ArteFiera 2015: quella linea che fa tremare un uomo nella sala di un museo.

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
29 January 2015
Art, In primo piano

Quattro giorni, 188 gallerie espositrici, 2000 opere di oltre 1000 artisti tra i grandi maestri e i nuovi talenti.
Non si tratta dell’incipit del classico racconto post vacanza nella capitale del momento, o sarebbe meglio dire: che al momento le mie finanze mi permettono.
Non siamo nè nell’elegante e romantica Parigi nè tantomeno nella città eterna ma a pochi chilometri da casa: a Bologna.
Qui si è svolta anche quest’anno la Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea, la vetrina della migliore arte italiana dell’ultimo secolo. Due padiglioni, il 25 e il 26, che si sono trasformati in quello che mi piace chiamare il “mondo delle meraviglie”.
I più patriottici avranno apprezzato lo stampo nazionalistico del 26, oramai da anni considerato il più tradizionalista tra i due. Immancabili i protagonisti di sempre: Fontana, Manzoni (si vada a nascondere chi non conosce la sua Merda d’artista), Pistoletto, che con le sue superfici specchianti ha tirato fuori il lato più narcisista di ciascuno di noi scatenando una vera e propria corsa al selfie, e ancora Pomodoro, De Chirico, solo per citarne alcuni.

Quella nota di brio l’ha data il padiglione 25, anche grazie allo spazio dedicato alle ‘Nuove Proposte‘: 10 gallerie che puntano sui talenti under 35. Torna la sezione Fotografia curata da Castelli e in collaborazione con Mia Fair. Sezione che al suo secondo anno di nascita ha già riscosso numerosi successi confermando la fotografia un trend a livello nazionale. Se l’anno scorso si era posto l’interesse all’Est europeo quest’anno è la volta del Medio Oriente. “Too early, too late. Middle East and Modernity” è il nome del progetto curato da Scontini che vede opere provenienti tutte da collezioni private dello stivale e che vuole mettere in luce i rapporti della modernità occidentale con la storia e la cultura del Medio Oriente. Quasi d’obbligo penso sia menzionare l’opera di Perone: simbolo di solidarietà alle vittime degli attentati di Parigi sono le sue matite colorare sovrastate dalla scritta “Je suis Charlie”.
Dalla pittura, alla scultura passando per la pellicola, questo e tanto altro è quello che abbiamo visto nel lungo weekend d’arte appena trascorso. Ma l’arte non sono solamente bei pezzi (passatemi il termine), l’arte è perdersi tra le sfumature di un quadro, sentirsi piccoli davanti a cotanta bellezza ed estro, è amore, è passione, è quella linea che fa tremare un uomo nella sala di un museo.

WORDS BY NICOL FORMIGNANI
PAD. 25 PICS BY JANINE BILLY
PAD.26 PICS BY CECILIA SECCHIERI

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