#Chapter00 – ccchhhrr.

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
12 February 2015
In primo piano

Prima settimana:
Sono a Bologna già in tensione pre-kebab (o falafel se sei vegetariano), arrivo, ma il tardo pomeriggio è buio e piuttosto freddo. Però sono fortunato: la temperatura media stagionale è più alta di circa 10° C rispetto gli anni passati, ma il vento tagliente proveniente da nord è sempre dietro l’angolo pronto a soffiare odore di ghiaccio.
Meteorologia a parte, ho appena visto il mio monolocale.
E’ perfetto.
Appena arrivato incontro la proprietaria del mio impero di 30 mq, che non ricambia un mio sorriso nemmeno per sbaglio; dopo rifletto e penso che effettivamente non c’è un nulla da ridere. Hanno già ragione loro.
Si, loro. I tedeschi.
La differenza caratteriale è sostanziosa, ma non risulta essere un problema. Parlano più di quanto pensassi, ma poco di sé. Freddi nel primo approccio, ma affettuosi e gentili. Generalizzando non si è mai dalla parte della ragione, ma è necessario sapere che se verrai a Berlino alcune differenze culturali salteranno all’occhio (ed è bene adattarsi). Il corso di tedesco è duro, in una settimana ho imparato un sacco di frasi (una decina eh), ma la cosa che mi fa sbattere il pugno sul tavolo dalla rabbia è quella vibrazione che compare ove si mischiano le consonanti dure; un rumore proveniente da un punto non specificato fra il palato molle e l’epiglottide, punto noto anche alla fonetica francese.
Ancora la lingua è ostile, lo scenario però solleva il morale. Mi sento molto turista ma sono a disagio proprio per questo.
Incontro una percentuale disarmante di persone di passaggio, come me potrei anche dire, ma è inevitabile trovarsi di fronte alla gelosia che rende il tuo gioco preferito intoccabile per gli altri.
Berlino ha comunque suscitato in me un tale senso di piccolezza nei confronti della città stessa da rendermi libero dal pregiudizio.
Siamo davvero nulla, sguardi e gesti sono cose minuscole di fronte a questa torre di Babele.
Ma vabè, vado allo YAAM così non ci penso.
Provo tutti i cibi etnici e i take away che la citta possa offrire, da Burgermeister a Back werk, Pizza strepitosa al Pomodorino e Kebab d’agnello a Oranienburger tor.Nei momenti dove il tempo stringe Currywurst è un toccasana, come le soluzioni rapide delle catene all’interno dei supermercati.
Consiglio caldamente il panino “lord of the rings” alla KulturBrauerai di Prenzlauer Berg, una delle tante occasioni in cui lo street food regna sovrano.
Solo una settimana e mi sento ancora troppo turista, vorrei parlare tedesco e conoscere i proprietari di casa, pensavo fosse più semplice. La settimana è volata e non so ancora fare ccchhhrr.

WORDS BY SERGIO CREEP

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