Vuoi o non vuoi, l’Italia lascia sempre il segno. I ragazzi di Pathfinder di Modena hanno messo a punto una interessante preview del loro progetto nato 3 anni fa; un’idea volta a far scoprire alla città i nomi più intriganti ed audaci del panorama della musica elettronica.
Il protagonista ? Mr. Daniele Baldelli.
Per coloro che hanno vissuto sulla Luna negli ultimi 45 anni, possiamo dire senza troppi fronzoli che Daniele Baldelli è la storia del djing in Italia. Possiamo tranquillamente affermare che nonostante la sua distanza dai mondi commerciali e di massa (non è un nome che ha avuto la risonanza che merita), la sua capacità di rimanere sulla cresta dell’onda per oltre 40 anni è la prova della sua straordinaria abilità e professionalità.
Daniele Baldelli è colui che ha reso possibile la diffusione dell’arte del mixaggio, e pensate, la sua carriera iniziò quando giradischi e mixer erano strumenti ancora futuristici, nel lontano 1969.
All’epoca i selezionatori (dj era una parola inesistente) si limitavano a proporre le tracce scelte dai gestori dei locali, eppure Daniele guardava oltre: lui desiderava riempire gli spazi tra una traccia e l’altra per creare qualcosa di nuovo, di emotivo: ciò che oggi chiamiamo dj-set. Privo di riferimenti, e in assenza di apparecchiature dedicate, Daniele si inventa un metodo personale per creare continuità al flusso musicale. Analizzando il rumore della puntina al raggiungimento del primo solco del disco, Daniele incideva delle tacche sulla variazione di velocità del giradischi, attaccando poi delle etichette adesive sul disco per individuare il punto esatto di partenza della musica: era ciò che presagiva la nascita dello scratch.
Baldelli iniziò a girare le migliori discoteche italiane fino ad approdare come dj resident nella discoteca culto dei primi anni 80 ,il Cosmic, divenuto poi suo marchio di fabbrica dandone addirittura un nome a un genere musicale (un incredibile mix tra reggae, funk, new wave, dub, afrobeat), proponendo al suo pubblico un nuovo modo di creare musica fatto di sovrapposizioni di varie canzoni di vario genere il quale fu molto apprezzato da tutta la penisola danzante.
Guardate questo video:
Sempre per sottolineare la prerogativa di precursore, Daniele Baldelli si inventa nel 1980 il “Dee Jay concerto”: quattro piatti, due mixer, batteria elettronica o percussioni dal vivo mentre sui piatti venivano mixati in poco più di mezz’ora un gran numero di brani che davano vita ad un supermegamix, il tutto rigorosamente dal vivo.
Gli anni recenti sono una celebrazione della sua grande conoscenza e qualità: Daniele è uno dei nomi più ricercati, più osannati, più desiderati degli ultimi anni.
La sua collezione di vinili è di circa 60.000 pezzi di ogni tipo di musica esistente al mondo, e la sua “aurea” creatasi negli anni gli ha portato grande rispetto e considerazione da tutto il mondo della musica.
Una preview di classe sopraffina che si svolgerà a Caffè Concerto, domani, Venerdi 9 Settembre dalle 18 alle 24. Vi aspettiamo li!
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