#Chapter01- Domenica 1.2 – Domenica 8.1.

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
18 February 2015
In primo piano

Seconda settimana.

Resident advisor sta diventando il menu da cui sono convinto di acquistare la pietanza migliore, i miei “cuochi” preferiti si esibiscono ogni giorno e in ogni parte della città.

Il primo Venerdì vado al Tresor: Robert Hood, Dj Deep e Luke Hess. Ha fatto colpo.

Anche io in metro.

Un colpo di sonno che mi ha portato a circa 5 km dalla fermata di casa mia: ma abituatevi, i primi tempi presumo sia un errore Frequente (ne riparliamo la prox settimana).

Uuuuuh, mi sveglio! Questa è un ottima notizia!

Capisco dove sono, chi sono e tutto poco alla volta torna alla mente, compreso cosa sono qui a fare.

Ho il Mattino impegnato nel corso di tedesco dalle 10 alle 13:20 ma nel pomeriggio ho tanto tempo per sentirmi di nuovo un turistoide in stile “asta telescopica e gopro per autoscatti mozzafiato”. Ebbene si, però senza l’asta.

Si ripetono, incessantemente, le paranoie della prima settimana però la lista delle cose da vedere sta via via sfoltendosi. Insieme a questo diminuisce anche “l’effetto novità” dato che in alcuni gesti e in alcuni posti cominci a vivere, più che guardare.

Probabilmente vivere è proprio il termine che rispecchia la seconda settimana di una persona a caso, lontana dalla propria consuetudine.

Essere a contatto con questa enorme realtà mi sta motivando sempre più, come trovare tanti amici italiani con cui spendere parte del mio tempo, ma non nego che anche da solo non sto proprio malissimo. In solitaria sto sviluppando il senso di necessità, che sia di sopravvivere o di comunicare, quello non importa, ma la cosa figa è che interagisco. Alle volte con chi meno me l’aspetto, altre volte con chi proprio non vorrei avere a che fare, ma si sentono mirabolanti imprese da queste giovani bocche.

Sono arrivato qui con una conoscenza sufficiente dell’inglese e con la speranza di incrementarla: ad oggi non è cambiato praticamente nulla, a parte la consapevolezza di riuscire ad essere capito e capire chi mi parla.

Il tedesco va sempre meglio,infatti siamo a 20 frasi + tanta confusione. I vocaboli diventano periodi, i periodi diventano casi, i casi diventano muri, i muri diventano montagne e via crescendo.

Comincio a notare le difficoltà e la voglia di saperne di più, ma due settimane non sono abbastanza per uscirne con le idee chiare, indi per cui consiglio corsi di lingua di qualche mese (dove le possibilità lo permettono).

Sto consumano la cartina della S+U Bahn dato che ancora ogni direzione mi sembra uguale all’altra, Grunau,Bernau,Pankow,Honow, Karow..

Ok. Riguardo la mappa.

Infine è sulle note …maccheddico.. sulle percussioni di “Dadub – Life (Rrose Remix)” [Stroboscopic Artefacts] che lascio alla mia sinistra la Porta di Brandeburgo e una folla gremita intenta a fare dei balli di gruppo.

Sorrido mentre sovrappongo due fotogrammi: Est e Ovest.

Due connotati sociali e visivi completamente separati, ma non più nel fisico. Nella mente.

“Berlino è una città condannata per sempre a diventare, mai ad essere”, si dice.

WORDS BY SERGIO CREEP

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