PVP – INTERSTELLA 5555, The 5tory of The 5ecret 5tar 5ystem

md-romero
Tempo di lettura: 4' min
22 November 2017
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Prendete un nome, Leiji Matsumoto, leggenda vivente del manga e dell’animazione giapponese, creatore di colossi traumatici della nostra infanzia quali: Capitan Harlock, Corazzata spaziale Yamato (da noi Starblazers) e ultimo ma non ultimo Galaxy Express 999.

La sua è una poetica tragica, di personaggi statuari e solitari, romanticismo anarchico ed esasperato a fronte di un futuro dove indifferenza, funzionalità e stupidità sono la norma. In Capitan Harlock, ad esempio, abbiamo un mondo inquinato e condannato all’estinzione, i suoi abitanti volgono gli occhi bovini alla televisione e gli stessi politici si interessano del loro piacere personale rifuggendo le responsabilità, rimanendo indifferenti ad una minaccia aliena e ancestrale. L’unico baluardo fra l’annientamento di un’umanità non ha più motivo di esistere è un eroe picaresco che trasforma i suoi ideali, desueti ed ossessivi vista la natura delle cose, in forza vitale per dar battaglia in eterno (anche a guerra conclusa come in SSX).

L’ideale antimilitarista, sovversivo ed anarchico di Matsumoto (Spesso fraintesi, vedi il live action revisionista Space battleship Yamato del 2010) ha segnato la nostra generazione, per non parlare del character design. Personaggi affascinanti, romantici da prendere a modello o di cui innamorarsi.

Salto in avanti nel 2001, L’album Discovery, a cura del duo francese DAFT PUNK, diventa un successo internazionale. Il loro stile inconfondibile, i singoli come One More Time, Harder, Better, Faster, Stronger e Aerodynamics sono la colonna sonora dell’epoca. In particolare One More Time ha quella carica nostalgica che ci porta alla mente tempi migliori, lontani dalla frenesia e dalla paranoia del ventunesimo secolo, in quello che Thompson definì prima di morire The Kingdom of Fear, il regno della paura.

Discovery diventa due anni dopo, senza averne all’interno la struttura, un concept album ed una colonna sonora di un mediometraggio animato a cura di Leiji Matsumoto che, ispirato dal sound dei Daft Punk crea INTERSTELLA 5555 The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem. La storia di un gruppo musicale di alieni che viene rapito da una diabolica casa di produzione, portati sulla terra, sottoposti a lavaggio del cervello ed umanizzati per poi essere dati in pasto alle folle del pianeta blu in nome di uno stratosferico profitto. A salvare la situazione è Shep, addetto alla sicurezza, della stessa specie della band, e profondamente innamorato del membro femminile del gruppo. Shep parte per la terra dove la band, rinominata Crescendolls, viene salvata non senza difficoltà. Shep viene ferito mortalmente, confessa il suo amore a Stella, il nome terrestre dato al membro femminile della band. I quattro si mettono quindi alla ricerca della verità scoprendo che la casa di produzione che li ha rapiti/ingaggiati ovvero la Darkwood, ha scoperto anni addietro un passaggio intradimensionale fra la terra e il mondo alieno, rapendo in maniera continuativa e costante band e talenti per accumulare dischi d’oro da utilizzare per un complesso rituale di conquista del mondo. I quattro riescono a sconfiggere il presidente della Darkwood, fermare il piano e recuperare i loro ricordi contenuti in dei dischetti e, con l’aiuto di scienziati terrestri, tornare sul loro pianeta.

(continua sotto)

interstella 5555

Visivamente straordinario, ed interamente musicale, dove le uniche parole sono in sincrono coi brani dell’album, Interstella 5555 è una splendida esperienza su differenti piani multimediali. Oltre alla qualità visiva stupefacente, lo stile inconfondibile di Matsumoto che codirige con Kazuhisa Takenochi, e le musiche dei Daft Punk, l’intero album Discovery, che rimane una pietra miliare nel settore musicale (come lo è diventato anche Random Access Memories), abbiamo anche una meravigliosa critica al sistema dello stardom e delle case discografiche. Colossi multimiliardari che costruiscono a tavolino superstar per il pubblico da giovani promesse a cui viene fatta indossare una storia, uno stile ed un carattere dissociandoli dalle loro vere potenzialità e dal loro vero essere per poi gettarle in pasto ai lupi quando esauriscono la loro utilità. Basti pensare alla sequela di pop star uscite dall’ambiente Disney, da Britney Spears a Miley Cyrus, per rendersi conto che la fantascienza di Interstella 5555 è pura critica sociale ed attualità. Il climax di Interstella 5555 ha Stella, il membro femminile della band, pronta ad essere data in sacrificio durante il rituale di Darkwood salvo essere salvata in extremis dagli altri membri della band. Un immagine di un’iconicità sconvolgente che riassume in pochi minuti di animazione l’ambiente della pop music attuale, non solo americana mondiale, senza escludere l’ambiente delle Idol giapponesi, su cui il regista di culto Satoshi Kon ha girato una feroce critica: Perfect Blue, film d’animazione che, vale la pena ribadirlo, è visione obbligata.

Ma tra le fonti d’ispirazione di Matsumoto non ci sono solo i Daft Punk. L’immaginario di Matsumoto è stato profondamente influenzato da un certo artista nato a Brixton nel 1947, David Bowie. Se, infatti, andiamo a confrontare il futuro distopico à là 1984 di Diamond Dogs datato 1974, e la persona indossata da Bowie (The Halloween Jack) ci sono non poche somiglianze con Capitan Harlock (il cui manga è del 1977) e i sottotoni tragici, idealistici ma disillusi, la solitudine dell’eroe come alieno sono tematiche che ritroviamo in entrambi gli artisti. Interstella 5555 riprende anche le tematiche della discesa sulla terra di Ziggy Stardust, superstar aliena che entra in una spirale di autodistruzione manovrata dallo stardom (nella realtà ci fu la faida Bowie/Defries e Bowie fu ad un passo da essere l’ennesima star maciullata dall’industria musicale).

Un’ultima curiosità prima di lasciarci per questa settimana: c’è un piccolo cameo dei Daft Punk in Interstella 5555: Durante la premiazione per l’artista dell’anno (Che va ai Crescendolls). I due, con i loro iconici elmetti, possono essere visti applaudire per la vittoria della band.

 

 

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