WATERGATE AFFAIRS 01

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
24 May 2016
Review 4 U

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Nel mondo sono davvero pochi i club capaci di instaurare un rapporto con gli artisti che vada oltre la performance live. Uno di questi, e sicuramente tra i più attivi, è il Watergate di Berlino. Grazie alla sua label, Watergate Records, riesce a proporre release ad intervalli di tempo regolari che permettono ai suoi residents di sperimentare e proporre nuovi progetti con estrema flessibilità.

L’ultimo di questi si chiama Watergate Affairs 01, uscito lo scorso 9 maggio, è un ep da 12” che raccoglie 4 tracce.

A1 Jimi Jules – 6%
A2 Lee Jones – Fraction Disco (Metro Edit)
B1 La Fleur – Waves
B2 David Mayer & Sebastian Voigt – Voyage One

Il lato A apre con un brano dello svizzero Jimi Jules intitolato 6%. La consolle del club berlinese è la sua casa e non poteva di certo mancare il suo stile in quest’ultima produzione dopo l’uscita del suo ultimo disco intitolato Bogotà [http://www.polpettamag.com/jimi-jules-bogota-ep/].
Dai primi secondi parte un beat molto articolato: cassa in sottofondo e drums sincopati. A seguire si aggiunge un synth dal timbro metallico che taglia il beat come un fendente! Dopo i primi minuti il ritmo diventa più snello e veloce ma sempre accompagnato dal timbro metallico del synth. Il finale è cattivo e brusco: solo cassa che stacca improvvisamente, proiettandoti verso il secondo brano che si intitola Fratino Disco (Metro Edit) del tedesco Lee Jones.

Questo secondo pezzo è tutto da ballare! Ritmo indiavolato e synth che muovono arpeggi melodici sin dall’inizio. Il timbro del synth è anche qua abbastanza metallico ma crea un bel contrasto con la base ritmica e le sue variazioni!

Il lato B del vinile si apre con un pezzo della regina del Watergate: La Fleur. Si intitola Waves e dura 7:09 minuti. È un brano super ritmato con un base ritmica costante e ben cadenzata sulla quale si articolano dei synth che ricordano il movimento delle onde sulla spiaggia!

L’ultimo brano del disco di intitola Voyager One, del norvegese David Mayer e del tedesco Sabastian Voigt. Sin dai primi secondi si percepiscono le moltissime influenze che si raccolgono nei 7:40 minuti. Dopo i primi secondi sembra di ascoltare un funk, con una base ritmica decisa e sincopata! Poi, dopo un paio di minuti, si aggiungono synth taglienti dal timbro metallico e la base ritmica si evolve diventando più aggressiva! Al terzo minuto c’è uno stacco deciso.. tutto sembra finire ed invece ricomincia il ritmo funky dell’inizio che si fonde con i synth creando un effetto davvero inaspettato! I minuti che seguono sono una variazione sul tema che caratterizza i primi minuti!

Nel complesso è un ottimo disco. Mi è piaciuto lo stacco tra il lato A, molto grintoso, ed il lato B, più tranquillo e melodico. Anche l’idea alla base è assolutamente degna di nota.. riassumere l’anima di un club dalle persone che per prime lo vivono, riuscendo a riassumerla in sole quattro tracce.

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