#CHAPTER003 – Il mondo è piccolo.

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
5 March 2015
In primo piano

Quarta settimana: Domenica 15.2 – Domenica 22.2

Ci eravamo lasciati vicini al termine del primo mese, parlando di desideri, aspettative e probabilmente anche bisogni.

Ripensando a questa settimana i momenti che riecheggiano nel mio cervello hanno odore di verdure.
Curiosa questa cosa, ma reale più che mai.
E’ dal primo giorno di lavoro che a ora di pranzo mi diletto nella creazione di pietanze (per tutti) ispirate a Paolo di Masterchef.
Proprio da quel giorno sento odore di una verdura sconosciuta ai nostri sensi.
Arriva dal frigo! E’ fastidiosissimo, acre, quasi denso da vederne il percorso nello spazio.
Ora però ho deciso: mi do un tono.
Con qualche battutina al vetriolo mi guadagno la possibilità di abbandonare la cucina e lavorare seriamente, frantumando lo stereotipo dello stagista condannato a confrontarsi con le faccende noiose.
La mia tecnica ha avuto la meglio.
Ora che in ufficio si sviluppa il primo laboratorio dedicato all’imminente ricorrenza della festa della donna, preparo il flyer ufficiale del nostro workshop mentre riscontriamo un grosso problema: la stampante non và.
Beh, ne vedo altre 5, sono contento!
Torno triste in un baleno: mi dicono che ora il mio compito è installarle tutte (scaricando i driver) per trovare quelle funzionanti e quelle non.
Torno stagista. Torno stereotipo.
Il mio monitor è verde e comunica in tedesco proprio come le stampanti, per fortuna nei tecnicismi ora riesco a comprendere qualche messaggio.
Noiosa la settimana lavorativa, ma ci sono altri momenti che non vedo verdi e non sanno di verdure anonime.
Sviluppo un forte desiderio di ricerca dei tasselli necessari al compimento del mio obiettivo: creare un evento qui. Esprimere la mia idea di intrattenimento nel polo culturale più caldo del mondo.
Ciò che mi spinge a lavorare sodo e in maniera trasversale al lavoro non è l’ambizione o il desiderio di “spaccare”, ma bensì un qualcosa di molto più naturale e spontaneo: creare una rete.
Nella rete c’è tanto, forse tutto.
Opportunità, esperienze, umani nuovi, probabilmente fonte di spunti interessanti per un posto che sente la necessità di assorbire qualcosa da qui, ovvero l’Italia.
Non nego mai la mia paura al solo pensiero di immaginare una vita in questa città, che ti spara verso il cielo e poi ti getta nel canyon in un istante, proprio per questo voglio la mia opportunità di interfacciarmi e confrontare le mie idee con quelle di chi fa del divertimento, una cultura.
Ragiono attentamente sulle cose che mi servono.
Le motivazioni che portano il proprietario di una qualsiasi location a darmi l’ok quali possono essere? Sono qui da 1 mese, sono italiano e ho pochi amici… Perchè mai credere in me?…
Ce l’ho!!!
Tutti per crescere nel proprio ambito lavorativo devono essere, in primis, promotori di se stessi. Anche la mia associazione, quindi penso, perchè non proviamo a farla conoscere ad un pubblico diverso con un bell’evento?
Lo propongo e l’idea piace.
Nel mio planning prevedo un laboratorio o una mostra, musica live e meccanica di derivazione elettronica, il tutto in una cornice tranquilla e rilassata. Perchè no, Martedì o Mercoledì.
Girando club e bar noto che non c’è pressione nei confronti della buona riuscita di un evento, e che non viene mai richiesto un esito positivo al primo tentativo, soprattutto se non ci sono in gioco soldi.
Bello questo punto: scompaiono i soldi, emerge la vera passione. Quasi buffo.
Ma è quando dopo qualche tentativo che il proprietario del “Donau115” di Donaustr. a Neukolln dice che crede nella mia idea (forse perchè non ha capito una beneamata mazza del mio Inglese tecnico).
Un po mi viene freddo.
Devo trovare davvero dei musicisti, una mostra, rendere il tutto appetibile ad un pubblico che non sia italiano e comunicarlo.
La sfida di cui avevo bisogno in una settimana è arrivata, anzi, me la sono procurata, ora potrei tornare ad annusare il frigo ogni giorno che tanto l’odore non sarebbe più fastidioso, ho la testa da un altra parte.
Voliamo in men che non si dica al Venerdì e penso che voglio rilassarmi; guardando RA il week end offre molte cose interessanti ma nulla che realmente stimoli l’appetito.
Mangio a casa di amici, a ovest della città.
Una casa altissima, piena di quadri e odore di fumo di sigaretta. Ho già l’identikit dei proprietari.
Mi immagino i loro volti perchè io sono così, mi piace fantasticare.
Nel frattempo mi vengono mostrate le preziose opere di “noir”, caro amico del Francese affittuario.
Sbigottito guardo, ammiro, fotografo.
Ovunque vado le possibilità di trovare stimoli sono infinite, credi di essere in una casa, invece ti trovi in un ex galleria privata, credi di essere a berlino e invece sei nel mondo.
E’ tutto veloce.
Corro persino verso il letto.
Aggiornamenti positivi e concreti sono le cose per cui lavorerò la prossima settimana.
Siamo ancora nello stato embrionale, spero però di portarvi a vedere la creatura che ne verrà fuori.

WORDS BY SERGIO CREEP

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