La triste storia di Spencer Kincy.

luca-vitale
Tempo di lettura: 3' min
13 October 2016
Il Giovedì di Vith, In primo piano

E’ proprio vero che la musica non smette mai di stupire.

Talvolta in negativo.

Per qualcuno, la musica è stato veicolo di successo, prosperità, e (forse) felicità. Per altri, per quanto vantino carriere gloriose la musica è stata un affanno, e talvolta addirittura al punto di perdere la propria identità.

spencer

Chicago, primi anni novanta. Spencer Kincy era uno dei produttori più prolifici ed innovativi della città, nella quale era in pieno atto l’ondata house che è tutt’ora famosa come “chicago house” . Un movimento con interpreti illustri: DJ Sneak, Terry Francis, Todd Edwards, Derrick Carter e tantissimi altri.

Spencer ha concluso almeno 200 tracce, di cui molte contenute in album rilasciati sulle etichette più influenti dell’epoca con l’alter ego GEMINI: Relief, Peacefrog e Cyclo le principali.

La sua musica era brillante, considerata a oggi tra le basi della house music moderna; per non parlare della sua tecnica di mixing, ampiamente documentabile attraverso decine di dj set postati sul web. Non è un caso che la maggior parte dei grandi dj underground del giorno d’oggi, come Zip, Ricardo Villalobos, Alexandra e moltissimi altri suonino regolarmente diverse tracce del maestro americano.

Nei primi anni 2000 però, Spencer Kincy sparì completamente dalla circolazione. Puff. Come un fantasma. Nessuno, nemmeno le persone a lui più vicine, ebbe più un contatto con lui. Alcuni sostengono di averlo visto a San Francisco vivere da senzatetto, e poi nuovamente a Chicago, ma non c’è alcuna prova di quanto riportato. Altre voci dicono addirittura che due produttori che Spencer avrebbe chiaramente indicato, rubarono dal suo laptop tutte le sue tracce e i suoi progetti a cui stava lavorando;  questo, a quanto sembra, è il motivo reale del suo esilio personale. La sua follia è stata però documentata nei racconti di alcuni ufficiali degli Stati Uniti, che hanno dichiarato che Kincy ha presentato diversi esposti contro l’ FBI e contro alcuni organi politici americani senza apparenti motivazioni tangibili.

Nonostante tutt’ora le segnalazioni di avvistamento di Spencer vengano ciclicamente alla luce, a oggi nessuno sa effettivamente dove si trovi ne cosa faccia nella sua vita, ed è una grande perdita: pensate se Spencer potesse ancora esibirsi o rilasciare musica nuova.

Una cosa però è certa: quest’uomo era un fuoriclasse per i suoi tempi, e le pochissime copie rimaste in vendita dei suoi dischi dell’epoca vanno tutt’ora a ruba ed essendo le suddette etichette oramai terminate nel loro servizio, le cifre per l’acquisto di questi dischi sono a dir poco stellari.

L’intraprendenza e la qualità estrema delle sue produzioni e la conseguente fortissima richiesta da parte dei diggers che ha inesorabilmente alzato i prezzi delle rivendite, ha indotto alcune etichette (tra cui alcune molto celebri, come Robsoul) a ristampare alcune delle gemme di Spencer.

Questa azione sarebbe positiva per qualsiasi release musicale del mondo, ma con ogni probabilità non per le tracce di Kincy.

Perché ?

Il rispetto umano. Nessuno di noi sa dove sia Spencer, nessuno di noi sa se lui ha autorizzato queste ristampe, nessuno di noi sa se Spencer percepisca delle royalties dalle vendite di queste ristampe. E una riproduzione non autorizzata di queste tracce, per quanto tutti noi godiamo nel poterle possedere, suonare, ascoltare è una totale ignoranza dei principi base dei diritti di un’artista. A nessuno importa che Spencer c’è, esiste, è vivo e avrebbe tutto il diritto di rivalersi su ciò che gli appartiene.

Perché non lo fa? C’è chi dice che non sia più interessato alla musica e chi addirittura lavori sottobanco con le labels che ristampano i suoi dischi: non abbiamo alcun elemento veritiero e verificato per poter esprimere un giudizio di questo tipo.

Il mistero che avvolge quest’uomo ha creato sicuramente un grande hype attorno alla sua figura, sicuramente non necessario vista la qualità della musica, ma al contempo mette in risalto la contrapposizione tra le major che combattono le lievitazioni di prezzo delle releases ambite, e per questo ben accette, e il rispetto delle tracce in sé e dell’artista come essere umano.

Eppure ciò che rimane di un’artista è la musica, ed è per questo che un giornale irlandese si lanciò in un commento laconico ma altrettanto mordente:

As Long As Gemini is on the Case, House Music Will Never Die.

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