il video, alternato dalla performance della band, è formato come un grosso e caotico videogame ambientato in California (divenuta un’isola) dove i quattro componenti della band, trasformati in render poligonali, devono esplorare la mappa per raccogliere vari emblemi (a forma del simbolo dei RHCP) compiendo acrobazie, evitando pericoli e quant’altro aveva da offrire il panorama videoludico della 5a generazione (la sesta, con l’iconica Playstation 2 era dietro l’angolo).

Abbiamo John Frusciante camminare per la walk of fame di Hollywood in stile Crash Bandicoot (o Pandemonium) schivando i passanti, Chad Smith scendere da una montagna con lo snowboard, Kiedis nuotare nell’oceano schivando passanti e squali e Flea battersi contro un’armata di feroci boscaioli. In seguito John si ritroverà in un caotico set cinematografico, Chad dopo aver percorso i pennoni del Golden Gate bridge park con lo Snowboard mentre Anthony, guidando un’auto sportiva attraverso terra e acqua per poi essere salvato in extremis, prima di schiantarsi contro una scogliera dal buon Flea a cavallo di una libellula gigante. Mentre Chad continua a fare lo snowboard sulla mappa i due volano per dei cieli trafficati da ogni tipo di veivolo, compresa una macchina volante di Leonardo Da Vinci pilotata da John Frusciante. Anthony cade dalla libellula ma atterra su un morbido prato fiorito dove riesce ad afferrare l’ultimo emblema. Questo causa un enorme terremoto che distrugge la città provocando una catastrofe. Indenni i Red Hot al completo cadono in una spaccatura nel terreno dove scorre un fiume di lava. Atterrati su una piattaforma toccano tutti e quattro un ologramma di un cubo e ricompaiono come esseri in carne ed ossa. GAME OVER

Vederlo nel 2017, Californication, provoca un senso di vertigine ormai dimenticato e che molti videogiocatori conoscono. La vertigine è dovuta alla 3d Graphic dei videogame di 5a generazione in cui le prospettive e la profondità erano ancora imperfette, la mancata possibilità di inserire textures di alto livello sui modelli poligonali obbligava gli sviluppatori a utilizzare uno stile cartoonish dai colori sgargianti e spesso fastidiosi dopo lunghi periodi. Lo stesso valeva per gli spazi in cui le mappe erano spesso incoerenti e poco definite. Tutto quello che allo spettatore del 99 portava entusiasmo e stupore non funziona più. Purtroppo Californication è stato logorato dal tempo e dal progresso tecnologico.

Rimane però lo spirito dell’epoca, l’impatto e l’influenza che il mondo videoludico stavano iniziando ad avere sulle altre forme d’arte e l’idea concreta di realtà virtuale grazie alle nuove tecnologie poligonali. Il videogame non era più il nuovo giocattolo per bambini. Stava iniziando ad essere considerato un’esperienza fruibile dagli adulti in grado di simulare situazioni reali. C’è un’ulteriore motivo dell’importanza per cui il videoclip di Californication va ricordato. Esiste infatti un legame tra il video e la ricaduta di Anthony nella tossicodipendenza. Il cantante ne parla nell’autobiografia Scar Tissue: “… L’esperienza è sempre emozionante.

Ci sono poliziotti, ragazzacci, mostri e prostitute. Ti immerge in un grande ed insidioso videogioco, ma ancora una volta vieni ingannato pensando che stai facendo qualcosa di figo, dato che il prezzo è sempre maggiore del guadagno. Rinunci subito al tuo amore, alla tua luce, alla tua bellezza, e diventi un buco nero nell’universo, risucchiando energia malvagia e senza sorridere in faccia a nessuno …” La realtà virtuale, come metafora alla tossicodipendenza è una tematica ricorrente nel panorama della fiction Cyberpunk e, come anticipato nell’incipit, ora più che mai è attuale come il messaggio del singolo dei RHCP: il rischio inevitabile che la California inglobi, o annetta, il mondo intero nel delirio di eccesso e d’apparenza.

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