PVP – Michele Tiso: Harrison Ford.

md-romero
Tempo di lettura: 2' min
5 July 2017
POLPETTA VIDEO PASSION

Il periodo universitario è impregnato di infatuazioni transitorie, sbronze tristi ed epici movimenti creativi che portano a perle di genio che nascono e si spengono nel giro di una sessione di esami.

Per quanto sia una fase della vita totalmente snervante e caotica, quello che resta nella mente non sono esami o nottate in preda all’ansia quanto i momenti di divertimento e l’esprit trasgressivo di un’adolescenza che fatica (con una certa ragione) a lasciar il posto alla responsabilità. In questo periodo attraversiamo tutti la fase in cui siamo artisti, poeti, cantanti, pensatori e quant’altro e molti di noi hanno prodotto delle perle goliardiche che negli anni a venire, ritrovate fra vecchie pile di appunti mentre si fa spazio per altri interessi, ci faranno ancora sorridere. Pochi di noi, in quella fase ci rimarranno sempre, tramutandola nella propria ragione di vita.
Michele Tiso, cantautore comasco adottato dalla scena hipster bolognese è uno di quegli artisti che dall’ambiente universitario trae linfa creativa e vitale per costruire testi tra il Dé André e il Vernacoliere, riproducendo tutte quelle avventure tragicomiche che si consumano negli atenei. Di uno di questi pezzi, grazie all’estro universitario tutto bolognese, è nato anche un videoclip, diretto dall’amico Paolo Crippa, che viene sbraitato e cantato spesso e volentieri fra la sede di Cartoleria e quella di Filippo Re: Harrison Ford.
La storia è semplice, lui ama lei, lei lo considera un amico, lui sfoga i suoi deliri fra videogiochi e fantasie masturbatorie tra una lezione e l’altra di letteratura giapponese. Il lui del pezzo viene identificato con l’eroe romantico degli anni 80 Harrison Ford a seguito di un’ironia fatta in una di quelle serate tipiche universitarie da sbronze tristi e disquisizioni filmiche senza logica.
Girato in digitale e in bianco e nero, il video sorprende per la tecnica che nasconde il fatto che si tratti di un lavoro semi improvvisato, costruito e modellato solo sull’entusiasmo del momento, in un genio senza troppi pensieri ne stress.

L’ironia e il sarcasmo è palpabile con Tiso che regala una performance che non risparmia smorfie di esagerata voluttà in un evidente parodia del cantautore piacione che si eleva a consigliere del romantico Harrison che preferisce trincare in solitudine, mentre il resto dei compagni di corso (la classica immensa compagnia pezzaliana) si diverte. Esilarante l’inserto a colori in cui le statue orripilate e terrorizzate del meraviglioso Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca commentano gli atteggiamenti lascivi (e leggermente impacciati) di una ragazza in kimono.
Harrison Ford di Michele Tiso è orecchiabile, divertente e giovane. Non si prende sul serio ne vuole essere preso sul serio ma racconta la friendzone (condizione ormai definita catastrofica dalle pressioni sociali) in maniera spigliata senza rinunciare a tecnica e abilità.

L’artista comasco, chitarra alla mano, sa intrattenere e raggiungere la folla meglio di tecnicismi e giri di parole (o seghe mentali) tipici di questo genere musicale generando quello che a prima vista può sembrare una parodia ma che cattura esattamente bene lo spirito dello studente universitario e delle storie d’amore nate (e morte) nell’ateneo in un Amarcord nella sempre splendida Bologna che per alcuni sarà molto attuale (e per altri archeologia pura).

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